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FOTO San Benedetto, Stefano Raffaeli e Roberto Crescenzi ammessi agli Ordini Sacri come candidati al Diaconato Permanente

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è celebrata Domenica 26 Maggio, alle ore 19:00, presso la chiesa San Filippo Neri in San Benedetto del Tronto, una Santa Messa presieduta dal vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal parroco don Gianni Croci e dal vicario parrocchiale don Gabriele Paoloni, durante la quale si è svolto il rito di ammissione agli Ordini Sacri dei candidati al Diaconato permanente Stefano Raffaeli e Roberto Crescenzi. Hanno concelebrato anche i diaconi Walter Gandolfi ed Emanuele Imbrescia, oltre a tutta la comunità riunita. Tra i fedeli anche alcuni aspiranti diaconi appartenenti ad altre Parrocchie, ma che stanno seguendo insieme a Raffaeli e Crescenzi il cammino di preparazione presso la Scuola di Formazione Teologica di San Benedetto del Tronto.

Stefano Raffaeli, che da molti anni svolge il servizio di Ministro Straordinario della Comunione nella sua parrocchia e da poco è anche collaboratore della Caritas Diocesana, ha 59 anni ed è un agente di commercio. È sposato dal 1995 con Elvira Paolini, dalla quale ha avuto tre figli: Alessandro, che ha 28 anni, Francesco, che ne ha 21, e Giorgia, che ne ha 17.

Queste le parole di Raffaeli: “Il mio cammino di fede viene da lontano. Circa dodici anni fa, dopo alcune difficoltà riscontrate lungo la mia vita,  mi sono reso conto che non servivano a niente i sostegni materiali che potevo avere. Quello che mi serviva davvero, era qualcosa di più forte, qualcosa di grande, che mi facesse cambiare rotta e mi conducesse ad amare la vita e a manifestare la gioia a chiunque mi mi circondasse, a partire dai miei familiari fino all’ultimo sconosciuto. Grazie all’aiuto di una compagnia religiosa, ho percorso un cammino lungo il quale ho ritrovato i valori fondamentali, a partire dalla mia famiglia. Una mattina di circa sei anni fa, poi, andando alla novena dell’Azione Cattolica al paese alto, mentre pregavo il Rosario, ho notato che di fianco alla statua della Madonna c’era Gesù in croce in un atteggiamento di sofferenza che ho sentito mio. In quel momento ho preso consapevolezza della mia volontà e ho detto in silenzio: ‘Signore, voglio essere per sempre al tuo servizio’.  Così, quando il mio parroco di allora, don Gabriele Paoloni, mi ha chiesto di servire la Chiesa in questo modo, ho detto subito di sì. Nonostante le difficoltà che incontro nello studio, sono contento del cammino intrapreso, perché mi sento circondato da tante persone che mi aiutano e mi vogliono bene. Persone che Domenica erano tutte al mio fianco: il vescovo Carlo, il parroco don Gianni, Mons. Gabriele, i diaconi Walter ed Emanuele, Roberto e gli altri nostri compagni di banco con cui condivido le fatiche dello studio e la gioia del cammino. Poi coloro che hanno animato la Santa Messa in modo semplice, ma carico di familiarità: i ministranti che hanno servito all’altare, i catechisti,  il coro e tutta la comunità che mi ha sostenuto. Chiaramente la parte più importante di questo cammino è rappresentata dal sostegno della mia famiglia, ovvero di mia moglie Elvira e dei miei figli, che  raccolgono le gioie e le difficoltà che questo cammino comporta. Domenica, mentre avevo tutti intorno a me, ancora una volta ho avuto conferma di quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri e di quanto la nostra fede non debba essere un fatto privato, bensì si nutra di testimonianza viva nel mondo.  Il mio ringraziamento quindi va a tutta la comunità, che ancora una volta mi ha insegnato qualcosa di grande per la mia vita. Grazie di cuore”.

Anche Roberto Crescenzi da molti anni svolge il servizio di Ministro Straordinario della Comunione nella sua parrocchia ed è anche catechista dei giovani. Ha 47 anni ed è un ingegnere gestionale. È sposato dal 2008 con Romina Ciriaci, con la quale ha avuto tre figli: Anna, di 14 anni, Pietro, che ne ha 12, e Maria, che ha 11 anni.

Queste le parole di Crescenzi: “Ringrazio infinitamente la comunità di San Filippo Neri che mi ha fatto scoprire il servizio, una parola che in questo periodo ho ripetuto spesso nel mio cuore.
Sono pronto per questa chiamata? Me lo sono chiesto più volte in questi mesi, dopo la proposta del Vescovo, e ho capito che non si è mai pronti, quando si deve iniziare un cammino, perché non si sa mai quello che ti aspetta. Il servizio, in particolare, è un cammino verso un prossimo ‘sorprendente’. Per rispondere a Dio ci vuole coraggio quindi, consapevole che non ti lascerà mai solo.
A fine celebrazione il mio sguardo si è soffermato per un attimo verso il grande quadro di San Filippo Neri, appoggiato sulla parete della chiesa, il quale raffigura il santo con gli occhi rivolti verso il cielo, ormai avanti con l’età, in compagnia di tanti giovani e di Maria con Gesù bambino tra le braccia. Il mio desiderio è di intraprendere il cammino di diaconato avendo come icona questa immagine, un servizio in grado di abbracciare tutti, giovani e anziani, generazioni diverse, che spesso, seppur per ragioni diverse, sono fragili da sole ed hanno bisogno l’una dell’altra per cambiare in meglio il mondo. La figura della Madonna che sorregge Gesù fanciullo con attorno tanti giovani, invece mi fa pensare all’amore sponsale e fecondo della famiglia, attento ed aperto al mondo. Ringrazio Dio per la moglie e i figli che mi ha donato, perché mi aiutano a sperimentare quotidianamente il Suo amore, e per questo mi impegnerò a non trascurarli. Non sarà un caso che l’ammissione al diaconato per me e per Stefano sia stata celebrata il giorno nel quale la Chiesa ricorda San Filippo. Tra le sue affermazioni più celebri quella che mi affascina di più è: “Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso”. Spero con tutto il cuore di riuscire a imitare la sua umile scelta di servire i deboli”.

