Lo ha riconosciuto il Papa, nel discorso rivolto ai partecipanti all’Assemblea dei primati della Comunione anglicana, ricevuti oggi in udienza. “Ma secondo la bella espressione di Papa Gregorio Magno, che inviò Sant’Agostino come missionario in Inghilterra, il vescovo di Roma è servus servorum Dei – servo dei servi di Dio”, ha precisato Francesco: “Come ha scritto Giovanni Paolo II, tale definizione salvaguarda nel modo migliore dal rischio di separare la potestà (ed in particolare il primato) dal ministero, ciò che sarebbe in contraddizione con il significato di potestà secondo il Vangelo: ‘Io sto in mezzo a voi come colui che serve’”. Per il Papa, “occorre impegnarsi in un dialogo fraterno, paziente, lasciando alle spalle inutili controversie, al fine di comprendere come il ministero petrino possa svolgersi quale servizio d’amore per tutti”. “Grazie a Dio, nei vari dialoghi ecumenici sono stati conseguiti risultati positivi sulla questione del primato come ‘dono da condividere’”, il bilancio di Francesco: “Come sapete, la Chiesa cattolica è impegnata in un percorso sinodale. Mi rallegro che tanti delegati fraterni, tra cui un vescovo della Comunione anglicana, abbiano preso parte alla prima sessione dell’Assemblea generale tenutasi lo scorso anno e attendo con gioia un’ulteriore partecipazione ecumenica nella sessione di quest’autunno. Prego affinché una migliore comprensione del ruolo del Vescovo di Roma sia tra i frutti del Sinodo”.