(Foto ANSA/SIR)

“Il terribile omicidio di Pescara richiama la coscienza di noi adulti. È, senza dubbio, un monito, purtroppo tangibile, alle responsabilità di ciascuno di noi. Troppe volte deleghiamo l’educazione e la formazione agli altri in un battibecco acceso sugli obblighi che le famiglie, la scuola e la Chiesa hanno nei confronti dei giovani; troppe volte puntiamo il dito su ciò che gli altri debbano fare nei confronti dei ragazzi. Eppure la cronaca ci dice quotidianamente come questa contesa non funzioni ed è sempre più necessaria un’antica e nuova solidarietà pedagogica”.

Lo dichiara mons. Tommaso Valentinetti, vescovo di Pescara, a commento dell’omicidio di un giovane 17enne assassinato con 25 coltellate da due coetanei per un debito economico di piccola entità. “Il mio pensiero va al ragazzo ucciso, alla sua famiglia e mi unisco al dolore per una perdita così prematura e tragica. Prego con loro e per loro. Sento, altresì, il dovere di sentirmi vicino anche ai genitori dei presunti assassini. Non possiamo puntare il dito su di loro – conclude il vescovo -, è inutile, e forse è anche un modo semplice per condannare qualcuno senza battere il nostro petto, in un mea culpa che è, senza dubbio, comunitario”.

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