Il Comitato di controllo «ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l’art. 10, quello sulle “Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona” del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, secondo il quale “la comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose». Nelle motivazioni della sua decisione, il Comitato spiega che «il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come “il divino quotidiano”, e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso».
Ci riconfermiamo – afferma il presidente nazionale dell’Aiart – come rappresentanti di tutti gli spettatori-utenti che hanno interesse affinché il linguaggio pubblicitario sia rispettoso di tutte le fedi religiose e invitiamo i creativi ad essere maggiormente rispettosi delle identità culturali e religiose e a lavorare per spot che siano inclusivi e che si rivolgano a tutti gli utenti in un modo attento a non creare disagio e disapprovazioni”
“Lavoriamo insieme per una civiltà che ha bisogno di crescere nel rispetto delle identità culturali e religiose, conclude Baggio rivolgendosi ad alcuni pubblicitari che spesso non tengono conto di chi sta davanti alla tv o in rete.
L’Aiart continuerà a lavorare per la tutela degli spettatori utenti che hanno diritto, garantito dalla Costituzione, ad essere rispettati dai media nella loro identità culturale, sociale e religiosa.
L’associazione, che nei giorni scorsi aveva ricevuto molte segnalazioni da parte di utenti che avevano ritenuto «blasfemo» lo spot di Amica Chips “continuerà a svolgere la sua azione di vigilanza sui media e se necessario chiederà anche l’applicazione di sanzioni”.
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