SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è celebrata Domenica 5 Maggio, alle ore 19:00, presso la chiesa Sant’Antonio di Padova in San Benedetto del Tronto, una Santa Messa presieduta dal vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal parroco padre Massimo Massimi, durante la quale si è svolto il rito di ammissione agli Ordini Sacri del candidato al Diaconato permanente Andrea Caimmi. Hanno concelebrato anche il vescovo emerito Basile Tapsoba, il ministro provinciale francescano padre Francesco Lenti, i diaconi Walter Gandolfi ed Emanuele Imbrescia, oltre a tutta la comunità riunita. Tra i fedeli anche alcuni aspiranti diaconi appartenenti ad altre Parrocchie, ma che stanno seguendo insieme a Caimmi il cammino di preparazione presso la Scuola di Formazione Teologica di San Benedetto del Tronto.
Cresciuto nella Parrocchia dei Padri Sacramentini ed ancora oggi a loro legato in quanto appartenente all’Aggregazione del Santissimo Sacramento, Caimmi appartiene alla comunità parrocchiale di Sant’Antonio di Padova di San Benedetto del Tronto, ha 58 anni ed è impiegato. Purtroppo vedovo da quattordici anni, ha due figli: Leonardo, di 27 anni, e Pier Giorgio, di 23 anni. Da tempo è ministro straordinario della Comunione nella sua parrocchia.
Queste le sue parole: “Lo scorso anno si stava delineando una situazione molto concreta che avrebbe potuto cambiare la mia quotidianità e, quando è arrivata la proposta di iniziare un percorso di formazione per aspiranti diaconi, pensando che non mi sarebbe stato difficile affrontarlo, l’ho accolta, convinto che questo fosse chiaramente il progetto di Dio su di me. Appena iniziato il percorso, però, mi sono reso conto che quella situazione, che davo quasi per certa, non si era realizzata e quello che doveva essere semplice, si stava complicando tremendamente: mi sono detto che non avevo capito niente della volontà di Dio. Ho conosciuto poi gli altri aspiranti diaconi che, come me, avevano appena iniziato il percorso e, parlando con loro, ho capito che anche per loro c’erano difficoltà. Allora ho pensato che forse veniva veramente da Dio quella proposta, mi sono venute in mente chiamate ben più importanti di profeti, apostoli, Maria e anche tutto quello che hanno dovuto affrontare dopo aver detto il loro sì. Le vie che Dio ci chiama a percorrere, non sono prive di ostacoli, ma è qui che Lui ci è accanto per accompagnarci.
Così mi sono trovato in questi giorni ad essere ammesso dal nostro vescovo Carlo al percorso di formazione per il Diaconato. Lo ringrazio, insieme al parroco padre Massimo, alla comunità dei frati francescani della Parrocchia di Sant’Antonio, ai diaconi che ci sostengono, alle nostre guide padre Silvano e don Marco.
Devo dire che la diffusione della notizia del rito dell’ammissione mi ha creato un po’ di disagio, perché, non essendo abituato a sentirmi un po’ al centro dell’attenzione, avrei desiderato meno clamore. Poi ho pensato, però, che l’essere comunità deve essere anche questo e così non posso che essere felice della partecipazione di tante persone alla Messa di Domenica e della presenza del vescovo emerito Basile, del ministro provinciale francescano padre Francesco Lenti, dei tanti chierichetti e ministri straordinari della comunione, del coro guidato da Natalino e di tutti coloro che mi hanno dimostrato il loro affetto.
Chiudo, ringraziando i miei familiari, che hanno condiviso con me questo momento di gioia e i miei due figli che continuano pazientemente a sopportarmi.
Il pensiero finale va alla mia cara Barbara che continuo a sentire accanto nella mia vita e ancora di più in momenti come questo.
Chiedo a tutti di sostenere me e gli altri aspiranti diaconi con la preghiera”.
