“E andremo e annunceremo che
in Lui tutto è possibile.
E andremo e annunceremo che nulla ci può vincere.
Perché abbiamo udito le sue parole,
perché abbiam veduto vite cambiare,
perché abbiamo visto l’amore vincere”
dal canto “Tutto è possibile”
MARCHE – Andare e annunciare, vivere nel mondo rispondendo alla chiamata di Cristo, testimoniandoLo nella quotidianità, vivendo e trasmettendo la sua pace, sperimentando la Sua forza che tutto può e tutto rigenera. Per questo il Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI” di Ancona è tornato quest’anno ad organizzare presso la sua sede, fra il febbraio e l’aprile scorsi, un ciclo di tre iniziative di carattere vocazionale destinato ai giovani dai 18 ai 35 anni.
Gli incontri, che hanno attratto la partecipazione di ragazzi e ragazze provenienti dalle diocesi delle Marche e dalla diocesi di Gubbio, sono stati guidati e coordinati dai formatori del Seminario, il rettore Don Claudio Marchetti e il vice-rettore Don Valerio Rastelletti, da Suor Gina Masi (Fraternità Casa di Nazareth), da Camerino, e, nella seconda occasione, da Monsignor Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio. Gli appuntamenti sono stati variamente strutturati, ospitando tempi di preghiera, di catechesi e attività laboratoriali.
Il 17 febbraio si è partiti con una giornata dedicata al tema “Chiamati alla vita”. Iniziando con una catechesi sul primo capitolo della Genesi, i giovani sono stati invitati a rivangare l’essenza della propria esistenza, del proprio percorso che è dialogo sublime fra la fondamentale chiamata del Signore ad esistere e la propria risposta. Il punto di partenza per ogni riflessione e indagine vocazionali è sempre la propria vita. Da qui il sentiero da percorrere: per comprendere qualcosa del progetto di Dio non si può far altro che partire da sé stessi e dalla propria bellezza.
La prima vocazione dell’uomo, inoltre, non può tenersi distinta dal mai bastevole rendimento di grazie dovuto da ciascuno al Dio creatore, Signore del Tempo e della Storia. Nel bello della Sua creazione, si scorge la bontà irraggiungibile del Padre che tutto ha ordinato e chiamato alla vita secondo la propria specificità.
Nella seconda tappa del nostro itinerario, caratterizzata dal soggiorno in Seminario nell’intero fine settimana fra il 15 e il 17 marzo, abbiamo riflettuto sul tema ”Chiamati all’amore’‘.
Noi siamo in quanto amati, l’Amore ”che muove il sole e le altre stelle” è la vocazione originaria di ogni persona e il fine della sua intera vita. Si può con ragione affermare che senza amore non è possibile realizzare pienamente se stessi né saziare quella sete di infinito e di eterno che tutti noi portiamo nel cuore. La scoperta più grande è che questo Amore infinito ed eterno è Dio stesso; Amore del Padre che ci ha tanto amati da donarci il suo Figlio; Amore del Figlio che ci ha amati sino alla fine e dello Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio.
La chiamata all’amore dunque si configura per noi sia come un invito ad un esodo da noi stessi, ad uscire dalle angustie dei nostri pensieri, dalle ristrettezze dei nostri ragionamenti e dalle resistenze del nostro cuore per incamminarci dietro colui che è la vita stessa, la vita nuova e definitiva, sia a rientrare in noi stessi, nel tabernacolo della nostra coscienza e del nostro cuore dove dimora il Dio che ci ha creati e per il quale siamo stati fatti.
Infine nell’ultima tappa, il giorno 21 aprile, abbiamo meditato sul ”Chiamati alla scelta”.
Questo dono dell’amore, che costituisce il nostro nucleo più vero, richiede, nell’originalità propria di ciascuno, una risposta e una scelta. È proprio infatti dell’amore tendere a dare tutto, a non arrestarsi ai limiti delle nostre capacità ma abbracciare totalmente e integralmente la persona che amiamo e che ci ama. Questo ha fatto Dio per noi, ci ha amati per primo e assetato di amore domanda a me e a te: ”Mi ami tu?”. A noi rispondere a questa domanda