34 sacerdoti cattolici hanno dovuto lasciare il Nicaragua, nei primi quattro mesi del 2024, a causa della persecuzione della Chiesa cattolica da parte del regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo. Lo afferma, sul sito indipendente “Despacho 505”, la ricercatrice e attivista Martha Molina, che continuamente tiene un rapporto sugli attacchi alla Chiesa nel Paese centroamericano. Quasi tutti questi sacerdoti continuano a esercitare il loro ministero in altri Paesi, principalmente in Costa Rica e negli Stati Uniti, e quelli che sono ancora seminaristi continuano la loro formazione fuori dal Nicaragua, ha spiegato Molina, aggiungendo che è a conoscenza della situazione, perché le stesse vittime l’hanno contattata, ma le chiedono di non rivelare le loro identità, poiché le loro famiglie e i membri delle loro organizzazioni religiose rimangono nel Paese. “Ho una lista con tutto, nomi, parrocchie e congregazioni”, ha confermato la ricercatrice.
In totale, dal 2018, 222 religiosi cattolici hanno dovuto lasciare il Paese in fuga dalla repressione di Ortega-Murillo. Questo numero comprende 91 suore di 14 congregazioni religiose. Di sette di queste congregazioni si sa che i loro membri sono stati espulsi dal Paese, mentre le altre sette hanno scelto di rimanere in silenzio. Le diocesi più colpite dalla partenza dei sacerdoti sono Managua, Matagalpa, León, Estelí e Granada. Nel 2023, 62 sacerdoti hanno lasciato il Nicaragua. Molina teme che, poiché la persecuzione contro la Chiesa non si è attenuata, il numero di sacerdoti esiliati o banditi nel 2024 sarà superiore a quello dello scorso anno. Infine, l’attivista ha denunciato il fatto che i seminari in Nicaragua sono stati infiltrati da giovani che non hanno una vera vocazione sacerdotale, ma che sono inviati dalla dittatura per spiare i seminaristi e le autorità accademiche”. Da qui l’appello alle autorità ecclesiastiche, perché siano prontamente identificati.
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