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FOTO e VIDEO Vescovo Palmieri: “Camminiamo insieme, popolo di Dio di San Benedetto ed Ascoli!”

La diretta integrale della celebrazione di ingresso del Vescovo Gianpiero Palmieri

DIOCESI – Camminiamo insieme, popolo di Dio di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e di Ascoli Piceno!” – È con queste parole semplici, ma significative, che l‘arcivescovo Gianpiero Palmieri ha concluso la sua prima omelia rivolta ai fedeli della Diocesi Truentina che lo hanno accolto con affetto e calore. La Basilica Cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto è apparsa gremita di fedeli, così come piazza Nardone dove è stato allestito un maxischermo per permettere a tutti i convenuti di seguire la prima Messa del nuovo vescovo. Presenti la madre, il fratello e molti amici di Mons. Gianpiero giunti per lui appositamente da Roma, da Ascoli e da diversi comuni delle Marche. Numerose anche le autorità ecclesiastiche, civili e militari che hanno partecipato alla Celebrazione.

Ripercorriamo insieme le tappe salienti del suo ingresso nella Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. In un pomeriggio dalle temperature proibitive, Mons. Palmieri è andato a “visitare il Popolo di Dio, là dove vive”, come egli stesso aveva affermato: “L’episcopio non è lì dove il vescovo aspetta che lo vadano a trovare, bensì lì dove il vescovo si avvicina e incontra le persone”. È quindi con questo spirito che, prima di giungere in Cattedrale, il nostro nuovo vescovo ha visitato tre luoghi importanti della nostra Diocesi.
Il primo, alle ore 16:00, è stato il Parco della Conoscenza, a Centobuchi di Monteprandone, primo Comune di confine con la Diocesi di Ascoli. Lì Mons. Gianpiero ha incontrato una rappresentanza dei giovani della nostra Diocesi, oltre ai preti della città e a Sergio Loggi, primo cittadino di Monteprandone, nonché presidente della Provincia Picena.

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Il secondo momento è avvenuto a Porto d’Ascoli, presso il Biancazzuro, la “cattedrale della carità” così come definito dallo stesso vescovo Chiaretti che volle fortemente questa struttura che si accinge a festeggiare ormai i trent’anni di servizio. Qui il vescovo Gianpiero ha incontrato il mondo della fragilità, in particolare l’Ufficio della Pastorale della Salute, l’Unitalsi e la Caritas Diocesana, oltre che il parroco del luogo.

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Il terzo ed ultimo luogo visitato da Mons. Gianpiero prima di giungere in Cattedrale è stato il porto, un luogo molto significativo che racconta la storia della città, la bellezza del mare, la fatica dei pescatori, le antiche tradizioni. Presso la Banchina di Riva Malfizia, il nostro vescovo ha incontrato le autorità civili e militari e la Marineria Sambenedettese, più volte citata anche da Papa Francesco come esempio virtuoso di cura del Creato.

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In tutti i luoghi visitati Mons. Gianpiero ha desiderato la benedizione di alcuni fedeli: tre giovani a Centobuchi, un malato al Biancazzurro, due pescatori al Porto. E così ha fatto anche sul sagrato della Cattedrale, dove ha ricevuto la benedizione di tre bambini, che, a sua volta, ha benedetto. Un gesto che, come ha detto poi l’arcivescovo stesso successivamente, durante la Messa, è auspicabile per tutti: per i papà e le mamme prima di mettere a letto i figli, per i catechisti nei confronti dei ragazzi, tra preti.
Il vescovo Palmieri ha poi compiuto proseguito il rito d’ingresso con alcuni gesti significativi: il bacio al Crocifisso, l’aspersione dei fedeli con l’acqua santa e un momento di adorazione davanti al tabernacolo. Mons. Gianpiero ha poi indossato i paramenti liturgici e ha portato processionalmente le insegne proprie del suo ministero, ricordando che egli, come il Signore Gesù, viene in mezzo alla sua gente per servire (la stola, che richiama il gesto dell’ultima cena), per insegnare e collaborare con ciascun credente a costruire il Regno (la croce pettorale, che richiama il kerigma fondamentale), per vivere pienamente la relazione con la Chiesa (l’anello, che richiama l’amore sponsale e fedele), per invitare tutti alla santità di vita (la mitria, che richiama il fulgore di una vita spirituale autentica) e per condurre tutti all’incontro con Dio (il pastorale, che richiama il bastone dei patriarchi e dei profeti, nell’unica storia della salvezza, di cui anche noi siamo parte).

