“Negli ultimi 15 anni la percentuale di fumatori si è ridotta, ma troppo lentamente. Erano il 30% nel 2008, adesso si attestano al 24% – evidenzia il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Rocco Bellantone -. Questo processo va accelerato puntando sulla prevenzione, che deve partire dalle scuole. Sono infatti proprio le scuole uno dei luoghi principali in cui costruire una socialità tra i bambini e ragazzi che punti a promuovere stili di vita sani, come l’abitudine a non fumare”.
L’Istituto superiore di sanità ha attivato nel 2000 il telefono verde contro il fumo, che risponde al numero 800554088. Si tratta di un servizio nazionale anonimo e gratuito, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16. Dal 2003 ad oggi, quindi in 20 anni, sono state circa 111mila le chiamate gestite.
Nel 2023, anno di riferimento dell’ultima rilevazione, i centri antifumo sul territorio sono 223, in calo rispetto all’anno precedente in cui erano 241. La Regione che dispone di un maggior numero di centri è il Piemonte con 31, seguita dalla Lombardia con 29 e dal Veneto con 27.
I risultati completi verranno illustrati domani, venerdì 31 maggio, durante il convegno organizzato dal Centro nazionale dipendenze e doping insieme all’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” e alla Società italiana di tabaccologia, che potrà essere seguito in streaming al link: https://www.iss.it/-/xxvi-convegno-nazionale-tabagismo-e-servizio-sanitario-nazionale-.
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