ROMA – Martedì 25 giugno 2024, presso i Musei Vaticani, è stato presentato il Reliquiario di Montalto delle Marche. Si tratta di un vero e proprio capolavoro dell’oreficeria gotica e rinascimentale, realizzato nel XIV secolo, passato dai Valois, agli Asburgo, agli Este, diventando un pregiato elemento del tesoro pontificio fino a giungere nel nostro territorio nel 1586. Sarà esposto per tutta la stagione estiva nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana.
L’unicità e il valore del reliquiario sono dati dalla raffinata tecnica di lavorazione e per la preziosità dei materiali utilizzati. Realizzato in oro e in argento, circonda le scene legate alla passione di Cristo con cinquantanove perle, venti rubini, diciannove zaffiri e un raffinato cammeo in sardonice di manifattura bizantina.
L’opera fu restaurata nel 2013 dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e in seguito al devastante sisma del 2016, che ha comportato la chiusura del Museo Diocesano di Montalto nel quale era conservato, fu anche revisionato negli elementi smaltati e nella struttura metallica.
L’apertura della mostra, curata nei minimi dettagli dalla direzione dei Musei Vaticani e dei Beni Culturali, è stata preceduta da una conferenza dove sono intervenuti: Mons. Carlo Bresciani, Amministratore Apostolico della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, la direttrice dei Musei Sistini del Piceno, Paola Di Girolami, il vice sindaco del Comune di Montalto delle Marche, Samuele Leonardi e la dottoressa Benedetta Montevecchi, storica dell’arte dell’Università “La Sapienza” di Roma.
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Durante il convegno la dott.ssa Montevecchi, ha offerto alcune informazioni che hanno evidenziato l’unicità del lavoro di oreficeria corredata da una storia collezionistica ben documentata e di altissimo profilo quale la sua. Stando alle ricostruzioni, l’opera era parte integrante del tesoro di Carlo V di Valois, cui va presumibilmente attribuita la commissione dei magnifici smalti a tutto tondo su oro eseguiti da eminenti orafi della corte di Francia. Al centro è raffigurato un angelo con grandi ali blu e bianche che regge il corpo esanime di Cristo, offrendolo alla contemplazione.
Nel 1439, fece parte dell’eredità di Federico IV d’Asburgo, duca d’Austria e conte del Tirolo. Nel 1450, Leonello d’Este, signore di Ferrara, lo acquistò da un mercante tedesco. Nel 1457, compare invece nell’inventario dei beni del cardinale veneziano Pietro Barbo, poi Papa Paolo II. Quest’ultimo lo trasferì nel tesoro pontificio e lo fece inserire in una struttura monumentale in argento dorato di straordinaria qualità. Infine, nel 1586 papa Sisto V preleva il prezioso oggetto e lo dona alla cittadina di Montalto nelle Marche, dove aveva vissuto e maturato la sua consapevolezza di uomo di chiesa.
Dopo la conferenza è stata aperta al pubblico la mostra che resterà aperta fino al 15 settembre 2024. Tale opera consentirà di far conoscere sempre più gli 11 Musei Sistini, Montalto e tutti i paesi del meraviglioso Piceno, ricco di arte e bellezza.
“Il Reliquiario – spiega la Direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta a Vatican News – è legato al nome di un Papa importante che noi intendiamo celebrare. Con questa esposizione desideriamo dare un ‘là’ al Giubileo del 2025, celebrando un Pontefice che, grazie a Domenico Fontana, suo architetto straordinario, ha dato un nuovo volto all’assetto urbanistico di Roma”.
Tale dichiarazione non è certamente sfuggita alla Direttrice dei Musei Sistini Paola Di Girolami, la quale ha dichiarato:
Sentir dire dalla direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, che l’esposizione del Reliquiario di Montalto darà il là al Giubileo del 2025 ci riempie di orgoglio e di gratitudine perché dietro il Reliquiario di Montalto c’è un territorio e tutta la storia della rete dei Musei Sistini del Piceno con le sue 11 sedi espositive .
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