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Il teologo risponde: “Perché la pratica della magia è incompatibile con la vita?”

Di Paolo Morocutti

La Chiesa Cattolica considera la pratica della magia come peccaminosa per diversi motivi, che possono essere ricondotti alle sue dottrine e insegnamenti. Nel libro dell’Esodo, il divieto di lasciare vivere una strega (Esodo 22:18) indica una condanna della stregoneria e delle pratiche magiche che cercano di manipolare o influenzare il mondo spirituale in modi non autorizzati da Dio. Nel libro del Levitico, Dio proibisce esplicitamente la divinazione e la magia (Levitico 19:26). Questo divieto include pratiche come la lettura dei presagi, l’astrologia, gli incantesimi e la stregoneria. Il Deuteronomio contiene un elenco di pratiche occulte che sono considerate abominevoli agli occhi di Dio. Queste pratiche includono la divinazione, l’astrologia, gli incantesimi, la stregoneria, l’invocazione degli spiriti e la consultazione dei morti (Deuteronomio 18:10-12). Nel Nuovo Testamento, l’apostolo Paolo menziona la stregoneria come una delle “opere della carne” che contrastano con lo spirito di Dio (Galati 5:19-20).

L’Apocalisse di Giovanni presenta un elenco di persone che saranno escluse dal Regno di Dio, tra cui i “maghi” (Apocalisse 21:8). Questo passaggio mette in guardia contro le pratiche occulte e le associa a persone incredule e immorali. La Bibbia presenta un forte insegnamento contro la magia e le pratiche occulte, considerandole incompatibili con la fede e l’obbedienza a Dio. Questo divieto si basa sulla credenza che Dio sia l’unico sovrano del mondo spirituale e che l’uomo debba confidare in Lui e nei Suoi mezzi di grazia piuttosto che cercare di manipolare o controllare tali forze attraverso la magia. La Chiesa insegna che la vera adorazione e la fiducia devono essere rivolte a Dio solo. La magia spesso implica l’intento di manipolare o controllare le forze spirituali o gli eventi per ottenere i risultati desiderati. La Bibbia insegna che l’uomo non ha il diritto di manipolare o cercare di controllare l’ordine voluto da Dio. La volontà di Dio e la fiducia nella Sua provvidenza sono considerate fondamentali per la vita spirituale del credente. La pratica della magia può coinvolgere la divinazione, cioè la ricerca di conoscenza o rivelazioni sul futuro o su eventi nascosti.

La Chiesa insegna che la fiducia in Dio e nella Sua provvidenza è sufficiente per affrontare il futuro, e che cercare di conoscere il futuro attraverso pratiche magiche è contrario alla fede e al rapporto fiducioso con Dio. I credenti devono affidarsi a Dio come unica fonte di aiuto, protezione e grazia. La magia può portare a una presunzione e a una tentazione di cercare poteri o conoscenze che sono al di là della portata umana. L’essere umano, pur avendo una dignità particolare come creatura di Dio, rimane limitato e dipendente da Dio. La ricerca di poteri magici può essere considerata come un’usurpazione di prerogative divine e una mancanza di umiltà di fronte a Dio. La magia può spesso essere associata all’occultismo, che coinvolge pratiche che cercano di entrare in contatto con forze o entità sovrannaturali al di fuori del dominio di Dio. Su questo punto la Chiesa Cattolica insegna che l’occultismo può aprire la porta all’influenza e all’oppressione demoniaca, che va contro la volontà di Dio. Pertanto, per evitare il rischio di coinvolgimento con il male, la pratica della magia è vietata. Praticare la magia implica la fiducia in mezzi e pratiche che non sono di origine divina.

La Chiesa Cattolica sottolinea l’importanza di mettere la propria fiducia in Dio e nella Sua provvidenza, piuttosto che cercare soluzioni o poteri attraverso pratiche magiche. La fede cristiana invita i credenti a rivolgersi a Dio nella preghiera e a fidarsi del Suo amore e della Sua saggezza. La posizione della Chiesa sulla magia deriva dalla sua interpretazione dei principi e degli insegnamenti della Sacra Scrittura, della tradizione e del magistero, che insieme costituiscono il deposito della fede cattolica. È importante sottolineare che l’intento della Chiesa non è quello di giudicare o condannare le persone coinvolte nella pratica della magia, ma di guidarle verso una relazione autentica con Dio e verso il vero bene spirituale.