Oggi “crescono, come zizzania, il razzismo e il disprezzo”.

A rilevarlo è il Papa, nel discorso rivolto ai volontari della Croce rossa italiana ricevuti in udienza in Aula Paolo VI in occasione del 160° anniversario di fondazione. Nel commentare lo slogan prescelto dalla Cri per l’anniversario, “Ovunque e per chiunque”, Francesco ha osservato che “la nostra è la società dell’io più che del noi, del piccolo gruppo più che di tutti. La parola ‘chiunque’ ci ricorda che ogni persona ha la sua dignità e merita la nostra attenzione: non possiamo voltarci dall’altra parte o scartarla per le sue condizioni, la sua disabilità, la sua provenienza o il suo status sociale”. Di qui l’esortazione a “continuare a stare accanto ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno, con competenza, generosità e dedizione, soprattutto in un tempo in cui crescono, come zizzania, il razzismo e il disprezzo. Infatti, ‘solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti’”, ha assicurato il Papa citando la “Fratelli tutti”. Questo slogan “Ovunque per chiunque”, ha proseguito, “ricorda la frase che leggiamo nella Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi: ‘Mi sono fatto tutto per tutti’ (9,22). L’Apostolo sintetizzava così la sua missione: raggiungere tutti per portare a tutti la gioia del Vangelo. Questo è lo stile che anche voi realizzate ogni volta che, con spirito fraterno, intervenite almeno ad alleviare una sofferenza”. “In questo tempo di Pasqua – ha concluso il Pontefice -, chiediamo la grazia di essere strumenti di fraternità e di pace, protagonisti nella carità e costruttori di un mondo fraterno e solidale”.

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