SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nei locali della parrocchia San Giuseppe si tiene un laboratorio creativo e inclusivo rivolto ai giovani, anche con disturbi legati all’apprendimento, realizzato da Alessio Piletti, videomaker e che rientra nell’ambito dei progetti promossi dalle associazioni “Fabbrica delle idee 2.0” e Praesentia quest’ultima volta alla promozione sociale, costituita da studiosi, esperti e professionisti che operano nel campo dell’età evolutiva.
Come si sviluppa il laboratorio?
Questo progetto rientra nell’ambito delle iniziative promosse dall’associazione Praesentia. Nel corso di questi incontri insegno ai ragazzi nozioni e tecniche di storytelling, regia, ripresa, montaggio, stopmotion e intelligenza artificiale. Tutto questo con la finalità di contrastare le dipendenze digitali e sviluppare in loro la creatività. Lo scorso anno ho promosso questo laboratorio all’Internet festival di Pisa al quale hanno partecipato circa 200 alunni. Tengo a precisare che tutto il materiale che ho ideato per questo laboratorio creativo e inclusivo, come carte per lo storytelling, modelli per disegnare story board, tabelloni sono griffati con il nome del format “Suegiu” un progetto partito dalle Marche che sta facendo il giro d’Italia: un’iniziativa di Crowdfunding finalizzata a sostenere progetti sociali.
Le lezioni si svolgono nei locali della parrocchia di San Giuseppe.
Sì, la parrocchia ci ha messo a disposizione dei spazi. Qui ci incontriamo periodicamente. Adesso stiamo preparando un cortometraggio intitolato le “Ali dell’amicizia”. E’ bello vedere come i ragazzi si impegnano nella realizzazione di questo progetto dedicando tempo e passione. Una volta terminato il cortometraggio sarà trasmesso in diversi festival attraverso la mia associazione “La fabbrica delle idee 2.0”, con la voce narrante di padre Mario.
Che lavoro c’è dietro alla realizzazione del cortometraggio?
E’ un corto che stiamo girando con la tecnica del computer grafica, dopo aver strutturato il team building con i ragazzi abbiamo ricercato il soggetto con le carte di storytelling per poi elaborare la storia attraverso l’intelligenza artificiale. Dopodiché abbiamo caratterizzato i personaggi, i ragazzi li hanno disegnati e animati al pc: ognuno ha un compito, in pratica ho formato una mini troupe. Ho trasferito la mia esperienza di set nel laboratorio, i ragazzi socializzano, migliorano a scuola e si influenzano. Per me è una bellissima esperienza.
Ci può svelare qualcosa di questo corto?
La storia si svolge in un pittoresco porto di Marsiglia e ha come protagonisti due gabbiani, Dario e Pino che vivono vite diverse. Dario, cresciuto con amore da suo nonno Gianni, è un gabbiano allegro e curioso, mentre Pino è solitario e burbero, segnato dal passato. Nonostante le loro differenze, un legame speciale li unisce. Dario cerca di riavvicinare Pino, ma quest’ultimo, sospettoso e dolorosamente solitario, respinge il suo aiuto. Tuttavia, le parole sincere di Dario toccano il cuore di Pino, aprendo la porta all’amicizia. Con il tramonto come sfondo, i due gabbiani si riconciliano, pronti a volare insieme verso un futuro di nuove avventure e ricordi.
Oltre alla parte artistica e didattica c’è anche un aspetto più scientifico.
Esattamente. Insieme alla mia compagnia Marzia Firmani, psicologa e psicoterapeuta e che coordina lo staff di Praesentia, stiamo strutturando sempre di più questo metodo in quanto abbiamo riscontrato che frequentando questo laboratorio poi i ragazzi presentano un miglioramento sia per quanto concerne il rendimento scolastico sia per quanto riguarda la sfera legata alla socializzazione.
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