Il vescovo Carlo Bresciani, durante la sua omelia, commentando il brano dell’evangelista Matteo (Mt 28,16-20) nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato la solennità della Santissima Trinità, ha affermato: “Dice il Concilio Vaticano II, nella costituzione pastorale Gaudium et Spes, che noi, come Chiesa, dobbiamo essere ad immagine della Trinità. Cosa significa questo? Certamente non vuol dire che siamo come Dio! Ma siamo ad immagine della Trinità, quando mettiamo insieme i vari doni he abbiamo, quando siamo costruttori di unità. Questa è la missione di tutti noi cristiani. E questa è anche la vostra missione, cari Stefano e Roberto: essere portatori dell’amore di Dio nel mondo. Se comprendiamo questo, capiamo la grandezza, ma anche la bellezza, del grandissimo mistero della Trinità, quel mistero d’amore nel quale siamo chiamati sempre di più ad immergerci”.

Al termine della celebrazione il parroco don Gianni Croci ha colto l’occasione per ringraziare Mons. Bresciani, che il prossimo 30 Giugno lascerà la guida pastorale nella nostra Diocesi per raggiunti limiti di età: “Caro vescovo Carlo, penso di interpretare i sentimenti di don Gabriele e di tutta la comunità, nel dirle grazie. Grazie per la sua presenza e la sua parola. Grazie perché abbiamo capito in questo tempo che ci vuole bene. E grazie anche per questo dono di Stefano e Roberto, che iniziano il loro cammino per diventare diaconi: sentiamo davvero il bisogno di persone che si mettano a servizio della comunità”.

Presenti alla celebrazione numerosi fedeli: oltre alle mogli e ai figli dei due aspiranti diaconi, c’erano anche altri parenti, amici e parrocchiani. Tra questi anche Orietta Badiali, Ministro Straordinario della Comunione, membro dell’Unitalsi e componente del Consiglio Pastorale Parrocchiale, la quale rivolge questo augurio a Raffaeli e Crescenzi a nome della comunità: “Conosco molto bene Roberto e Stefano, perché la madre dell’uno e la suocera dell’altro sono due mie carissime amiche.
Ho conosciuto Stefano quando è venuto ad abitare nella nostra parrocchia, avendo sposato una giovane della nostra comunità, ma ho avuto modo di approfondire la sua conoscenza durante la preparazione per divenire ministri straordinari della Comunione. Da quasi un decennio la Domenica facciamo servizio alla Messa delle ore 11:30 e quindi ho spesso modo di confrontarmi con lui. Devo dire che, con pazienza e gentilezza, coordina tutti noi ministranti e manifesta sempre una ferma e convinta devozione sia con le parole di sostegno che elargisce a chi ne ha bisogno sia con il suo comportamento affabile e tenace nelle difficoltà. Da tempo collabora con il Gruppo delle Vincenziane, che distribuisce i pacchi alimentari alle persone che si trovano in difficoltà economiche. Ultimamente ha iniziato anche ad occuparsi del servizio mensa presso la Caritas Diocesana. È una persona sempre spiritosa, ma non leggera, anzi è preciso nell’organizzazione e molto disponibile verso tutti.
Roberto, invece, lo conosco da quando era nel grembo della madre e l’ho visto crescere, avendo anche l’età dei miei figli. È sempre stato attivo in parrocchia, da piccolo come chierichetto, poi come animatore dei giovani e adesso anche nell’Equipe Notre – Dame. Quando lo incontro in parrocchia, lo vedo sempre circondato di giovani ed impegnato nell’annuncio. Ma, anche se è occupato, trova sempre il modo di salutare tutti i fedeli che gli passano accanto. È una persona solare, ha sempre un sorriso e parole di conforto verso tutti.
Nonostante gli impegni di lavoro, entrambi sono sempre molto presenti nelle loro famiglie e anche nelle attività della parrocchia. La nostra comunità è grata al Signore per averci donato due parrocchiani così disponibili ad aiutare nel servizio alla Chiesa e per la Chiesa. Li ringraziamo quindi per il tempo che riservano alla nostra parrocchia, un vero e prezioso dono che è frutto del dono di fede a loro volta ricevuto. La nostra comunità prega il Signore, affinché li guidi, sostenga e protegga lungo l’arduo, ma meraviglioso cammino. Noi saremo loro vicino, oltre che con la preghiera, anche con sentimenti di gratitudine ed affetto”.

La redazione del giornale L’Ancora e l’intera comunità diocesana fanno a Stefano e Roberto i migliori auguri di buon cammino!