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Acquaviva, dott. Palmioli: “Il 25 Aprile ci ricorda che la libertà è stata riscattata con il sacrifico di molti giovani”

ACQUAVIVA PICENA – Sabato 20 Aprile, presso l’Auditorium “San Giacomo della Marca” della BCC Banca del Piceno di Acquaviva Picena, il dott. Riccardo Palmioli, davanti ad un nutrito pubblico, ha presentato la sua tesi triennale di Laurea, una tesi che si aggancia perfettamente al periodo della ricorrenza del “25 Aprile”.

Durante il convegno, dal titolo “110 e lode. Di fronte all’estremo”, si è dato ampio spazio al tema dell’ “estremo” e del partigiano acquavivano Mariano Vulpiani, temi al centro anche della tesi di laurea del relatore.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione Laboratorio Terraviva di Acquaviva Picena.

Moderatore dell’evento è stato Domenico Di Stefano, il quale ha anche introdotto l’argomento in questione, “l’estremo”, e ha spiegato che all’interno dell’evento, che ha dato molto spazio alla conoscenza della storia italiana nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, si è voluto lasciare spazio anche alla riflessione, alla poesia, alla recitazione, alla musica e al canto. Presenti all’evento il presidente dell’Associazione Laboratorio Terraviva, cav. Filippo Gaetani, e i soci e membri dell’associazione, il presidente dell’ANPI di Ascoli Piceno, Antonio Bruni, la dott.ssa Natascia Mattucci, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Acquaviva Picena Domenico Princigalli.

Dopo gli interventi del cav. Gaetani e del comandante maresciallo Princigalli, ha preso la parola la dott.ssa Natascia Mattucci che in pochi minuti ha dato un quadro completo di come molti autori, tra i quali Primo Levi, Hannah Arendt, Cvetan Todorov, Rosa Luxemburg, abbiano affrontato e raccontato a modo loro il tema dell’”estremo”, delle situazioni estreme, e di come l’individuo si trovi ad affrontare le situazioni dure. La relatrice ha anche sottolineato che la filosofia politica più che dare risposte abbia il compito di suscitare domande; ha spiegato dettagliatamente quanto sia importante dare importanza alle sfumature di ogni situazione, di ogni domanda e di quanto sia proficuo riflettere sull’ “estremo”. Si è soffermata sui temi della tecnocrazia e sul termine “comprensione”.

Il dott. Bruni ha raccontato la vicenda di Paolini e del generale Dalla Chiesa, quando entrambi si sono trovati ad affrontare la ritirata tedesca a San Benedetto del Tronto.

È stato quindi il momento del dott. Riccardo Palmioli: “Ringrazio l’Associazione Laboratorio Terraviva, il presidente Gaetani e Vincenzo Fulgenzi per avermi sostenuto in questa iniziativa per me molto importante. Ringrazio il presidente Bruni, il Comandante maresciallo Princigalli, la mia professoressa Mattucci, della quale avete ora conosciuto la vasta cultura e preparazione. Ringrazio inoltre la BCC per averci messo a disposizione l’Auditorium e il dott. Di Stefano. Ringrazio poi coloro che hanno impreziosito questo evento con la musica, il canto e le letture: M° Tiziana Neroni, Samuel Albertini, Mattia Libetti, Guglielmo Felicioni, Massimiliano Civita e Luciano Narcisi. Voglio anche ringraziare il caro Cesarino Fioravanti che si è occupato di tutta la parte tecnica. Ringrazio Luigi Torquati. Ringrazio Gabriele Vulpiani, nipote di Mariano Vulpiani, per averci permesso di leggere il dialogo da lui scritto, “Pennacchi di fumo”, dedicato a suo nonno e per avermi dedicato del tempo, rispondendo alle mie curiosità e riferendomi degli aneddoti e approfondimenti preziosi per la stesura della mia Laurea. Ringrazio infine la mia famiglia: i miei genitori, i miei nonni e mio zio don Angelo, senza i quali ora non sarei quello che sono e forse non sarei qui”.

Ha poi concluso Palmioli: “Non è un caso che io abbia voluto aprire questo evento con la lettura di alcuni articoli della Costituzione. Ritengo infatti che la Costituzione Italiana sia la base di ogni cittadino, è lì che noi troviamo la nostra democrazia, la nostra libertà. Forse qualcuno che non pensa che sia importante festeggiare il 25 Aprile, dovrebbe soffermarsi a pensare che questa data ci ricorda il sacrifico di tanti giovani che hanno lottato per la libertà dell’Italia, per la libertà degli Italiani, per la nostra libertà. Noi viviamo in una democrazia che loro hanno raggiunto con il dono della propria vita. Davanti alle notizie che ogni giorno ci parlano delle varie guerre sparse nel mondo, il mio pensiero va soprattutto ai miei coetanei che si trovano ad affrontare una situazione ‘estrema’. Penso anche che forse da qualche parte c’è un altro Mariano Vulpiani, un partigiano che non si è fermato a pensare due volte ad aiutare chi voleva combattere per la libertà e per la giustizia. Abbiamo parlato di molti autori che si sono occupati di studiare le situazioni estreme, le situazioni dure, le situazioni di guerra. Nella mia tesi di Laurea ho voluto occuparmi della vicenda del partigiano acquavivano Mariano Vulpiani, della sua cattura, delle torture subite e della situazione estrema vissuta, seppure in modo diverso, dalla moglie e dai quattro figli. C’è bisogno di affrontare temi come questo e di parlare dei tanti partigiani, dei tanti Mariano Vulpiani che hanno combattuto nella Resistenza, affinché il loro sacrifico non vada dimenticato. C’è una grande necessità e un grande dovere di mantenere viva la memoria e di tramandarla. A volte si uccide anche con l’indifferenza. Esorto quindi gli Italiani ad agire con coscienza e ad assumersi le proprie responsabilità, così come ha fatto Mariano Vulpiani, che non è sceso a compromessi con l’ingiustizia, l’egoismo e la viltà”.

Patrizia Neroni: