In occasione dell’ottava conferenza di Bruxelles Medici senza frontiere (Msf) invita i donatori internazionali ad “aumentare i fondi per supportare il sistema sanitario in Siria settentrionale. La situazione nel Paese è disastrosa, i bisogni medici nella regione sono enormi rispetto ai servizi sanitari disponibili e la popolazione subisce le conseguenze di un sostegno limitato e della chiusura di ospedali e strutture sanitarie. Eppure, dopo anni di conflitto, milioni di persone nel nord della Siria devono affrontare sfide sempre più grandi per accedere all’assistenza sanitaria a causa dei tagli ai finanziamenti”.
Nei governatorati di Idlib e del nord di Aleppo, “quasi un terzo delle strutture sanitarie hanno chiuso o hanno parzialmente sospeso le attività a causa della mancanza di fondi, lasciando un milione e mezzo di persone senza accesso a cure mediche di emergenza e salvavita. Secondo le autorità locali, 112 strutture sanitarie rischiano di chiudere entro la fine di giugno”, informa Msf. Ad oggi il finanziamento totale necessario per rispondere ai bisogni umanitari in Siria è di 4,07 miliardi di dollari. Tuttavia, solo il 6% del totale – ovvero 326 milioni di dollari – è stato finanziato attraverso il Piano di risposta umanitaria (Hrp). La popolazione vive una situazione sempre più difficile, con una diminuzione delle strutture sanitarie funzionanti che sono sempre più sovraffollate, la carenza di farmaci e la mancanza di personale.
La carenza di fondi e l’impatto sul sistema sanitario potrebbero portare al deterioramento delle condizioni di salute, all’aumento delle epidemie e alla compromissione della qualità della vita delle persone. Bambini e donne in gravidanza potrebbero essere particolarmente colpiti, ad esempio, in assenza di campagne di vaccinazione. Tutto ciò avviene in una regione già colpita dalla distruzione del terremoto del febbraio 2023 e da più di 13 anni di conflitto. Le risorse idriche sono sempre più scarse e la popolazione dipende sempre più dall’acqua fornita dai camion e dalle reti idriche, ostacolate però da forniture di energia elettrica instabili e dagli alti costi del carburante. Per questo la popolazione è costretta a ridurre il consumo d’acqua o a bere acqua non sicura.
Negli ultimi mesi, 77 strutture sanitarie nel nord-ovest della Siria sono state costrette a sospendere le attività per mancanza di fondi, tra cui 17 ospedali, nove dei quali sono ospedali per donne e bambini. Per migliorare l’accesso alle strutture sanitarie per le persone nel nord-ovest della Siria, ripristinare le strutture sanitarie danneggiate dal terremoto e renderle di nuovo operative è essenziale garantire finanziamenti adeguati.