GROTTAMMARE – Chiara Brutti e Luca Bianchini sono due membri della comunità di Grottammare, oggi coniugi, entrambi appartenenti a famiglie conosciute e stimate nella città.
Chiara, laureata in Psicologia, attualmente insegna presso le Scuole di Primo Grado dell’ISC di Grottammare, mentre Luca è il titolare di una torrefazione artigianale del caffè della stessa città.
Molti degli abitanti di Grottammare conoscono personalmente sia Chiara che Luca, impegnati nel sociale e con un’attiva partecipazione alla cittadinanza. Oggi tuttavia vorrei presentarvi di questa coppia un’impresa diversa, la loro scelta di formare una famiglia con l’adozione di due figli. Una scelta tanto nobile quanto coraggiosa, degna solo di persone altruiste e piene di amore, come loro.
Appena sposati i due coniugi, in perfetta sintonia, hanno deciso che avrebbero rivolto il loro sentito amore genitoriale verso dei bambini “in attesa di essere amati” e così, un giorno, hanno presentato domanda presso il Tribunale dei Minori di Ancona per la realizzazione del loro obiettivo.
Tutti sappiamo che il percorso per l’adozione di un figlio è lungo e complesso, con un iter burocratico che prevede un’attenta analisi della situazione familiare dei futuri genitori. Per accogliere un figlio in famiglia, infatti, bisogna dimostrare buone capacità e condizioni sul piano socio-sanitario ed economico, nonché una giusta posizione giuridica (essendo esaminate anche le fedine penali). “Prove” eccessive in termini di dispendio di tempo, energie, e non per ultimo, in termini economici. Si tratta di procedure per certi versi considerate giuste perché mirano a tutelare il bambino, ma per altri versi ingiuste poiché riescono a scoraggiare molte coppie che finiscono col rinunciare.
Ma questo iter non ha dissuaso Chiara e Luca. Per portare a casa il risultato, la coppia ha intrapreso un “percorso” faticoso e dispendioso, pieno di ansie, preoccupazioni ed incertezze. Prima di avere il primo figlio sono trascorsi tre anni dalla deposizione della domanda. Viaggi costosi, possibili solo in cambio di numerose rinunce, nonostante la coppia non manchi di mezzi economici; inquietudine, per essersi trovati a confrontarsi con delle situazioni inaspettate, alle quali non erano preparati.
Niente e nessuno ha potuto scoraggiarli però; anzi, la prima iniziativa di adozione li ha convinti che potevano replicare l’esperienza e dare un fratello al primo figlio, facendo arrivare in famiglia il secondo bambino.
Oggi Chiara e Luca sono i genitori appagati di due meravigliosi figli. Due ragazzi belli e brillanti, stupendamente inseriti nella comunità.
Originari dell’Etiopia, nel tempo i ragazzi hanno fatto di Grottammare la propria casa. Una “casa” che per il loro merito ha una luce nuova, calda e solare, come quella dell’Africa. Dunque i ragazzi vantano un’ottima ambientazione in ogni contesto sociale, che sia scuola, parrocchia o stadio (sono tifosi della SAMB), ma questo processo non è stato naturale: c’è tanto lavoro dietro tale risultato. Un lavoro amorevole e costante, attento e intelligente, dei loro genitori. C’è stata la consapevolezza della mamma e quella del papà che, con disinvoltura, li ha portati a giocare in piazza con gli altri bambini e li ha “stimolati” ad amare gli sport di squadra, facendo loro notare il bello ed il buono che c’è intorno – e non le differenze. L’ambientazione dei figli è dovuta alla visione vincente di chi ha sottolineato la loro simpatia, la loro sagacia e la sensibilità, anziché il colore della pelle. È il merito di chi li ha saputi valorizzare anziché discriminarli; degli amici che gli vogliono bene e con i quali trascorrono momenti felici e spensierati.
È il merito di tutta una comunità, imperfetta sì, ma che in questo caso ha fatto proprio l’inevitabile cambiamento sociale e che può oggi vantare di essere civile e accogliente.
Prima di congedarmi ringrazio Chiara per avermi parlato di sé e della sua vita familiare e le chiedo: “A chi è riconoscente in modo particolare per la famiglia che oggi ha?”.
Questa la sua risposta: “Sono grata alle persone che nel tempo si sono relazionate con me in modo naturale e spontaneo, aiutandomi a sentirmi una mamma come le altre, senza usare pregiudizi nei miei confronti. Ringrazio la vita per il dono della maternità e ringrazio Dio per avermi accompagnata nei momenti di sconforto”.
La famiglia di Chiara e Luca è una delle tante famiglie di Grottammare che hanno adottato figli all’estero e, tramite loro, hanno differenziato il tessuto sociale locale, rendendolo ancora più ricco e più avvincente.
Li ringraziamo tutti e siamo fieri di tale ricchezza!