“Oggi tanti, troppi, parlano di guerra: la retorica bellicista è purtroppo tornata di moda”.
A denunciarlo è stato il Papa, che ricevendo in udienza i partecipanti al Primo colloquio tra il Dicastero per il Dialogo interreligioso e il Congresso dei Leader delle religioni tradizionali e Mondiali ha fatto notare come “mentre si spargono parole d’odio, le persone muoiono nella brutalità dei conflitti”. “Abbiamo bisogno invece i parlare di pace, di sognare la pace, di dare creatività e concretezza alle attese di pace, che sono le vere aspettative dei popoli e della gente”, l’appello di Francesco: “Si faccia ogni sforzo in tal senso, dialogando con tutti”. “Il vostro incontrarvi nel rispetto delle diversità e con l’intento di arricchirvi vicendevolmente sia di esempio a non vedere nell’altro una minaccia, ma un dono e un interlocutore prezioso per la crescita reciproca”, l’omaggio ai presenti. “È necessario sostenerci nel coltivare l’armonia tra le religioni, le etnie e le culture, armonia della quale il vostro grande Paese può essere fiero”, ha raccomandato il Papa, auspicando “una sana laicità, che non mescola religione e politica, ma le distingue per il bene di entrambe, e che riconosce allo stesso tempo alle religioni il loro ruolo essenziale nella società, a servizio del bene comune”.
“Pace e armonia sociale sono favorite, nel vostro modello, da un trattamento equo e paritario delle diverse componenti etniche, religiose e culturali per quanto riguarda il lavoro, l’accesso agli uffici pubblici e la partecipazione alla vita politica e sociale del Paese, affinché nessuno si senta discriminato o favorito a motivo della sua specifica identità”, ha proseguito Francesco. Infine, “il rispetto per il creato, che implica il dovere di “tramandare” alle nuove generazioni “un’eredità da custodire, non un debito ecologico da scontare”.