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Caritas San Benedetto, oltre 86.000 ore di volontariato che sarebbero costate, se retribuite, oltre un milione di euro

DIOCESI – Il Rapporto sulle povertà della Caritas diocesana di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, è giunto alla sua settima edizione. È dal 2017, infatti, che l’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana, scatta, ogni anno, una fotografia sull’andamento delle situazioni di vulnerabilità presenti sul territorio. L’obiettivo del Rapporto non è tanto quello di offrire dati e statistiche relative alle povertà, quanto piuttosto mettere in evidenza i cambiamenti e cogliere le cause di questi processi, per poi agire, puntualmente, onde evitare ulteriori situazioni drammatiche. I dati raccolti nel Rapporto sono il frutto di numerosi colloqui che i volontari compiono quotidianamente con coloro che si rivolgono ai Centri di Ascolto. Si tratta quindi di storie, volti, persone che, trovatesi in difficoltà, hanno scoperto una porta aperta con persone pronte ad ascoltarle. La diocesi di San Benedetto del Tronto conta 13 strutture Caritas parrocchiali e la Caritas diocesana i cui servizi sono gestiti dalla Fondazione Caritas San Benedetto del Tronto ETS. Il Rapporto offre sia una lettura d’insieme, sia delle singole realtà, in modo che si possa avere una visione il più possibile completa e dettagliata. Si pensa spesso che la Caritas sia il luogo deputato a dar da mangiare, dormire e far le docce ai senzatetto, senza sapere che la Caritas offre molto di più, in quanto le povertà sono sempre in cambiamento, per cui si cerca di disporre di risposte il più possibili puntuali e pertinenti.

Piccola novità del rapporto di quest’anno è la presenza dei simboli dell’agenda 2030 e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che ci ricordano la necessità di una prospettiva unica e indivisibile per tutti, dove gli obiettivi economici, sociali ed ambientali siano sempre perseguiti in modo sinergico, e dove ‘nessuno sia lasciato indietro’: ci è sembrato importante sottolineare anche il nostro piccolo contributo che il nostro ente può mettere in gioco.

Ci troviamo con il prof. Fernando Palestini, vicepresidente della Fondazione Caritas ETS e vicedirettore della Caritas diocesana. Oggi abbiamo parlato di “illuminare le periferie” in che senso?

È il titolo del nostro report, che riguarda la città, che la Caritas diocesana ha svolto nel corso del 2023. Illuminare le periferie vuol dire riuscire ad arrivare laddove spesso l’amministrazione comunale e i servizi sociali non riescono ad arrivare. Allora è il volontario, è la persona, è la parrocchia, è la comunità cristiana che si carico di questo. Come? Con la vicinanza, con l’attenzione, con i piccoli gesti, ma dalla vicinanza dall’attenzione dei piccoli gesti possono crescere i grandi gesti che sono quelli di un’accoglienza vera, di una presa in carico vera dei servizi sociali, non dimenticando mai che dietro i numeri ci sono delle persone che noi dobbiamo veramente servire il povero come ci ricorda spesso Papa Francesco. Uscire dalle nostre chiese per incontrare l’uomo lì dove fa fatica, lì dove ha bisogno di un conforto.

Nedo Tiburtini, tesoriere della Fondazione Caritas ETS “illuminare le periferie” oggi avete presentato i numeri della Caritas nel 2023.

Abbiamo presentato per la prima volta il bilancio della Fondazione, anche se il primo anno di attività è stato 2022 ma avevamo a disposizione pochi dati, in quanto ancora erano sotto l’ufficio pastorale Caritas. L’attività come ogni azienda presenta un costo e un ricavo e l’avanzo è stato di 8.000 € ma io dico, non è un  utile su cui riportare riserva, ma sono gesti d’amore in meno compiuti verso i nostri utenti. La Caritas ha di presentato questo bilancio non includendo la voce più importante secondo me è quella delle 86.000 ore di volontariato che c’è stato che, parafrasando in euro sarebbe stato oltre un milione di euro, ecco quindi il ringraziamento va a tutti i volontari a tutti coloro che si sono adoperati giorno per giorno, affinché questi numeri che oggi sono stati riportati si possono tradurre e sono stati tradotti e per il futuro si possano tradurre in gesti d’amore verso tutti coloro che si affacciano al nostro centro d’ascolto.

Siamo con la dott.ssa Maria Chiara Verdecchia la quale ha presentato un’opera, un tributo di ringraziamento al vescovo Carlo, “Doc in altum”.

Si tratta di un libro e pensa di indicare quella che è la mission della realtà caritas, andare oltre i confini, affinare uno sguardo compassionevole, misericordioso e benevolo verso gli ultimi. Questo libro vuole essere soprattutto una prima bozza per indicare il nostro lavoro qui in Caritas, il modello di leadership che stiamo utilizzando, perché negli anni sicuramente ciascun modello è stato fallimentare, tanto che siamo arrivati ad una integrazione di più modelli che non vede al centro un leader, ma al centro vede una squadra, un modello di tipo relazionale dove tutti, a partire da veri professionisti, operatori, volontari, educatori religiosi, ospiti, tutti quanti alla pari condividono il un percorso per la risoluzione dei problemi e lo condividono mettendo proprio insieme le competenze, i propri talenti e anche soprattutto la mission. Il segreto di questo tipo di leadership  sta in una formazione costante con una formazione continua che passa soprattutto dalla riflessività dell’esperienze.

Si coglie qui l’occasione per ringraziare tutti i volontari, gli operatori, le amministrazioni, gli enti pubblici e privati, che ogni giorno si adoperano offrendo il proprio tempo, denaro e competenze, a servizio dei poveri.

Marco Sprecacè: