“Il commercio, con il suo pluralismo distributivo, è la prova di quanto la diversità è capace di suscitare progresso. E, tuttavia, la diversità va coniugata con l’equilibrio, per impedire che divenga ragione di sopraffazione del più forte, di esclusione del più debole”. Lo ha sottolineato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’Assemblea generale di Confcommercio.
Dopo aver rilevato che “la diversità è un bene prezioso”, il capo dello Stato ha osservato come “molti aspetti di vita delle nostre comunità sono debitori nei confronti del commercio, a partire dalla sicurezza e dalla stessa vita dei borghi”. “Le luci della città sono spesso le luci dei negozi, delle loro insegne. Preziose anche ai fini della sicurezza”, il tributo di Mattarella, riconoscente perché “gli esercizi commerciali di prossimità danno vita ai centri storici e ai quartieri periferici. Oltre che presidi economici sono agenzie sociali: luoghi di incontro, di relazione, di amicizia. Senza di essi gli anziani diverrebbero più soli – e talvolta lo diventano –, i giovani perdono punti di aggregazione nel loro territorio. Si tratta di punti nodali della rete di servizi offerta ai cittadini”. “L’equilibrio territoriale, del resto, è un fattore cruciale di equilibrio sociale”, ha proseguito il presidente: “Anche per questa ragione la perdita di oltre centodiecimila attività negli ultimi dieci anni non è questione che riguardi soltanto il mondo del commercio, ma i suoi effetti interpellano – perché si riverberano su di essa – l’intera società”. “Sarebbe grave – ha ammonito Mattarella – se ci rassegnassimo a un declino senza prospettive delle piccole e medie imprese commerciali nelle città e nei borghi italiani, oltre alla rarefazione del presidio di alcuni servizi, che solo parzialmente surrogabili dalla strategia digitale”.