Di Daniele Rocchi
(Rondine) “I giovani siriani hanno la guerra nelle loro teste, la vivono quotidianamente, è dentro di noi. Ci facciamo i conti ogni giorno perché non è mai finita. Siamo chiamati a ricostruire ciò che la guerra ha rotto nelle nostre vite, la nostra cultura, la nostra comunità, il nostro futuro”.
Jacklin è una giovane siriana di Damasco ed è la coordinatrice del “Centro Giovani” della capitale siriana, avviato nel 2019 insieme ad altri suoi coetanei. Si tratta di “un punto di incontro – racconta – e condivisione aperto a tutti i giovani di ogni fede ed etnia, residenti o sfollati, un luogo di confronto tra pari dove rafforzare il proprio impegno all’interno della società civile. Abbiamo cominciato con una serie di laboratori di artigianato tradizionale siriano per la tecnica decorativa Ajami, di attività culturali per approfondire la nostra storia e le radici comuni, di corsi di formazione per valorizzare il protagonismo dei giovani”. In questi giorni Jacklin è a Rondine Cittadella della pace (Arezzo) per partecipare all’ottava edizione di YouTopic Fest, il Festival internazionale sul conflitto (30 maggio – 1° giugno). Tre giorni “disarmanti” – come recita il tema – di incontri e di laboratori “per ritrovare la fiducia, per andare insieme alle radici della fiducia e capire perché valga la pena correre il rischio di mettersi in gioco e scommetterci ancora”.
La scommessa. Una scommessa che Jacklin ha deciso di accettare, implementando l’impegno del Centro nel campo dell’educazione alla pace, alla riconciliazione e alla coesione sociale. La spinta è venuta dalla seconda conferenza “Mediterraneo frontiera di pace” (Firenze, 23-27 febbraio 2022) che rilanciò l’Opera Segno, frutto concreto della prima edizione che vide riunirsi a Bari i vescovi di 19 Paesi affacciati sul Mare Nostrum.
Un progetto affidato e sviluppato da Caritas Italiana e da Rondine Cittadella della Pace, dove i giovani protagonisti sono stati formati. “Della Siria si è sempre detto che, prima del conflitto, era un mosaico unico di fedi, di etnie, di storia. Questo mosaico – spiega la coordinatrice del Centro – è stato spazzato via dalla guerra e adesso sta a noi giovani giocare un ruolo di primo piano per ricomporlo attraverso relazioni pacificate. Abbiamo la speranza di farcela grazie anche al sostegno della Caritas Italiana e di Caritas Siria. Sono venuta a Rondine Cittadella della Pace per conoscere apprenderne il metodo” che consiste nel
“promuovere la trasformazione creativa del conflitto, facendo scoprire la persona nel proprio nemico. Perché il vero nemico è la guerra non l’altro”.
In rampa di lancio percorsi di formazione sul tema della pace e riconciliazione pensati anche per i giovani delle parrocchie e per lo staff Caritas. “Tredici anni di guerra pesano sulle speranze e sui sogni dei giovani siriani – sottolinea Jacklin – per questo il nostro Centro vuole rispondere concretamente al loro desiderio di trovare luoghi di incontro e di partecipazione dove aprirsi al dialogo e alla riconciliazione”. Il pensiero di Jacklin non si ferma alla Siria ma va diretto alla guerra tra Hamas e Israele:
“l’eco di questo conflitto lo sentiamo anche qui e ci preoccupa. Abbiamo deciso di promuovere momenti di preghiera, così ogni settimana giovani musulmani e cristiani si ritrovano nei rispettivi luoghi di culto, moschee e chiese, per chiedere a Dio il dono della pace”.
Fidarsi dei giovani. Dalla Siria al Libano, segnato da una grave crisi politica e finanziaria, dove Graziella, 24 anni, di Beirut, sempre nell’ambito dell’Opera Segno, ha avviato con Caritas Libano, il progetto “Giovani per il bene comune”. “Nella prima fase – spiega – abbiamo condotto attività di sensibilizzazione e formazione nelle scuole, nelle associazioni, per dotare i giovani di competenze per impegnarsi nella società attraverso il volontariato”. Un lavoro che porterà in questo mese ad avviare la seconda fase del progetto. “Abbiamo pensato ad iniziative estive per i bambini, alla ristrutturazione di case, all’organizzazione di eventi sportivi e ricreativi. In questi casi il nostro compito sarà quello dell’assistenza e del coordinamento di tutte queste attività”. La formazione ricevuta a Rondine nel 2022 è servita a Graziella per alimentare “la passione per aiutare gli altri”.
“È doloroso vedere i miei connazionali soffrire a causa della negligenza della politica. I giovani possono portare idee innovative per affrontare sfide come la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale, lo sviluppo economico e la pace”.
Concetti ribaditi con forza all’incontro “Un mosaico di fiducia: l’impatto dei giovani di Rondine nel Mare di Mezzo”, all’intero del “YouTopic Fest”: “La nostra volontà è quella di costruire un futuro migliore, i giovani possono essere il motore per il cambiamento e il progresso nel nostro Paese e nella regione mediterranea”. Parlare di mosaico di fiducia, conclude, “per me vuol dire creare legami solidi e durature tra le diverse comunità, essenziale per affrontare le sfide comuni, in primis le tensioni geopolitiche che attanagliano il Mediterraneo e non solo il Libano. Dialoghi aperti e progetti collaborativi possono contribuire a promuovere la cooperazione e la solidarietà. Tuttavia, è cruciale fornire ai giovani spazi e mezzi sostenere le loro iniziative. In una parola, fidarsi di loro e aiutarli a brillare”.