SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si sono svolti Mercoledì 29 Maggio, a partire dalle ore 18:15, presso la chiesa Sant’Antonio di Padova in San Benedetto del Tronto, i festeggiamenti in onore di Gilbert Keith Chesterton in occasione del 150° anniversario della sua nascita. Gli eventi in onore del giornalista e scrittore britannico, convertito al Cattolicesimo, sono stati organizzati dalla Parrocchia Sant’Antonio di Padova, in collaborazione con la Società Chestertoniana Italiana, l’Associazione “Il portico di Padre Brown”e la Compagnia dei Tipi Loschi, che nel 2008 ha fondato a Porto d’Ascoli una Scuola Parentale Libera intitolata proprio a Chesterton.
Nella prima parte della serata, dopo la preghiera del Rosario, è stata celebrata la Santa Messa, presieduta dal vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal parroco padre Massimo Massimi e da padre Roberto Brunelli, grande estimatore di Chesterton e socio della Società Chestertoniana Italiana. Presenti anche il diacono Walter Gandolfi e, tra i fedeli accorsi, anche l’avv. Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana.
Durante l’omelia, oltre al giornalista e saggista britannico, Mons. Bresciani ha ricordato anche un’altra figura cristiana di spicco, papa Paolo VI, che, essendo morto nel giorno in cui si celebra la Trasfigurazione, ovvero il 6 Agosto, nel 1978, viene ricordato dalla Chiesa non nella data della sua morte, bensì in quella della sua ordinazione, avvenuta proprio il 29 Maggio nel 1920. Queste le parole del vescovo: “Oggi mi pare ci sia una felice coincidenza: da un lato ricordiamo questo scrittore convertito al Cristianesimo e dall’altra papa Paolo VI, che era un grande estimatore di Chesterton. Già nel 1926 ebbe a leggere il suo libro su San Francesco di cui fece una recensione molto accurata per i Fucini. Inoltre, come rappresentante della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), nella presentazione del programma lo citò ben dieci volte. In seguito lo citò altre tre volte nelle sue omelie”. Dopo aver ripetuto testualmente i vari passaggi di Chesterton ripresi da papa Montini, il vescovo ha affermato: “Ho voluto fare queste citazioni per dire la stima profonda che papa Paolo VI aveva nei confronti dello scrittore. Questo significa che aveva riconosciuto in lui il suo essere un apologeta, ovvero uno che si dedicava a difendere il Cristianesimo da chiunque lo criticasse o denigrasse, affrontando le sfide del mondo moderno in maniera così efficace da divenire un modello, un lume per tutti i neolaureati cattolici”. Non è un caso che a Chesterton venne conferito da Papa Pio XI l’appellativo di “defensor fidei” (ovvero difensore della fede), un titolo che all’epoca spettava solo ai re.
Commentando poi il brano del Vangelo del giorno (Mc 10, 32-45), il vescovo Bresciani ha detto: “È singolare quello che avviene tra gli Apostoli e che viene narrato con estrema sincerità nel brano che abbiamo appena ascoltato: da una parte c’è Gesù, che ha iniziato l’ultimo viaggio verso Gerusalemme e sta spiegando ai suoi cosa Gli succederà; dall’altra ci sono gli Apostoli che pensano ad altro, a chi siederà ai primi posti. Gesù risponde e spiega che cosa debba realmente animare i Cristiani: non la ricerca di posti d’onore, ma il modo migliore per servire. Certamente i modi per servire la Chiesa sono molteplici ed entrambi questi due uomini, che oggi la Chiesa ricorda, hanno servito il mondo. Paolo VI è stato un amante fortissimo della Chiesa e un umile servitore, così umile che non voleva entrare nella diplomazia ed infatti all’inizio fece resistenza, ma alla fine accettò per obbedienza al suo padre spirituale. Anche se in una maniera diversa, è stato certamente un modo di servire anche quello di Chesterton, un uomo che era innamorato di Cristo e della Chiesa e che ha cercato di servire la Chiesa con gli strumenti che aveva a disposizione. Proprio come tutti noi, che siamo chiamati alla stessa cosa, ovvero ad amare Gesù e la Chiesa là dove siamo, nella situazione che viviamo, con gli strumenti che abbiamo. Allora stasera sentiamo rivolto anche a ciascuno di noi l’invito di Gesù a diventare servo di tutti. Il cristiano, infatti, non è chiamato ad affermare se stesso, la propria identità, ma a donare se stesso per il bene dell’altro“.
