DIOCESI – Si è tenuto Lunedì 6 Maggio, alle ore 21:00, presso la Parrocchia San Filippo Neri in San Benedetto del Tronto, un incontro con il Vescovo Carlo Bresciani in cui è stato presentato il Documento del Dicastero per la Dottrina della Fede dal titolo “Dignitas Infinita – circa la dignità umana”.
L’incontro è stato rivolto in particolare ai volontari della Caritas della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
La serata è stata aperta dalla lettura del brano degli Atti degli Apostoli (Atti 10-34-38), da parte di don Gianni Croci, direttore della Caritas Diocesana e parroco di San Filippo Neri.
Nel testo degli Atti degli Apostoli si racconta come San Pietro parli di un pagano che si converte al cristianesimo e di fronte ad alcuni Giudei che criticano tale scelta, San Pietro difende il pagano in quanto la conversione è avvenuta tramite Gesù.
In questa occasione San Pietro pronuncia la frase: “Dio non fa preferenze di persone”, in quanto ogni persona è stata redenta da Cristo e siamo tutti a immagine di Dio.
Su questa frase di San Pietro si è aperta la riflessione del Vescovo Carlo Bresciani che ha approfondito il concetto della dignità della persona umana.
La dignità è infinita, perché la dignità della persona umana non ha limiti, sia secondo Dio ma anche secondo la ragione. La dignità infinita, infatti, non è qualcosa che si riconosce non soltanto da un punto di vista della fede, ma della ragione. Non dipende dal riconoscimento sociale, altrimenti ci sarebbe un’arbitrarietà pericolosa, in quanto in tale caso vincerebbero i più forti e si introdurrebbe un rapporto “violento” tra le persone.
Mons. Bresciani ha poi spiegato la distinzione, presente anche nel documento “Dignitas Infinita – circa la dignità umana”, tra dignità ontologica presente a ogni persona umana, proprio perché è un essere umano, e la dignità morale, che si fonda sui comportamenti di una persona.
Anche se una persona intacca la propria dignità morale, con i suoi comportamenti, non è mai intaccata la sua dignità ontologica. In questo modo è sempre possibile la redenzione della persona.
Se una persona commette quindi dei comportamenti sbagliati ha sempre la possibilità di redimersi.
C’è poi la dignità sociale, che viene intaccata a volte dall’estrema povertà che però, non intacca la dignità ontologica, in quanto vi è una dignità che va al di là della propria condizione sociale.
Vi è poi la dignità esistenziale ed è il modo di condurre la propria vita, le doti che ognuno può avere: la capacità di relazionarsi con gli altri, potremmo dire i talenti che caratterizzano la persona.
Però, indipendentemente dalle doti di ciascuno, la dignità ontologica è sempre presente.
Indipendentemente dal comportamento morale, dalla dignità esistenziale, vi è sempre una dignità ontologica che non può essere intaccata e non ha limiti.
Non sempre lo sviluppo è legato all’evoluzione dell’umanità, ma a volte vi è involuzione.
Un esempio: l’enorme differenza di distribuzione di ricchezze tra le popolazioni del mondo, la mancanza di libertà in alcuni popoli, alcuni concetti di bioetica.
Dal punto di vista cristiano la dignità umana si fonda sul fatto che l’uomo è stato creato ad immagine di Dio e dal fatto che Gesù ha redento tutti.
Vi sono poi altri tipi di violenze che si esplicano nelle relazioni: la mancanza di dignità dell’utero in affitto, la tratta delle persone, i migranti, la guerra, gli abusi sessuali, la violenza contro le donne, l’aborto e tanto altro.
Il Vescovo ha specificato che, nel momento in cui l’aborto verrà riconosciuto come diritto costituzionale, si riconoscerà un diritto minore dell’embrione rispetto alla dignità della donna.
La dignità della persona, ha proseguito il Vescovo Bresciani, si fonda sulle relazioni che la persona costruisce: la relazione con Dio, la relazione con sé stessa e la relazione con gli altri.
I poveri difesi da Dio nella Bibbia sono coloro che nessuno difende: l’orfano, il povero e lo straniero e Dio li pone tra i suoi preferiti, in quanto è lui stesso a difenderli.
Nel momento in cui scatta l’individualismo, viene meno la dignità delle relazioni, in quanto ci si illude di potersi difendere da soli, ma, quando si nega la dignità dell’altro, viene negata anche la propria dignità. Guai a una società che non difende la dignità di tutti, in questo modo si andrebbe a far prevalere la violenza nei rapporti. Sta a ciascuno di noi difenderla.
In conclusione il Vescovo, riferendosi alle relazioni, ha sottolineato che molto deriva dal modo in cui guardiamo la persona che ci è di fronte: è il modo in cui ci guardiamo nelle relazioni che portiamo avanti, che, secondo Mons. Bresciani, fa la differenza nelle relazioni.
Al termine della relazione del Vescovo Carlo si è aperto un dialogo con i presenti dove sono risuonate alcune importanti riflessioni.
Al termine dell’incontro abbiamo raccolto la testimonianza della dott.ssa Barbara Perrone, presente all’incontro: “Personalmente ho deciso di partecipare per motivi professionali: sono infatti un medico e mi occupo di cure palliative pediatriche. Quando ho saputo di questo incontro, ho scelto proprio di andare, perché tutte le scelte bioetiche hanno come fondamento la dignità umana. E il concetto di dignità, espresso nel documento del Dicastero Vaticano, è vero. Anzi su di esso si basa anche la bioetica moderna.
Pensiamo a tutte le attuali questioni dell’inizio della vita, del fine vita o la cura delle patologie complesse.
Purtroppo, spesso il paziente viene lasciato solo a sé stesso, e, come ha sottolineato il Vescovo Carlo, quando lasciamo sola la persona e non curiamo le relazioni, il paziente può spingersi fino a scelte drammatiche, come ad esempio il suicidio. Dobbiamo curare maggiormente, come società, le relazioni. Siano esse con le persone malate, con gli anziani o con i giovani.
Mi sono molto ritrovata nelle parole espresse dal Vescovo Bresciani: dobbiamo tornare a mettere al centro la dignità umana nel suo complesso. La libertà, infatti, ha senso nella relazione. Una libertà individualista, invece, è una libertà illusoria e purtroppo questo prevale oggi nella nostra società.
La bioetica moderna spinge sul concetto dell’autodeterminazione responsabile, se non altro per essere consapevole della ricaduta delle scelte su se stessi e sugli altri.
Sono concetti che dovrebbero far riflettere a prescindere dall’ambito religioso. Quello di Lunedì sera è stato un incontro utilissimo su questioni molto concrete e che riguardano tutti”.
L’incontro si è concluso con una breve relazione del Prof. Fernando Palestini, vicedirettore della Caritas Diocesana, sul Convegno Nazionale della Caritas Italiana appena vissuto da una delegazione diocesana a Grado.