Operatori della diocesi di Wabag in Papua Nuova Guinea hanno potuto raggiungere l’area colpita dalla frana dopo aver percorso 2 ore e mezza di strada. In un primissimo report giunto al Sir, la diocesi che opera proprio nell’area colpita dallo smottamento di venerdì scorso, fa sapere di aver risposto alle primissime emergente, portando cibo alle popolazioni direttamente colpite dal disastro. “Abbiamo anche dato forniture mediche ai feriti minori e ai feriti gravi; li abbiamo portati nei nostri centri sanitari e nell’ospedale di Wabag e sono sotto medicazione”.
Le frane – scrivono il vescovo, i sacerdoti e gli operatori Caritas della diocesi – hanno lasciato detriti fino a 8 metri di profondità su 200 km quadrati, interrompendo l’accesso stradale, rendendo difficili i soccorsi, ma alcune persone di buona volontà ci hanno aiutato a raggiungere il posto con le scorte di cibo e medicine che avevamo portato”. Circa 3.950 persone risiedevano nel villaggio Kaokalam sulla montagna che è stato praticamente raso al suolo dalla frana. Lì è presente la parrocchia di Kasap, della diocesi cattolica di Wabag, provincia di Enga.
Più di 1.500 persone sono state colpite. Secondo i sopravvissuti e i membri della comunità locale sono state sepolte 178 persone e più di 255 case sono distrutte. Finora la popolazione locale ha trovato solo 4 cadaveri e la gamba di un uomo. Altre case potrebbero essere a rischio se la frana continuasse a venire giù in qualsiasi momento perché anche le montagne vicine si sono già spaccate. 1.322 sopravvissuti provenienti da 250 famiglie necessitano di assistenza immediata per i bisogni primari; come cibo, vestiti, assistenza medica, rifugi temporanei, acqua, coperte, stuoie, kit di articoli sanitari… nel prossimo futuro laddove si reinsedieranno, gli sfollati avranno bisogno di aule scolastiche, centri sanitari, strutture per i servizi igienico-sanitari, chiese ecc.. Le stime iniziali delle vittime potrebbero aumentare, man mano che i soccorritori trovano i corpi. “Sospettiamo che non si tratti solo di una massiccia frana ma anche di un terremoto a causa dei grandi scricchiolii dalla montagna rocciosa al fiume vicino”. La diocesi ringrazia dei messaggi di cordoglio. “Restate con noi in solidarietà e nelle vostre preghiere”.
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