Partita ieri, lunedì 24 giugno, una missione in Terra Santa di Caritas italiana e Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli. “Si tratta innanzitutto di portare un messaggio di vicinanza e solidarietà alla popolazione stremata dal conflitto in corso, come anche di ascoltare, condividere, vedere direttamente la complessità della situazione in uno scambio diretto con i colleghi di Caritas Gerusalemme e con le persone impegnate sul campo”, spiega una nota diffusa stamattina.
Caritas italiana ha il compito di tradurre in opere le donazioni raccolte a seguito della colletta nazionale, indetta in Quaresima dalla Conferenza episcopale italiana. Fin dall’acuirsi del conflitto ha seguito l’evolversi della situazione, in contatto ininterrotto con i colleghi locali e nell’ambito della rete internazionale Caritas.
È importante poter avere una percezione diretta della situazione in Terra Santa, ascoltando chi opera nei vari territori, in Cisgiordania – la delegazione farà tappa a Gerusalemme est, a Ramallah e a Betlemme –, in Israele, dove si visiteranno famiglie alla città vecchia di Gerusalemme, in varie località dei dintorni e il villaggio di “Nevé Shalom – Wahat as-Salam” (“Oasi di Pace”) creato congiuntamente da ebrei e arabi palestinesi, accomunati dall’impegno nel lavoro di educazione alla pace, all’uguaglianza e alla comprensione fra le due popolazioni.
L’intenso programma prevede incontri con rappresentanti della Chiesa locale – tra cui il patriarca card. Pierbattista Pizzaballa –, di varie istituzioni (politiche, scolastiche, universitarie) e di realtà della società civile.
Tra gli obiettivi del viaggio “la condivisione dei progetti in corso e dei piani futuri di Caritas Gerusalemme, per rafforzare la collaborazione presente e quella futura di lungo periodo. Si prevede di operare in particolare per l’assistenza umanitaria a Gaza e in Cisgiordania, nella riabilitazione e ricostruzione socioeconomica post-conflitto – anche con lo sviluppo dei pellegrinaggi e delle relazioni con le parrocchie palestinesi e israeliane – e nello sviluppo di una cultura di pace e convivenza, affinché il ricorso alla violenza non sia l’unica prospettiva nella risoluzione dei conflitti”.
Partecipano alla missione, che si conclude giovedì 27 giugno, il direttore di Caritas italiana, don Marco Pagniello, il vicedirettore Paolo Valente, il responsabile di Caritas italiana per il Medio Oriente, Danilo Feliciangeli, e don Gabriele Pipinato, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della Cei.
Info: www.caritas.it/terra-santa-ferita.

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