M.Michela Nicolais
“L’autonomia differenziata è un problema che riguarda tutto il Paese, e quindi la Chiesa italiana nel suo insieme”. A sottolinearlo è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di chiusura dell’assemblea generale dei vescovi italiani. “Domani – ha annunciato – uscirà in merito una dichiarazione del Consiglio episcopale permanente, frutto di una valutazione e di uno studio attento”. “C’è preoccupazione”, ha aggiunto il cardinale: “alcuni vescovi si sono già pronunciati, altri aspettano una posizione ufficiale”. Quella di domani, ha anticipato Zuppi, “sarà una dichiarazione molto chiara, difficilmente interpretabile”.
Una donna contro gli abusi. Tra le novità dell’ultima Assemblea della Cei, la nomina di una donna a presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori. “Non è telecomandata”, ha assicurato il cardinale riguardo alla nomina di Chiara Griffini, che succede nell’incarico finora svolto da mons. Lorenzo Ghizzoni. “È una psicoterapeuta, una professionista seria”, ha proseguito: “Continuerà ad impegnarsi su un tema che sappiamo quanto ha ferito le vittime e fatto male alla Chiesa”. “Il fatto che la presidenza del Servizio nazionale per la tutela dei minori ci sia una donna, e non un vescovo, non è un fatto secondario”, ha spiegato mons. Gianluca Marchetti, sottosegretario della Cei: “È stato appositamente cambiato lo statuto, è un segnale di assoluto interesse. Neppure in altre Conferenze episcopali c’è una figura di questo rilievo”. “Non è una persona qualsiasi”, ha rimarcato riguardo a Griffini: “È stata scelta una persona esperta nell’ascolto delle vittime, e non un giurista o una figura istituzionale. Una persona, insomma, che le mani in pasta le ha messe: si tratta di una scelta forte per implementare la tutela dei minori”.
Premierato. “Gli equilibri istituzionali vanno toccati sempre con molta attenzione”, il monito del presidente della Cei sul premierato, tema che “qualche vescovo ha ripreso, esprimendo preoccupazione” e che va affrontato “con lo spirito della Costituzione: come qualcosa di non contingente, che non sia di parte”. “È un discorso ancora aperto, vediamo come va la discussione”, ha osservato il presidente della Cei, ricordando che due anni fa il Consiglio episcopale permanente “ha indicato la legge elettorale come uno dei primi banchi di prova”.
Mafia e corruzione. Anche la mafia, secondo Zuppi, “è un problema che riguarda tutto il Paese”. “La preoccupazione della Cei – ha spiegato – è che il problema delle mafie riguarda non solo le regioni meridionali, che vivono per tradizione questa tragedia, ma tutto il Paese. Paradossalmente, le regioni del Nord hanno meno anticorpi, e le chiese del Sud le aiutano a rendersi conto delle modalità, dei trasformismi, che sono ancora più pericolosi perché più invisibili, nascosti negli interstizi legali o entrati dentro la legalità e quindi pericolosissimi”. Interpellato sulla corruzione, nel giorno dell’interrogatorio del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, il cardinale ha risposto: “Continua a preoccuparci. E’ un fenomeno che non va combattuto solo in maniera giudiziaria, ma con la legalità e l’attenzione al bene comune”. Tutti temi, questi, al centro della 5oª edizione della Settimana sociale, in programma a luglio a Trieste: “La partecipazione – ha spiegato il presidente della Cei – è l’ossigeno della democrazia, quello che aiuta a contrastare i tanti modi della corruzione, che indebolisce il Paese ed è inaccettabile”.
Europa. “Le difficoltà che hanno i partiti ad essere un noi non può non preoccupare, perché vuol dire che i meccanismi di rappresentatività sono in crisi”. Per la Cei, “non è possibile la cura del bene comune per delega: non può non esserci un coinvolgimento personale, altrimenti qualcuno decide per te e si mina tutto l’organismo”. A proposito delle cosiddette “candidature civetta” alle prossime elezioni europee, Zuppi ha argomentato: “Da una parte si può contestarle dicendo che i candidati se verranno eletti non andranno mai a Bruxelles, dall’altra si potrebbe dire che i candidati ci mettono la faccia, come a voler dire ‘garantisco io’”. “Per fortuna nella Chiesa non c’è questo problema”, ha scherzato il presidente della Cei, osservando che su questo tema “la risposta si vedrà dagli elettori”. Sempre in merito all’imminente tornata elettorale, Zuppi ha citato la lettera scritta congiuntamente dalla Cei e dalla Comece e ha ribadito: “Siamo preoccupati, perché l’Europa rischia di dimenticare l’eredità straordinaria di chi ha combattuto per la libertà dal nazifascismo. L’auspicio è che la scelta sia per un futuro maggiore, e non minore, dell’Europa. In un tempo in cui ci si confronta della pandemia della guerra, l’augurio è che l’Europa si ricordi delle sue radici: perché non ci sia più guerra. Non una tregua, ma la pace, la capacità di risolvere i conflitti non con le armi”. “I conflitti finiscono quando impariamo a stare insieme”, ha concluso: “L’impegno per la pace è costitutivo, e quindi deve crescere per l’Europa”.
Migrazioni e povertà. “Mi stupisce che ancora qualcuno metta in discussione il principio di salvare le vite: è gravissimo”, il riferimento al tema delle migrazioni. Altra preoccupazione della Chiesa italiana, la povertà, che “tende a cronicizzarsi: molte famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese”, ha sottolineato il presidente della Cei citando gli ultimi dati Istat. “Da una parte c’è la povertà cronica, dall’altro l’impoverimento, che richiede uno sforzo ulteriore”, l’analisi di Zuppi, che ha indicato nel microcredito “uno dei modi con cui la Chiesa cerca di aiutare”. Quanto agli ultimi dati sull’otto per mille, che lo vedono in calo per il 2024 dell’1.4%, Zuppi ha osservato che “c’è un cambiamento di modalità che ci preoccupa un po’, perché possono ridurre il numero di firme”.