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Madagascar, Luciano Lanzoni: la tenacia del Vangelo

Educazione sanitaria all’ospedale di Ampasimanjeva, nella diocesi di Fianarantsoa (Foto Missio)

Miela Fagiolo D’Attilia

Prima di scegliere di consacrarsi, come laico, nell’Istituto Secolare dei Servi della Chiesa di Reggio Emilia, Luciano Lanzoni (Bomporto di Modena 1958- Ampasimanjeva, Madagascar, 18 giugno 2021) lavorava in fabbrica. La sua scelta è per gli ultimi, e si impegna per il reinserimento degli ex carcerati e per i tossicodipendenti per partire nel 1990 come missionario laico per il Madagascar, dove assiste i malati nella diocesi di Ambositra presso l’Akain’ny Marary, il Rifugio di lebbrosi, tubercolotici, disabili fisici e mentali, sostenuto dalla diocesi di Reggio Emilia con l’invio di mezzi e personale. Qui, oltre alla cura di malati cronici, di persone con forti problemi psichici, Luciano organizza delle unità mediche mobili per raggiungere i villaggi più sperduti e convincere le famiglie a non emarginare i bambini con ritardo mentale. Nel 2007 viene trasferito a Manakara, nella diocesi di Farafangana,400 chilometri più a Sud, per dedicarsi alla prevenzione e alla cura di filariosi, lebbra, malaria e tubercolosi con un progetto dell’Unione Europea, in collaborazione con la Ong Reggio Terzo Mondo. Per le sue iniziative riceve il premio “Donata Testi” di Carpi nel 2009 e nel novembre dello stesso anno, subisce una rapina in cui rimane ferito ad un polmone e sfugge miracolosamente alla morte. Ma Luciano non ha tempo da dedicare ai problemi di salute personali e appena gli è possibile, torna alla sua missione: si sposta nella periferia a Sud di Manakara e nel 2011 è impegnato nella cura di varie forme di disabilità e disagio psichico nella regione, con particolare attenzione ai bambini per cui segue la costruzione del Centro di salute Mentale nell’ospedale di Ambositra. Tenace e altruista, il consacrato laico continua ad avviare nuove strutture senza mai trascurare di occuparsi di quelle seguite in precedenza: in 30 anni di attività in Madagascar si è occupato di centinaia di persone, aiutando molti bambini aa uscire dall’emarginazione e dall’isolamento. E aveva ancora tanti progetti da realizzare se il Covid non lo avesse portato via a 63 anni il 18 giugno 2021 nell’ospedale di Ampasimanjeva in Madagacar. È stato il virus a provocare una grave insufficienza respiratoria e la morte. Nel suo ultimo messaggio vocale al Centro Missionario, Luciano diceva di sentirsi un po’ meglio: “Ho tribolato un po’ perché qui l’ossigeno è razionato e così anche i miei pensieri e le mie parole sono un po’ razionati al momento. Vi saluto tutti e spero di mandarvi mie notizie domani”.

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