Giunti all’altare, don Patrizio Spina, vicario generale della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, ha rivolto un saluto di benvenuto al nuovo vescovo, donandogli un pastorale. Ha affermato don Patrizio: “Caro vescovo Gianpiero, in te, nella tua persona e nel tuo servizio, riconosciamo il Signore che continua ad entrare nelle nostre vite, dopo averci incontrato così come siamo, per quello che siamo, sulle rive delle nostre storie, suscitando in noi la nostalgia e il desiderio di bene. Ci fidiamo di te, caro vescovo Gianpiero, perché sappiamo che con te rivivremo quel fatto: ‘tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono’. Ed è per questo che, riconoscendo in te la presenza di Cristo e l’odore del buon pastore, noi tutti siamo felici di accoglierti, di incontrarti e di consegnarci a te. Nel pastorale che ora ti viene donato c’è una conchiglia: ti aiuterà a ricordare di avere pazienza con noi, mentre ci aiuterai a trovare – o ritrovare – la perla che il Signore ha messo nella vita di ciascuno di noi. Questa Chiesa che ti viene affidata è la perla dentro la conchiglia del tuo nuovo pastorale. Per lei vale la pena vivere. E lo faremo insieme“.

A seguire il cancelliere, don Armando Moriconi, ha mostrato al Collegio dei Consultori la bolla di nomina con cui papa Francesco ha nominato Mons. Gianpiero vescovo della Diocesi Truentina e ne ha dato lettura. La Messa è poi proseguita secondo le consuete modalità.

Quattro i passaggi salienti dell’omelia, detta a braccio da Mons. Palmieri.
Prima di tutto il saluto, carico di emozione e gratitudine: “Saluto con affetto ciascuno di voi. Con affetto sincero ed umile. Vi saluto e rimango molto colpito da voi, popolo di Dio, da voi presbiterio, da voi confratelli vescovi, da Carlo qui vicino a me. Rimango colpito dalla solennità di questa liturgia e da quest’onda d’affetto da cui mi sento avvolto. Credo che dobbiamo chiedere al Signore l’aiuto di cui abbiamo bisogno, per fare in modo che la nostra esperienza di Chiesa – un’esperienza diventata tanto grande, poiché due Diocesi sono state riunite nella persona del vescovo – sia un’esperienza bella, di ricchezza per tutti, per ciascuno di noi. La ricchezza della Chiesa è il Vangelo, quindi quello che noi chiediamo al Signore è che il Vangelo circoli sempre più abbondantemente tra di noi, nelle nostre comunità, nelle nostre Chiese”.

Parlando poi della luce del Vangelo, Mons. Gianpiero ha ringraziato per il dono ricevuto: “Sono rimasto molto colpito dal dono del pastorale. Voi sapete sicuramente che, secondo antiche leggende, la perla nasce da un raggio di luce (un fulmine) che entra nelle profondità del mare, raggiunge l’ostrica, la apre e si trasforma in perla. La perla rappresenta la luce nel fondo dell’abisso. Ecco la Luce del Vangelo! Che entra nelle nostre vite, entra nelle nostre Chiese e diventa un tesoro prezioso. Siamo chiamati a condivedere le perle e farle diventare una ricchezza per ciascuno di noi”.

Commentando il Vangelo del giorno (Mc 5, 21-43) che racconta come lo sguardo di Gesù si posi sulle persone ferite, come la figlia di Giairo e l’emorroissa, Mons. Gianpiero ha affermato: “Questa donna tocca il lembo di Gesù. Il mantello all’epoca aveva delle frange che terminavano con un fiocco viola. Quello è il simbolo della Parola di Dio. Il lembo del mantello è lì dove ogni pio Israelita custodiva un segno della Parola di Dio. Allora questa donna non tocca un punto qualsiasi di Gesù, ad esempio una spalla, bensì tocca quel lembo del mantello così carico di significato, come a dire: ‘Sei Tu, Gesù, la Parola. Non questi precetti della Torah che mi impediscono di vivere. Tu hai la Parola! Tu sei la Parola! La tua Parola è veramente la Parola di Dio!’. Una Parola che non racconta un Dio che sa dare solo precetti, ma un Dio che è il Dio della vita, che vuole la vita per ciascuno dei suoi figli“.

