“Raddoppiare gli sforzi per difendere i diritti e la dignità dei rom, promuovere la coesione sociale e costruire società inclusive in cui la diversità sia celebrata e rispettata”: questo chiede oggi Gudrun Mosler-Törnström, relatrice permanente sui diritti umani per il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa nella giornata internazionale dei rom. Sono proprio gli enti locali e regionali a svolgere “un ruolo cruciale” nell’affrontare le sfide con cui questa fetta della popolazione si trova confrontata: discriminazione, emarginazione e disparità socioeconomiche. Perché gli enti locali possono “favorire ambienti inclusivi e promuovere la piena integrazione delle comunità rom nelle società locali”. “La discriminazione subita dai rom e dai viaggianti in Europa e la portata delle violazioni dei diritti umani che subiscono sono scioccanti e richiedono un’azione ferma”, aveva affermato alla vigilia della giornata il neo-commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Michael O’Flaherty, entrato in carica il 1° aprile scorso. Sono circa 10-12 milioni i rom e nomadi che vivono in Europa, vittime di un “diffuso antiziganismo” che ha radici in secoli di violenza, stigmatizzazione e disuguaglianza. O’Flaherty aveva denunciato, ad esempio, che “i rom in fuga dalla guerra della Russia contro l’Ucraina sono stati discriminati nel tentativo di accedere a rifugi e altre forme di assistenza”. C’è molto da fare, aveva aggiunto O’Flaherty: “Utilizzerò al massimo il mio mandato per sostenere i rom nel rivendicare e godere dei diritti umani”.
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