Il presidente Marco Sermarini, ai nostri microfoni, ha dichiarato: “Per noi quella di Mercoledì è stata una ricorrenza felice, perché Chesterton è un grande punto di riferimento. Prima di tutto, come giornalista, ha raccontato la bellezza della vita nella fede: grazie ai suoi articoli, infatti, ha comunicato al mondo che la fede ha a che fare con la vita di tutti i giorni e ha quindi insegnato l’amore per il quotidiano, per le piccole cose. Poi è stato ed è tuttora l’emblema di una fede razionale: spesso ragione e fede vengono viste come contrapposte; egli, al contrario, si converte a quarantotto anni, quindi da adulto, e abbraccia il Cristianesimo dopo un percorso di tipo razionalistico, che egli stesso racconta nel suo libro ‘Ortodossia’, in cui spiega come, attraverso la filosofia, sia giunto ad affermare l’esistenza di un dio e come quel dio abbia il nome del Dio dei Cristiani”.
Dopo la celebrazione, la festa è proseguita presso i locali dell’oratorio, dove i ragazzi della Compagnia dei Tipi Loschi hanno preparato una cena gustosa, accompagnata dalle birre di stile inglese dei birrifici artigianali Opperbacco e Humus. Durante la serata alcuni componenti dell’Associazione “Il portico di Padre Brown” hanno letto e commentato alcuni brani scelti di Chesterton. Presenti alla cena molti estimatori di Chesterton, alcuni provenienti anche dalle zone limitrofe, come ad esempio don Francesco Mangano della Diocesi di Ascoli Piceno, fondatore dell’Associazione “Il portico di padre Brown”. Queste le sue parole: “Io e la dott.ssa Pina Traini abbiamo fondato questa associazione che si ispira a Lord Chesterton, come si evince dal nome, che fa riferimento al celebre presbitero investigatore, protagonista di oltre cinquanta racconti gialli dello scrittore britannico. L’intento è quello di far conoscere meglio la figura di Chesterton, come è avvenuto Mercoledì sera. Per tutti è stata una bellissima serata e per molti è stato anche un modo per iniziare o approfondire la conoscenza di questo personaggio che ancora oggi è molto attuale e ha tanto da dire a tutti noi”.
La comunità, grata per i bei momenti di festa vissuti, dichiara: “Grazie di cuore a padre Roberto Brunelli, per aver ideato e curato nel dettaglio questa festa. Grazie al parroco padre Massimo Massimi, che ha accolto l’originale idea con entusiasmo, e a padre Ionut Totu, che ha collaborato in diverse fasi della festa. Non ci è mancato nulla, siamo stati coccolati in tutto, ci è spiaciuto solo andar via! Grazie poi a Raffaella Silenzi, che ha coordinato tutte le forze in campo e che ormai è stata ufficialmente nominata la parish parties planner, ovvero l’organizzatrice delle feste della parrocchia Sant’Antonio! Grazie al giovane chef Antonio Fratta, che proprio quella sera ha compiuto ventuno anni, e agli altri giovani presenti in cucina: Cristiano Gaggiano e Marco Toppi, una gioventù sana, appassionata e operosa! Infinitamente grazie anche a Sandra Collini, Renata Fratta, Marco Fratta, Marco Consorti e Gabriele Romani, per l’aiuto prezioso dato prima e dopo la festa! Poi immensamente grazie anche a Giovanna Medori e fra’ Pierino Zingaretti, lavoratori instancabili, due uragani di energia e forza. Un plauso infine al prof. Giancarlo Brandimarti: padre Roberto gli aveva affidato la ‘mission impossible’ di tradurre un testo di Chesterton in sambenedettese e lui lo ha accontentato. Operazione magnificamente riuscita, grazie alla sua bravura e al suo estro!”