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Don Gian Luca: A che serve fare catechismo ai bambini, se poi i genitori sono perfetti non credenti?

DIOCESI – Pubblichiamo la riflessione di Don Gian Luca Rosati, parroco di Cristo Re.

-A che serve?
-Serve solo a esprimere amore.

-Ma allora è inutile.
-Sì; nel senso che non c’è utile, almeno secondo il mondo.

A che serve?
Questa domanda, che suona e risuona, dentro e fuori di me, mi ricorda che la fede, la vocazione, la sequela, la speranza, la carità, l’amore, la vita cristiana non sono EFFETTO diretto di azioni precedenti, né prodotto di ricette.
La fede, la vocazione, la sequela, la speranza, la carità, l’amore, la vita cristiana sono doni di cui meravigliarsi sempre!

La vita cristiana non è automatica; non è frutto della tecnica ma dell’incontro con Gesù e questo incontro non è detto che segni automaticamente la conversione e la sequela: vedi il caso dell’uomo ricco del Vangelo di Marco (Mc 10, 17-22).

Nel momento in cui pretendo di leggere e interpretare la vita cristiana con il principio di causalità (causa-effetto), perdo la Via, la Verità e la Vita e, anziché annunciare la buona notizia, mi rattristo, fino alla disperazione per ciò che era necessario produrre e non ho prodotto.
Come se fede, speranza e carità fossero un prodotto delle mie mani!

A contraddire il principio di causa-effetto e qualsiasi valore mondano, stasera è venuta a trovarmi la donna che ruppe il vaso pieno di profumo di puro nardo per ungere Gesù prima della Sua Passione (Mc 14, 3-9). Fu uno “spreco” fatto solo per amore di Gesù. E infatti il mondo non accettò questo gesto di puro amore e s’infuriò contro di lei: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!» (vv. 4-5). La “scusa” è l’assistenza ai poveri, ma in realtà la reazione è quella di chi, non amando, è incapace di riconoscere l’amore.

È una vita palesemente “sprecata” per amore a suscitare la domanda nel cuore di chi la VEDE o ne SENTE parlare.
È quella donna che, per amore di Cristo, va in monastero a farmi certo che Dio l’ama e mi ama, a farmi certo che «solo Dio basta» (Santa Teresa D’Avila).

È quella Teresa, madre, che si mette a raccogliere i moribondi abbandonati ai margini delle strade di Calcutta per concedere loro di morire sentendosi amati, a farmi certo che sono nato per amare!

A che serve fare catechismo ai bambini, se poi i genitori sono perfetti non credenti?

A che serve l’oratorio estivo?

A che serve la mensa per i poveri?

A che serve il mese di maggio?

A che serve…?

Serve a tutto e a tutti,
se tutte queste cose, e infinite altre ancora,
le compio, le vivo e le celebro
per amore e con amore!

Redazione: