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Montalto, Coro “La Cordata”: il presidente Di Buò e il direttore Paci ci raccontano il successo del 36° Festival degli Appennini

MONTALTO DELLE MARCHE – Si è concluso con grandi riscontri positivi, provenienti sia dal pubblico che dalla critica, il Festival degli Appennini, un evento musicale dedicato ai canti della montagna, alpini e popolari, che si svolge annualmente a Montalto delle Marche ininterrottamente dal 1988. La manifestazione, giunta quindi alla sua 36° edizione, viene organizzata dal Coro “La Cordata”, di cui fa parte anche il parroco delle comunità cristiane di Montalto, don Lorenzo Bruni.

Abbiamo incontrato Stefano Di Buò e Patrizio Paci, rispettivamente presidente e direttore del Coro “La Cordata”, per sapere come sia nata questa manifestazione e quale sia il bilancio dell’ultima edizione.

Cos’è il Festival degli Appennini?
Il Festival degli Appennini è una manifestazione canora che negli anni ha ospitato i migliori cori della coralità popolare italiana. Il repertorio spazia dai canti di lavoro e di emigrazione a quelli d’amore e di festa, fino alle melodie nate nelle trincee della Grande Guerra, offrendo al pubblico un’ampia panoramica della tradizione popolare italiana. Il festival è anche un importante momento di confronto e di crescita per i cori partecipanti, con la possibilità di scambio di esperienze e di repertorio. Quest’ultimo aspetto ha contribuito a far crescere anche la fama della nostra Montalto delle Marche, città di Felice Peretti, divenuto poi papa Sisto V, e sede oggi del Museo Sistino Vescovile, facente parte della rete dei Musei Sistini del Piceno, e della Basilica Minore di Santa Maria Assunta, che con i suoi 1800 mq di superficie è la cattedrale sistina più ampia non solo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, ma di tutta Italia.

Qual è il bilancio della 36° edizione del Festival degli Appennini avvenuta Sabato 18 Maggio 2024?
Siamo veramente soddisfatti, perché il Festival si è confermato essere un appuntamento di prestigio, molto seguito e ben riuscito, con momenti di musica e condivisione memorabili, che segneremo negli annali di questa manifestazione musicale.
Quattro sono stati i Cori che si sono esibiti e il loro livello complessivo è stato veramente alto, come testimoniato dagli applausi e dalle ovazioni dei 500 spettatori presenti, un pubblico qualificato, formato da appassionati, direttori, musicisti e coristi provenienti da tutte le Marche e dal vicino Abruzzo.

Quali Cori si sono esibiti e qual è stato il loro contributo alla serata?
Il Festival si è aperto con l’esecuzione di canti popolari marchigiani ed abruzzesi da parte del Coro “Giovani Cantori” dell’IC Rotella Montalto, che il M° Emiliano Finucci ha saputo preparare magistralmente.
È seguita poi l’attesa esibizione del nostro Coro “La Cordata” di Montalto delle Marche, diretto dal M° Patrizio Paci, che ha proposto esecuzioni espressive ed impeccabili, come “Fratello sole, sorella luna”, armonizzata dal proprio maestro, “Il Golico” di Bepi De Marzi, che narra l’epopea della Divisione Alpina Julia in terra di Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale, il suggestivo “Montagne addio”, che Giancarlo Bregani dedicò alle sue Dolomiti, e la simpatica storia del “Magnano”, lo stagnaro che prende le botte in testa da un marito geloso, durante il corteggiamento di una giovane sposa.
È stata poi la volta del Coro “Piccole Dolomiti” di Illasi (VR), diretto dal M° Zeno Castagnini, una formazione di impostazione satiana sia per vocalità sia per repertorio, che ha offerto alla sala esecuzioni caratterizzate da voci chiare e cristalline, con canti degli alpini e canti valligiani.
Ultimo ad esibirsi è stato il Coro “Valsella” di Borgo Valsugana (TN), diretto dal M° Denis Zanei, un tipico coro trentino tra i migliori del panorama corale alpino, che si è distinto per le suggestive e bellissime esecuzioni, caratterizzate da accentuate dinamiche espressive, condite da accenti improvvisi che mettono in risalto il suono pieno, tipico dei tenori e dei bassi della Valsugana, la valle esaltata nei canti proposti, come il brano “Gli Aizimponeri”, dove si narra la storia di una ragazza corteggiata dai pionieri che costruirono la ferrovia Trento – Bassano del Grappa.

Qual è stato il momento più bello di quest’ultimo Festival?
Ci sono stati veramente numerosi momenti belli che meriterebbero di essere menzionati, ma forse quelli che hanno coinvolto tutti sono stati i più entusiasmanti, come, ad esempio, quello vissuto al termine della manifestazione, quando, dopo la consueta consegna di targhe e riconoscimenti, i Cori uniti hanno eseguito “La montanara” e il “Signore delle cime”. Anche la mattinata di Domenica 19 Maggio è stata particolarmente significativa: i Cori ospiti, infatti, hanno animato la Santa Messa delle ore 11:00, presieduta dal nostro parroco, nonché corista, don Lorenzo Bruni.
In generale possiamo dire che è stata una due giorni in cui non sono mancati momenti conviviali, conditi da buon cibo, buon vino e tanta voglia di cantare insieme, come del resto accade ogni anno. Di questo siamo molto felici, perché significa che il Festival degli Appennini si è confermato essere uno degli appuntamenti più significativi del panorama corale italiano, contribuendo alla diffusione del canto popolare e alla valorizzazione del territorio, in un contesto di tradizioni musicali che da sempre vede la città di Montalto delle Marche fedele testimone e meta artistico-culturale per l’intero territorio peninsulare.

Carletta Di Blasio: