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100 anni fa l’unione tra le diocesi di Montalto e Ripatransone. Verso l’unione in Persone Episcopi, riscopriamo la nostra storia (Terza puntata)

DIOCESI – Pubblichiamo la seconda puntata della storia della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto a cura di Mons. Vincenzo Catani.

Leggi la prima: https://www.ancoraonline.it/2024/05/17/verso-lunione/

Leggi la seconda: https://www.ancoraonline.it/2024/05/27/montalto-la-diocesi-di-sisto-v/

Alla scomparsa del Vescovo di Ripatransone mons. Luigi Boschi, con bolla di Pio XI del 18-12-1924 la chiesa ripana fu unita “ad personam episcopi” a quella montaltese: pertanto il pastore in carica mons. Luigi Ferri, assunse il nome di Vescovo di Montalto e Ripatransone.

mons. Ferri visse povero perché dava tutto; la sua vita fu stimolo continuo alla santificazione. Devotissimo dell’Eucarestia, organizzò a Ripatransone il congresso Eucaristico Interdiocesano (8-11 settembre 1932) e volle a S. Benedetto del Tronto (1939) l’Istituto dei PP. Sacramentini ed il santuario dell’Adorazione (dove le sue spoglie riposano dal 1955). Determinante fu pure il suo interessamento per la fondazione (1928) a Ripatransone del Monastero delle Passioniste ed a Montalto Marche (1939) dell’Istituto dei Padri.Salvatoriani (Società del Divin Salvatore).

Dopo il breve episcopato del piemontese mons. Pietro Ossola (1946-51), il quale indisse (1948) nelle due diocesi la “Peregrinatio Mariae”, che in tre mesi trascinò ai piedi della Vergine i fedeli di tutte le parrocchie, il 19 marzo del 1952 fece il solenne ingresso nelle due diocesi mons. Vincenzo Radicioni di Numana (Ancona), che le ha rette fino al 6 aprile 1983. In questo lungo episcopato molte sono state le realizzazioni fatte nei capoluoghi delle diocesi e nelle varie parrocchie (diverse di nuova istituzione), molte le iniziative intraprese nei vari campi. Dal 1952 al 1983 le due diocesi sono state un cantiere: non c’è paese, non c’è parrocchia, non c’è istituto che non abbia un segno dello zelo e dell’intraprendenza di mons. Radicioni.

Nei capoluoghi di diocesi ha provveduto al restauro ed ampliamento dei due episcopi e dei due seminari, al restauro ed abbellimento delle due monumentali cattedrali, elevate nel 1965 al grado di basiliche minori e dotate nel 1974 della cripta dei Vescovi; ha favorito la realizzazione a Montemonaco di un imponente centro di assistenza (“Casa Gioiosa”) il cui fondatore è stato don Settimio Vallorani (1912-83); a Ripatransone si è adoperato per l’istituzione del Collegio per figli di italiani emigrati all’estero presso l’Istituto Santa Teresa; ha promosso delle ricerche storiche sull’origine delle due diocesi ed ha voluto solenni celebrazioni nel 1971 del quarto centenario della diocesi ripana. Particolare impegno ha rivolto durante tutto il suo episcopato alla valorizzazione del maggior centro diocesano, San Benedetto del Tronto, che negli ultimi decenni ha avuto un incremento demografico sorprendente (23.000 abitanti nel 1951, 47.000 nel 1981). In questa città iinfatti non solo ha istituito nuove parrocchie, ma ha organizzato le principali manifestazioni interdiocesane, come i congressi eucaristici del 1955 e del 1969; ha realizzato il palazzo delle opere cattoliche (1961); ha voluto l’ampliamento e l’elevazione a concattedrale della chiesa parrocchiale di S. Maria della Marina (1973).

In quasi 32 anni mons. Radicioni ha compiuto quattro visite pastorali, ha avuto la consolazione e la soddisfazione di consacrare 114 sacerdoti (clero secolare e regolare) e due vescovi: mons.Francesco Amadio nel 1967 (Vescovo di Rieti) e mons. Edoardo Pecoraio nel 1971 (Nunzio Apostolico).

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