“Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra la Solennità dell’Ascensione del Signore. Il Vangelo della Messa afferma che Gesù, dopo aver affidato agli Apostoli il compito di continuare la sua opera, «fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio» (Mc 16,19). Così dice il Vangelo: «Fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio»”.
Con queste parole Papa Francesco ha aperto la sua riflessione durante l’Angelus di ieri, domenica 12 maggio.
Papa Francesco: “Il ritorno di Gesù al Padre ci appare non come uno staccarsi da noi, ma piuttosto come un precederci alla meta, che è il Cielo. Come quando in montagna si sale verso una cima: si cammina, con fatica, e finalmente, a una svolta del sentiero, l’orizzonte si apre e si vede il panorama. Allora tutto il corpo ritrova forza per affrontare l’ultima salita. Tutto il corpo – braccia, gambe e ogni muscolo – si tende e si concentra per arrivare in vetta.
E noi, la Chiesa, siamo proprio quel corpo che Gesù, asceso al Cielo, trascina con sé come in una “cordata”. È Lui che ci svela e ci comunica, con la sua Parola e la grazia dei Sacramenti, la bellezza della Patria verso la quale siamo incamminati. Così anche noi, sue membra – noi siamo membra di Gesù –, saliamo con gioia insieme con Lui, nostro capo, sapendo che il passo di uno è un passo per tutti, e che nessuno deve perdersi né restare indietro, perché siamo un corpo solo (cfr Col 1,18; 1 Cor 12,12-27).
Ascoltiamo bene: passo dopo passo, gradino dopo gradino, Gesù ci mostra la via. Quali sono questi passaggi da fare? Il Vangelo oggi dice: “annunciare il Vangelo, battezzare, scacciare i demòni, affrontare i serpenti, guarire i malati” (cfr Mc 16,16-18); insomma, compiere le opere dell’amore: donare vita, portare speranza, tenersi lontano da ogni cattiveria e meschinità, rispondere al male col bene, farsi vicini a chi soffre. Questo è il “passo dopo passo”. E più noi facciamo così, più ci lasciamo trasformare dallo Spirito, più seguiamo il suo esempio, e più, come in montagna, sentiamo l’aria attorno a noi farsi leggera e pulita, l’orizzonte ampio e la meta vicina, le parole e i gesti diventano buoni, la mente e il cuore si allargano, respirano.
Allora possiamo chiederci: è vivo in me il desiderio di Dio, il desiderio del suo amore infinito, della sua vita che è vita eterna? Oppure sono un po’ appiattito e ancorato alle cose che passano, o ai soldi, o ai successi, o ai piaceri? E il mio desiderio del Cielo, mi isola, mi chiude, oppure mi porta ad amare i fratelli con animo grande e disinteressato, a sentirli compagni di cammino verso il Paradiso?
Maria ci aiuti, lei che è già arrivata alla meta, a camminare insieme con gioia verso la gloria del Cielo”.