“La grande nemica della fede non è l’intelligenza, non è la ragione, come, ahimè, qualcuno continua ossessivamente a ripetere, ma è la paura”.
A precisarlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di ieri, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla virtù della fede. “Per questo motivo la fede è il primo dono da accogliere nella vita cristiana”, ha spiegato Francesco: “un dono che va accolto e chiesto quotidianamente, perché si rinnovi in noi. Apparentemente è un dono da poco, eppure è quello essenziale”. “Quando ci hanno portato al fonte battesimale – ha ricordato il Papa – i nostri genitori, dopo aver annunciato il nome che avevano scelto per noi, si sono sentiti interrogare dal sacerdote: ‘Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?’. E i genitori hanno risposto: ‘La fede, il battesimo!’”. “Per un genitore cristiano, consapevole della grazia che gli è stata regalata, quello è il dono da chiedere anche per suo figlio: la fede”, ha commentato il Papa: “Con essa un genitore sa che, pur in mezzo alle prove della vita, suo figlio non annegherà nella paura. Il nemico è la paura. Sa anche che, quando cesserà di avere un genitore su questa terra, continuerà ad avere un Dio Padre nei cieli, che non lo abbandonerà mai. Il nostro amore è così fragile, solo l’amore di Dio vince la morte”. “Certo, la fede non è di tutti, e anche noi, che siamo credenti, spesso ci accorgiamo di averne solo una piccola scorta”, ha fatto notare Francesco: “Spesso Gesù ci può rimproverare, come fece coi suoi discepoli, di essere uomini di poca fede. Però è il dono più felice, l’unica virtù che ci è concesso di invidiare. Perché chi ha fede è abitato da una forza che non è solo umana; infatti, la fede innesca la grazia in noi e dischiude la mente al mistero di Dio. Come disse una volta Gesù: ‘Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe’ . Perciò anche noi, come i discepoli, gli ripetiamo: Signore, aumenta la nostra fede! E’ una bella preghiera, la diciamo insieme”.
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