Il vescovo Carlo Bresciani, durante la sua omelia, commentando il brano del giorno dell’evangelista Giovanni (Gv 15, 9-17), ha affermato: “Nel Vangelo di oggi Gesù ripete parecchie volte la parola amore e il verbo amare. Gesù si presenta come un maestro che vuole portare a ciò che veramente è importante nella vita, nel nostro mondo. La nostra intelligenza, infatti, può inventare molte cose: droni, missili, a volte anche tante cose buone. Ma la domanda fondamentale è: che cosa fa l’essere umano di tutto questo? Si possono usare le invenzioni tecniche e scientifiche per bombardare, per uccidere gli uomini. È così che costruiamo la nostra vita insieme? Vedete, noi potremo avere tutto, ma, se non impareremo ad amare, saremo sempre poveri. Se non impareremo ad amare, non avremo mai la pace. Gesù si mostra maestro d’amore, innanzitutto con la sua vita: Egli non toglie la vita, bensì la dona. Anche noi siamo chiamati ad amare così, ovvero a non andare dietro ai propri gretti interessi, bensì a fare il bene dell’altro. Gesù ci dice: ‘Rimanete nel mio amore’, che significa ‘anche voi amate così, affinché la vostra gioia sia piena’. Stasera con gioia sono qui per ammettere Andrea tra gli aspiranti al Diaconato, per accogliere un vostro parrocchiano che si mette a servizio di Dio e dei fratelli: il suo è un esempio, tra i tanti della vita cristiana, di come si possa vivere la vocazione ad amare. Un amore che si rende disponibile oltre la famiglia, per il bene della Chiesa, per il bene degli altri. Un amore vero. Non superficiale, come quello a cui noi siamo abituati, in cui pensiamo prima per noi e poi forse per gli altri. Quando avremo compreso questo, quando avremo capito che questo amore ci costa, che fare il bene dell’altro ci fa fatica, allora avremo imparato ad amare pienamente. Finché non impareremo a comprenderci, ad aiutarci reciprocamente, se non estirperemo dal cuore questa chiusura che è incapace di vedere l’altro nella sua dignità, non avremo imparato ad amare. Se, al contrario, guarderemo all’esempio di Gesù, allora questo amore di cui parliamo non sarà un’utopia e cresceremo nell’amore e ameremo veramente“.
Al termine della celebrazione anche padre Massimo Massimi ha speso belle parole per Caimmi: “Accompagniamo con gioia il nostro parrocchiano Andrea in questo cammino, perché è una bella persona: umile e mite, discreto e fedele“.
Tra i numerosi familiari presenti alla celebrazione, c’erano anche le cognate, che rivolgono a Caimmi, a nome della comunità, i migliori auguri per il cammino intrapreso: “Nostro cognato Andrea è sempre presente nella nostra vita familiare ed è un padre attento e premuroso con i suoi figli. Pur essendo una persona riservata ed umile, tuttavia anche all’interno della comunità è sempre disponibile verso tutti ed è attento alle necessità dei fedeli. Da una decina d’anni svolge il servizio di ministro straordinario della Comunione, portando l’Eucaristia anche agli anziani e ai malati nelle case private e, per un periodo, donando il suo servizio anche agli ospiti del Centro Primavera. Quando ci ha detto del cammino intrapreso, in realtà non ne siamo rimaste sorprese: la Diakonia, infatti, altro non è che il servizio ai fratelli e lui già da tempo questo servizio lo esplica in molteplici modi. Auguriamo quindi ad Andrea ogni bene e vogliamo dirgli che non sarà mai solo lungo il cammino. Oltre, infatti, al nostro personale incoraggiamento per questa scelta di dedizione e amore verso il prossimo, avrà anche il sostegno sincero dell’intera comunità che gli è vicina e cammina con lui, come gli ha dimostrato Domenica sera durante il rito di ammissione agli Ordini Sacri. La sua vita nella fede è di ispirazione per la comunità ecclesiale e di questo gli siamo molto grati”.