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Caritas Italiana, la testimonianza del Vescovo Redaelli e dei direttori Rocchi, Moschettoni e Breccia

GRADO –  Dall’8 all’11 aprile si è svolto il 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, dedicato al tema dei “Confini, zone di contatto e non di separazione”. L’evento ha visto incontrarsi e confrontarsi per quattro giorni 613 tra direttori e membri di équipe provenienti da 182 Caritas diocesane di tutta Italia.

Il Convegno si è svolto sul confine che scorre nei pressi di Grado e Gorizia, tra Italia e Slovenia, reso permeabile dalla comune appartenenza all’Unione Europea, che però rimane a sottolineare come le differenze debbano essere valorizzate, messe in comunicazione, rese feconde. Gorizia che, assieme a Nova Gorica, nel 2025 sarà Capitale europea della Cultura.

Il “confine” di questo 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane stato pensato non come la linea che stabilisce un dentro e un fuori, ma come una porta, che permette di uscire e di entrare, che si può però anche chiudere e bloccare. Tale confine segna il punto di contatto tra centro e periferia: può essere o diventare luogo di incontro e di annuncio o elemento che crea distanza ed esclusione; dipende da come si usa la porta.

Abbiamo raccolto una dichiarazione di Mons. Redaelli, Presidente di Caritas Italiana.
Confini, zone di contatto, non di separazione, siamo con Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, vescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana. Quali considerazioni in vista della conclusione del 44esimo Convegno delle Caritas diocesane?
Direi che è stata un’esperienza di superamento dei Confini, perché quando ci si incontra, provenendo da tutta Italia, quindi con diverse sensibilità, uniti insieme dalla passione e dal servizio per i poveri, però siamo diversi, quindi in qualche maniera abbiamo superato i confini.
Certamente è stata anche un’esperienza proprio qui sulla Terra di confine, l’essere stati anche a Nuova Gorica, accolti dalla Caritas locale, aver sentito delle testimonianze di persone che hanno sofferto, ma anche hanno saputo superare i confini, questo è stato sicuramente una cosa molto bella, molto importante.
Eccellenza una curiosità, c’è un legame con la diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, nella figura degli ultimi due Vescovi diocesani.
Ma certamente. Intanto con Mons. Carlo Bresciani siamo stati insieme al Seminario Lombardo ancora il secolo scorso. Con Mons. Gervasio Gestori, lo ricordo come uno splendido professore di Filosofia al Liceo Classico in Seminario, una persona che sicuramente ci stimolava molto nel riflettere e nel pensare in quegli anni dove anche in Seminario protestavamo un po, ma ci aiutava molto a ragionare e usare la testa, quindi mi ricordo molto volentieri. Colgo l’occasione per salutare Mons. Bresciani.
Infine, insieme all’intervento di Mons. Redaelli, abbiamo deciso di raccontare l’esperienza del convegno attraverso le dichiarazioni di alcuni direttori delle Caritas diocesane delle Marche:
Barbara Moschettoni, Direttrice di Caritas Fermo;
Giorgio Rocchi, Direttore di Caritas Ascoli Piceno;
Simone Breccia, Direttore di Caritas Ancona – Osimo.
Marco Sprecacè: