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Force, Roberto Marcoionni ammesso agli Ordini Sacri come candidato al Diaconato Permanente

Foto di Andrea Caimmi, Riccardo Frati e Stefano Raffaeli

FORCE – Si è celebrata Domenica 9 Giugno, alle ore 18:00, presso la chiesa San Paolo Apostolo in Force, una Santa Messa presieduta dal vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal parroco don Luca Rammella, durante la quale si è svolto il rito di Ammissione agli Ordini Sacri di Roberto Marcoionni, Candidato al Diaconato Permanente. Hanno concelebrato anche i diaconi Natalino Marinozzi, Walter Gandolfi ed Emanuele Imbrescia, oltre a tutta la comunità riunita. Tra i fedeli anche altri candidati al Diaconato appartenenti ad altre Parrocchie, che stanno seguendo insieme a Marcoionni il cammino di preparazione presso la Scuola di Formazione Teologica di San Benedetto del Tronto.

Roberto Marcoionni, che da tempo è catechista nella sua parrocchia, è un poliziotto e ha 59 anni. È sposato con Maria Paola Angeletti, con la quale ha avuto due figli: Francesco e Andrea, rispettivamente di 18 e 16 anni.

Queste le parole di Roberto Marcoionni: “Il giorno che è stata fissata la data della mia ammissione agli Ordini Sacri come candidato al Diaconato Permanente, non ho notato che si sarebbe trattato del giorno successivo al Pellegrinaggio Macerata – Loreto. Quando il mio amico fraterno e diacono Natalino mi ha proposto di aiutarlo a trasportare i pellegrini a Macerata per effettuare il pellegrinaggio, ho sentito forte nel cuore, quale fosse la cosa giusta da fare, ovvero non preparare il giorno del rito, immerso nella preghiera personale, bensì viverlo con 60.000 fratelli e sorelle, condividendo con loro l’emozione di mettersi sotto il manto della Mamma Celeste, nella Santa Casa di Loreto. Il mio percorso di fede è iniziato in un altro luogo mariano nel 2000, quando io e mia moglie Paola abbiamo affidato il nostro matrimonio alla Madonna dell’Ambro e Domenica scorsa, dopo 24 anni, la mia sposa era ancora vicino a me, davanti al nostro Vescovo, per dare il suo consenso all’inizio del mio percorso Diaconale. Ringrazio i miei figli che, nonostante la loro giovane età, hanno capito quanto fosse importante intraprendere questo percorso e mi sono stati vicino, insieme alle persone a me care. Ringrazio inoltre i sacerdoti che si sono succeduti a Force, che mi hanno dato la possibilità di accompagnare fino alla Cresima, come catechista, tanti ragazzi e ragazze, che mi hanno permesso di diventare ministro straordinario della Comunione e di potermi mettere ancora più assiduamente alla sequela di Gesù. Ringrazio poi tutta la comunità di Force, che, dopo il mio matrimonio con Paola, mi ha aperto le braccia, mi ha donato la sua fiducia e la sua amicizia. Ringrazio infine tutti i diaconi della nostra Diocesi, che hanno accolto me e gli altri candidati con tanto affetto.
Certamente, quando Sua Eccellenza mi ha proposto di fare questo percorso, ho sentito forte il peso di questa grande responsabilità, ma, come sempre, nostro Signore mi è stato vicino, mettendo sul mio cammino il passo di una delle lettere di San Bonifacio (Lett. 78;MGH, Epistolae, 3, 352. 354): “Confidiamo in Lui che ha messo sulle nostre spalle questo peso. Ciò che noi da soli non siamo capaci di portare, portiamolo con il Suo aiuto. Egli è onnipotente e dice: ‘Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero’ (Mt 11, 30).
Chiedo a tutti di stare vicino con la preghiera a noi candidati diaconi, affinché possiamo riuscire a fare sempre la volontà di Dio e a completare il nostro cammino Diaconale“.

Il vescovo Carlo Bresciani, durante la sua omelia, ha affermato: “Siamo qui oggi per ammettere Roberto agli Ordini Sacri come candidato al Diaconato Permanente, per mettersi completamente a servizio della Chiesa. È bello vedere che con lui ci sono gli altri suoi compagni di viaggio, che fanno lo stesso cammino. In questo momento la nostra Diocesi è gratificata dalla Grazia di Dio, perché c’è un bel gruppetto di candidati al Diaconato: ne sono ben sei, che si mettono in gioco per seguire questa chiamata che il Signore rivolge loro attraverso la Chiesa e che verrà confermata solo al momento dell’Ordinazione. Nella lettera di San Paolo ai Corinzi, che abbiamo appena ascoltato, ci viene presentato un aspetto fondamentale che riguarda tutti i cristiani, quindi anche i diaconi e i candidati al Diaconato: che cosa significa credere in Gesù? La fede non è solo un pensare, un dire: ‘Io credo’. Certamente è anche questo, ma viene aggiunto un aspetto in più: ‘Perciò ho parlato’. La fede quindi non è un custodire intimisticamente tutto quello che io credo dentro di me, bensì è necessario parlare agli altri di quello in cui credo. San Paolo dice: ‘Siate miei imitatori’, ovviamente nel parlare, nel dire della propria fede agli altri. Dunque, portarla agli altri, è un modo di vivere responsabilmente la fede. Oggi in pubblico si parla di tutto; l’unica cosa che viene ritenuta sconveniente è parlare di Dio, di Gesù e della fede! Stasera, invece, quello che stiamo vivendo dice qualcosa di diverso: dice che la fede porta ad assumere una responsabilità non solo verso se stessi, ma anche verso gli altri. Il Diaconato Permanente, infatti, significa mettersi a servizio di Dio nella Chiesa“.

Al termine della celebrazione anche il parroco don Luca Rammella ha speso belle parole per Marcoionni: “Sono giunto qui a Force quasi nove anni fa e, tra le prime persone che ho incontrato, c’è stato proprio Roberto. Dalle prime chiacchierate e confessioni mi è stato subito chiaro che Roberto avesse dentro di sé un potenziale di fede e buona volontà che forse avrebbe potuto esprimere attraverso un modo più grande e completo di servire la Chiesa, che è quello del Diaconato. Subito gli feci questa proposta e lui mi disse che anche don Mariano gli aveva detto la stessa cosa, ma i tempi non erano maturi. Ora invece mi pare che i tempi siano veramente maturi. Tutta la comunità è piena di gioia per questo passo importante che Roberto e la sua famiglia stanno compiendo a servizio della Chiesa. La Chiesa è la speranza del mondo, è il Corpo di Cristo, è la nostra unica possibilità di comprendere quel grande mistero che è la vita; quindi servire la Chiesa è un grandissimo onore, così come è un grandissimo onore per una comunità piccola come la nostra avere al suo interno un uomo che fa una scelta di fede così bella e così matura. Lo accompagneremo sempre con il nostro affetto e la nostra preghiera”. Don Rammella ha ricordato i doni che la piccola comunità forcese ha avuto nella sua storia: Madre Flora Pallotta, fondatrice della Congregazione delle Suore “Missionarie della Fanciullezza”; il Venerabile Francesco Antonio Marcucci, fondatore della Congregazione delle Suore “Pie Operaie dell’Immacolata Concezione“; la Beata Maria Assunta Pallotta, appartenente alla Congregazione delle Suore “Francescane Missionarie di Maria“, mandata ad evangelizzare in Asia, morta a soli 27 anni, lasciando nella casa per tre giorni un soave profumo, e per questo venerata dai Cinesi come “La Santa dai profumi“. Don Rammella ha poi espresso il suo desiderio di poter ricevere dalla comunità anche qualche vocazione religiosa, magari una chiamata al presbiterato da parte di qualche giovane uomo o alla vita consacrata da parte di qualche giovane donna. La cerimonia è stata anche l’occasione per salutare il vescovo Bresciani, al quale ha detto: “Eccellenza, noi le siamo molto grati. Abbiamo sempre sentito la sua vicinanza, ad esempio durante il terremoto e anche ora con la realizzazione del centro di comunità. Grazie di cuore per il suo affetto per noi“.

Tra i numerosi familiari, parenti, amici e parrocchiani presenti alla celebrazione, c’era anche Suor Cristina Di Paolo, responsabile della Casa di Preghiera della Congregazione “Missionarie della Fanciullezza”, ubicata a Force, nella casa paterna della fondatrice, Madre Flora Pallotta.  Queste le sue parole: “Conosco Roberto da molti anni e, insieme a lui, anche la sua bella famiglia: i figli Francesco e Andrea sono stati miei alunni a catechismo dalle Elementari fino alle Scuole Medie, quando hanno ricevuto il Sacramento della Cresima. Erano bambini molto interessati ad ascoltare, educati e partecipi, segno che Roberto e sua moglie Paola hanno insegnato ai loro figli l’educazione, il rispetto, l’importanza dell’ascolto durante le lezioni di catechismo, la generosità, anche l’importanza di un cammino cristiano nella propria vita. Nella vita privata Roberto è un uomo educato e gentile; in parrocchia è sempre dedito alla preghiera e durante le celebrazioni è attento e vive la Messa in profondità. È stato anche Ministro Straordinario della Comunione e in ogni situazione lo vedo moto unito al Signore. È anche molto attivo in ambito associativo: è stato presidente del settore Adulti dell’Azione Cattolica e da molti anni svolge il servizio di catechista. Siamo molto grati al Signore per il dono di avere nella nostra comunità una persona come Roberto e siamo sicuri che sarà solerte nel cammino che ha intrapreso e che lo condurrà al diaconato. Preghiamo per lui e per la sua famiglia, affinché restino sempre fedeli e uniti l’una all’altro e con il Signore. Il mio augurio, che è anche di tutta la comunità forcese, è quello di crescere sempre più nella fede e nel servizio ai fratelli, dando testimonianza con la sua vita. Preghiamo inoltre il Signore, affinché anche altri fedeli della nostra comunità possano intraprendere un cammino nel diaconato, nel sacerdozio e nella vita religiosa”.

La redazione del giornale L’Ancora e l’intera comunità diocesana rivolgono a Roberto i migliori auguri di buon cammino!

 

Carletta Di Blasio: