Khan Younis è una città fantasma in cui i bambini vivono tra le macerie nelle strade completamente devastate: a denunciarlo sono gli operatori di Save the Children, tornati in città per la prima volta dall’inizio della guerra, oltre sei mesi fa. Prima degli attacchi del 7 ottobre e della guerra a Gaza, la città nella parte meridionale della Striscia aveva una popolazione di oltre 200.000 persone, tra cui circa 100.000 bambini. Sacha Myers, portavoce di Save the Children, parla di “brutalità assoluta, questo totale disprezzo per la vita umana. A 360 gradi, ogni singolo edificio è gravemente danneggiato o in macerie. E non solo in una o due strade, ma in decine di strade. La distruzione è ovunque”.
Myers riferisce, inoltre, di un alto numero di “bambini soli. Si attraversa una strada che sembra vuota e all’improvviso si vedono bambini che escono dalle macerie. Erano tanti, trasportavano contenitori, credo d’acqua e non so da quanto tempo sono da soli, nelle strade distrutte. Si vedeva che i contenitori erano pesanti e difficili da trasportare per loro. È stato terribile vedere così tanti bambini senza nessuno, sapendo quanto sia pericoloso stare in quegli edifici crollati o semi-distrutti”. Davanti alla distruzione delle scuole, Karyn Beattie, team leader di Save the Children a Gaza, si dichiara “sotto shock per il livello di devastazione. Come è possibile radere al suolo una città come questa? E vedere le scuole completamente distrutte – con i murales colorati sui lati – e sapere che i bambini sono stati uccisi all’interno. Come si può accettare tutto questo?”. Da qui la richiesta: “Le parti in conflitto hanno l’obbligo legale di proteggere i civili, ovunque si trovino a Gaza”. Da parte sua Save the Children sta valutando “la fattibilità di istituire una clinica per l’assistenza sanitaria primaria a Deir Al Balah, nella zona centrale di Gaza e nelle zone costiere, preparandosi a qualsiasi potenziale spostamento di persone più a nord in futuro”. Save the Children rimane operativa nel nord di Gaza attraverso un partner locale che svolge attività ricreative con i bambini in 13 rifugi e ha condotto una campagna di sensibilizzazione sulle misure di protezione per i bambini non accompagnati e separati.