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Colonnella, Prof. Andrea Pessina: “Il diritto alla bellezza passa attraverso la tutela del patrimonio culturale e attraverso la sua effettiva accessibilità”

COLONNELLA – “Il diritto alla bellezza passa da una parte per la tutela e la conservazione del patrimonio culturale di un territorio e dall’altra attraverso la sua accessibilità. Un’accessibilità che deve essere innanzitutto fisica, ma non solo: deve essere anche mentale. È quindi necessario mostrare la strada – e renderla accessibile a tutti – per giungere a questo patrimonio e farne capire l’importanza, perché solo in questo modo il patrimonio culturale esplica quella che è la sua funzione principale. Una funzione ben chiara ai Padri e alle Madri Costituenti che l’hanno inserita nell’art. 9 della Costituzione Italiana, ove è riportato chiaramente che il patrimonio culturale deve servire allo sviluppo della nazione. Questo ci distingue positivamente da molti altri Paesi”. È con queste parole che il prof. Andrea Pessina, Direttore del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per il Friuli Venezia Giulia, ha presentato il libro “Diritto alla Bellezza”, un volume di oltre trecento pagine che raccoglie gli atti della Conferenza Scientifica Internazionale svoltasi un decennio fa, nell’Ottobre del 2014 nei pressi del Parco Archeologico di Ripoli, sul tema dello studio, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.

L’evento, moderato dalla giornalista Evelina Frisa, si è svolto Sabato 27 Aprile 2024, alle ore 18:00, presso il polo culturale di Ripoli in Corropoli, ove attualmente gli studenti della Scuola Primaria e Secondaria di I Grado di Colonnella sono ospiti in attesa che terminino i lavori di costruzione del nuovo polo scolastico. L’appuntamento, seguito in streaming anche dagli studenti dell’Università di Teramo, è nato con lo scopo di sollecitare una profonda riflessione sui beni culturali, quali testimonianze aventi valore di civiltà, e in particolare sullo sforzo che è quotidianamente richiesto all’intera comunità, affinché essi possano essere adeguatamente tutelati, coltivati e preservati, come meritano.

Dopo i saluti di Dantino Vallese, sindaco del Comune di Corropoli, che ha fatto gli onori di casa dando il benvenuto a tutti gli ospiti intervenuti, la dott.ssa Tiziana Di Sante, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito ad organizzare l’incontro e a redigere la pubblicazione, per il loro infaticabile lavoro e per l’amore profondo verso il patrimonio culturale di Ripoli.

A seguire hanno preso la parola i promotori dell’evento: Maurilio Migliorati, presidente dell’Associazione Italico onlus, e, in collegamento da remoto, Maria Cristina Giannini, docente di Criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Teramo e coordinatrice del Master “International Cooperation Against Transnational Financial Organised Crime“. I due hanno spiegato il loro contributo al progetto e le finalità dell’iniziativa, ricordando la figura del magistrato Paolo Giorgio Ferri, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma dal 1991 al 2010 ed esperto in rapporti internazionali e recuperi del Ministro della Cultura, alla cui memoria la pubblicazione è dedicata.

L’incontro è poi entrato nel vivo con l’intervento del dott. Andrea Pessina, che è anche il dirigente ad interim della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Friuli Venezia Giulia. Nel suo contributo Pessina ha dapprima ricordato che il traffico di opere d’arte è secondo solo a quello delle armi e degli stupefacenti. “Negli anni – ha affermato – molte opere d’arte sono state trafugate non solo con l’intenzione di venderle per ricavarne denaro, ma anche con la precisa volontà di annientare l’identità culturale di interi popoli. Da alcuni anni stiamo rileggendo alcuni momenti della storia sotto una nuova luce, come sta accadendo in questo periodo con il colonialismo”.

L’esimio relatore ha poi parlato dell’opportunità di lasciare le opere nei luoghi in cui sono state pensate e realizzate. “In Toscana, ad esempio ha detto Pessina –, è partita un’operazione denominata Uffizi diffusi. Firenze ha svolto per molti anni una funzione di polo accentratore di bellezza e di patrimonio. Ora invece ci si è resi conto che, quando è possibile, ovvero quando ci sono le condizioni per tenere le opere in sicurezza, è meglio riportarle ogni tanto al territorio di appartenenza, anche e soprattutto per poterle valorizzare, aprendo al pubblico i luoghi in cui sono nate e sono state realizzate”.

Pessina ha poi dedicato tutto il tempo rimasto a sua disposizione per parlare della seconda parte della pubblicazione che riguarda l’archeologia della Val Vibrata e in particolare la raffinatezza artistica delle ceramiche dipinte, che testimoniano la presenza nelle nostre zone di popolazioni giunte da Oriente, esperte nella navigazione, molto capaci tecnicamente e facenti parte di un mondo fortemente interconnesso.

Per il suo alto e significativo valore, la pubblicazione “Diritto alla Bellezza” ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica e il patrocinio dell’Unesco, della Presidenza del Consiglio, dell’Accademia delle Scienze della Repubblica dell’Albania, della Regione Abruzzo e della Provincia di Teramo, oltre che la collaborazione del British Museum, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Regione Puglia e del Comune di Corropoli.

Al termine dell’incontro, il prof. Pessina, sollecitato dalle nostre domande, ha parlato anche dell’immenso patrimonio culturale delle chiese italiane. “Numerose chiese sono chiuse ed abbandonate e, per ragioni di sicurezza, le opere più importanti vengono concentrate nei musei diocesani. Tuttavia è bene che non si perda il legame profondo che l’opera ha con il territorio. Se un’opera è stata fatta per quel territorio, per quella tal chiesa, per quella tale comunità, è chiaro che, portata in un altro contesto, perderà molto del suo significato originario. Non bisogna dimenticare che noi guardiamo gli oggetti come opere d’arte, ma molte volte sono espressione della fede di una comunità. La maggior parte del patrimonio storico ed artistico in Italia è nata dalla fede e la Chiesa Cattolica ne è la maggiore proprietaria. Ben vengano quindi quelle realtà in cui le opere sono conservate nei luoghi in cui sono state pensate e realizzate, a testimonianza della fede di un popolo”.

Oltre ad alcuni studenti accompagnati dai genitori, all’incontro erano presenti, tra il pubblico, numerosi cittadini illustri della Val Vibrata ed appassionati di arte e storia, come lo storico Tito Rubini.

Carletta Di Blasio: