Ringraziamo Maria ed Emanuele per la preziosa collaborazione
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdì 11 Maggio la Congregazione del Santissimo Sacramento, conosciuta come Comunità dei Padri Sacramentini, di San Benedetto del Tronto, ha festeggiato l’anniversario della loro fondazione, avvenuta nel 1856 e la loro Patrona, la Madonna dell’Eucarestia.
Il vescovo Carlo Bresciani, durante l’omelia, ha ringraziato i Padri Sacramentini per tutte le attività che portano avanti con impegno e passione: “Il mio ringraziamento per il tanto bene che hanno fatto e per il bene che continuano a fare”. Ascolta l’omelia integrale
La Congregazione del Santissimo Sacramento è una Congregazione religiosa della Chiesa cattolica, è stata fondata nel 1856 a Parigi da San Pier Giuliano Eymard. Si tratta di una Congregazione apostolica di diritto pontificio, composta da sacerdoti, diaconi e fratelli, presente in 29 Paesi nei vari continenti. É organizzata in Province e Regioni con un governo centrale: il Consiglio Generale, che ha la sua sede a Roma. Ogni sei anni si tiene il Capitolo Generale, che è la più alta autorità nella Congregazione ed ha il compito di prendere le decisioni necessarie alla realizzazione della sua missione, di eleggere il Superiore Generale e i membri del suo Consiglio.
La Congregazione segue la Regola di Vita che è stata approvata dalla Santa Sede nel 1984. Attualmente il numero totale dei suoi membri è all’incirca di 868 religiosi.
Il nome ufficiale della Congregazione è “Congregatio Presbyterorum a Sanctissimo Sacramento”, con la sigla S.S.S. dopo il nome dei religiosi appartenenti, detti Sacramentini.
Vi proponiamo di seguito un breve sintesi della storia dei Padri Sacramentini, presso la comunità di San Benedetto del Tronto, curata dal prof. Ugo Marinangeli:
“Il 14 Ottobre del 1939 giungevano nella nostra città i Padri Sacramentini (sacerdoti, studenti e conversi) ed iniziarono subito la loro opera, trasformando i due fabbricati occupati in Chiesa e studentato. E la loro opera si manifestava all’esterno nei vari ambienti e strati sociali cittadini recando la Parola, il consiglio e l’aiuto. In poco tempo divennero parte integrante della popolazione sambenedettese.
E durante il periodo bellico la loro opera assistenziale si esprimeva in modo tutto particolare. La massima parte della popolazione era sfollata, ma 13 religiosi sacramentini erano rimasti in città per proseguire una memorabile opera: assistenza continua e costante a persone e cose, la difesa degli immobili e di tutto l’arredamento casalingo dallo svaligiamento. Ed eccezionale fu la loro azione dopo il più orribile dei bombardamenti, quello del 27 Novembre 1943 alle ore 12:00. Nel diario della Casa Religiosa è riportato: ‘Ci prodighiamo per amministrare i Sacramenti ai morenti, per trasportare sulle nostre spalle i feriti all’ospedale, per organizzare il disseppellimento dei morti e dei feriti rimasti sotto le macerie e trovandoci soli per il panico generale e tra il fuggi fuggi dei pochi rimasti in città’.
Ed il primo Sindaco dopo la liberazione, Gino Gregori, inviava al Superiore dei Sacramentini il 1° Agosto 1944 la seguente lettera: ‘Questa Giunta Comunale, facendo propri i desideri e i voti dell’intera popolazione Sambenedettese, mi ha affidato l’incarico di esprimere a Lei e all’intera Comunità, il devoto ringraziamento per l’opera altamente meritoria svolta a sollievo dei dolori e delle sofferenze che hanno colpito i cittadini durante le numerose incursioni aeree e navali del periodo dall’Ottobre 1943 al Maggio 1944. Ed io lo compio questo grato incarico, per attestarLe che la Sua opera e quella dei Confratelli ha oltrepassato tutto ciò che è insito nella missione che sprezza il pericolo, che non conosce sofferenze e sacrifici e che chiede di assistere e confortare soltanto: lo assolvo per dirLe che questo è il motivo per cui la cittadinanza Sambenedettese, riconoscente, intende dichiararLe la sua sincera devozione. E Lei, Padre Superiore, accolga questo plebiscito spontaneo del popolo come la manifestazione più genuina di cuori umili che sanno però comprendere, apprezzare, amare’. “