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Europei atletica leggera: Italia prima nel medagliere

(Photo by Mattia Ozbot/Getty Images for European Athletics)

Si è chiusa a Roma la ventiseiesima edizione dei campionati europei di atletica leggera. Protagonista indiscussa della kermesse sportiva l’Italia che, da padrona di casa, si è classificata prima nel medagliere. Ben 24 medaglie, di cui 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi. Un record assoluto seguito che ci ha visti sopra la Francia con 16 medaglie (4 ori, 5 argenti, 7 bronzi) e la Gran Bretagna con 13 (4 ori, 4 argenti, 5 bronzi). In particolare, 11 ori: 100m (Jacobs), 110 ostacoli (Simonelli), mezza maratona (Crippa), mezza maratona a squadre, salto in alto (Tamberi), getto del peso (Fabbri), 5.000 donne (Battocletti), 10.000 donne (Battocletti), 20 km marcia donne (Palmisano), martello donne (Fantini), 4×100 m (Melluzzo, Jacobs, Patta, Tortu) 9 argenti: 100 m (Ali), 200 m (Tortu), 400 m (Sibilio), mezza maratona (Riva), lungo (Furlani), 4×400 m (Sito, Aceti, Meli, Scotti), 20 km marcia donne (Trapletti), lungo donne (Iapichino), 4×400 mista (Sito, Polinari, Scotti, Mangione). 4 bronzi: 800 m (Tecuceanu), 1.500 m (Arese), 20 km marcia (Fortunato), 100 donne (Dosso). A conclusione di questa grande impresa degli azzurri, il Sir ha intervistato Claudia Giordani, vincitrice nel corso della sua carriera di una medaglia d’argento olimpica nello slalom speciale a Innsbruck nel 1976 e di tre gare di Coppa del Mondo. È stata un’atleta di punta della nazionale italiana femminile di sci degli anni settanta, la cosiddetta “Valanga rosa”. Oggi è vicepresidente Comitato olimpico nazionale italiano (Coni).

Che bilancio possiamo fare di questi campionati europei?
È stato bellissimo. Il fascino dell’atletica è sempre evidente, diretto e coinvolgente, per di più in un luogo così importante per lo sport, per l’Italia e per la maglia azzurra in generale.

Le grandi emozioni che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ci danno la contezza della realtà del mondo dello sport italiano, che in questo momento attraversa delle giornate importanti, fatte di risultati, medaglie e record che arrivano da tutte le discipline.

Quindi, lo sport italiano è multidisciplinare e frutto di un lavoro di tanti anni di tutti gli organismi sportivi.

Gli azzurri hanno dominato “in casa”. Questo rende il tutto un po’ più speciale?
L’ambiente certamente ha creato delle condizioni ottimali. I grandi eventi sono un’occasione di spettacolo, di intrattenimento per tutti. Roma ha aggiunto il suo fascino a quello del mondo dell’atletica che, con le sue gesta e imprese così differenti tra loro, riesce a interpretare le capacità, la bellezza e la libertà dell’essere umano di esprimersi in tanti modi.

È stato bellissimo e gli azzurri sono stati davvero bravissimi. Un plauso va fatto anche a tutto lo staff tecnico e a chi contribuisce alla preparazione e alle performance degli atleti.

L’Italia in questo periodo sta vivendo un grande momento nello sport, partendo da questi europei, fino ad arrivare ai successi nel tennis così come in numerose discipline. Se i risultati dell’Olimpiade di Tokyo sono arrivati un po’ a sorpresa, oggi possiamo dire che ci si aspetta molto dagli atleti. Come ci arriviamo a questa edizione dei Giochi?
L’appuntamento con i Giochi riveste un’importanza indescrivibile per ciascun atleta. Non si può immaginare quanto questo conti per ciascun sportivo. Molti si qualificano, ma molti di più sono quelli che non riescono a farcela. Oggigiorno si dice che è più facile qualificarsi a un’Olimpiade che finire sul podio.

L’essere arrivati a poche settimane con una squadra così compatta, determinata e unita, ma soprattutto forte e pronta, non è da tutti ed è di buon auspicio.

Anche il seguito che ha la squadra italiana oggi non si è mai registrato in passato. Lo sport sta avendo la sua visibilità e il riconoscimento del ruolo che ha nella società. Questo, grazie agli atleti e alle atlete che sono di ispirazione e sono dei ragazzi meravigliosi, che riempiono il cuore con la loro gioia e con le loro speranze. Spero che questo messaggio passi al di là dei risultati in gara.

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