Sulla centralità della Parola Mons. Gianpiero è tornato anche per indicare il compito del vescovo: “Cosa può fare un pastore? Solo annunciare la Parola. Non c’è nient’altro da fare che questo! Il pastore guida la Chiesa annunciando la Parola. Poi insieme prendiamo decisioni, in maniera sinodale. E il vescovo fissa la decisione emersa dal cammino sinodale di tutti e la propone a tutti con forza. E si preoccupa di farla rispettare, perché questa è la decisione che il Signore ci ha ispirato. Ma prima di tutto aiuta una comunità cristiana a mettersi in ascolto dello Spirito, della Parola di Dio. Il resto lo fa la ricchezza delle nostre Chiese, che si lasciano ispirare dallo Spirito, camminano con il Signore e si mettono, con convinzione, ad essere lo strumento che fa crescere il Regno di Dio in questo territorio. Il Regno di Dio è dove Dio regna. E Dio regna dove ci vogliamo bene, dove curiamo i poveri, dove lottiamo per la giustizia, dove c’è la comunione e non la divisione“.

Dopo i riti di Comunione, il vescovo Gianpiero ha voluto ringraziare i numerosi presenti, a partire dalla madre e ha ricordato un gesto che il padre faceva prima di metterlo a letto, ovvero un bacio sulla fronte, segno della benedizione di Dio: “Tutti abbiamo bisogno della benedizione. Oggi ne ho ricevute tante, ma ne manca ancora una molto importante, quella del vescovo Carlo”. Il vescovo emerito Carlo Bresciani ha allora benedetto il suo successore, oltre che con il segno della croce sulla fronte, anche con un abbraccio che ha commosso molti fedeli i quali gli hanno tributato un lungo applauso, colmo di gratitudine per i suoi dieci anni di servizio episcopale. Mons. Gianpiero ha poi ricambiato il dono ricevuto dal vescovo Carlo con un’icona di San Giuseppe, immagine simbolo della paternità.

Mons. Palmieri ha poi ringraziato anche gli altri vescovi giunti dalle Marche e da Roma per vivere con lui questo momento: mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona – Osimo; mons. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo, nostro metropolita; mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata e presidente CEM (conferenza Episcopale Marchigiana); mons. Franco Manenti, vescovo di Senigallia; mons. Piero Coccia, vescovo emerito di Pesaro; mons. Benoni Ambarus e mons. Paolo Ricciardi, vescovi ausiliari di Roma.

Numerose anche le autorità civili presenti: gli onorevoli Lucia Albano, Augusto Curti e Giorgio Fede; il presidente Provincia di Teramo Camillo D’Angelo; Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto del Tronto; Alessandro Lucciarini De Vincenzi, sindaco di Ripatransone; Daniel Matricardi, sindaco di Montalto delle Marche; Cristina Di Pietro, sindaca di Civitella del Tronto; Sante Infriccioli, sindaco di Acquaviva Picena; Roberto Luciani, sindaco di Cossignano; Amedeo Lupi, sindaco di Force; Alessio Piersimoni, sindaco di Cupra Marittima; Fabio Polini, sindaco di Castignano; Alessandro Rocchi, sindaco di Grottammare; Massimo Vagnoni, sindaco di Martinsicuro; Alessandra Lucidi, vicesindaca di Sant’Egidio alla Vibrata; Elia Grasso, assessore del Comune di Colonnella.

Presenti infine anche alcune autorità militari: Alessandra Di Maglio, comandante Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto; Afonso Talamonti, presidente Assoarma; Giulio Piergallini e Irene Cicchiello, rispettivamente presidente e responsabile Cna Nautica; Vincenzo Vannarelli, Vigili del Fuoco; Andrea Crucianelli, dirigente della Polizia di Stato di San Benedetto del Tronto; Giuseppe Brutti, commissario della Polizia municipale di San Benedetto del Tronto. Presenti poi anche Giuseppe Simonelli, questore della Provincia di Ascoli Piceno, Sante Copponi, prefetto di Ascoli Piceno, e Luigi Contisciani, presidente del Consorzio BIM TRONTO.

Prima della benedizione finale il cancelliere ha dato lettura del verbale di avvenuta presa di possesso della Diocesi, che è poi stato sottoscritto dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri, dal vescovo emerito Carlo Bresciani, dal cancelliere stesso don Armando Moriconi e dai membri del Collegio dei Consultori: don Patrizio Spina, don Giovanni Croci, don Guido Coccia, don Marco Claudio Di Giosia, don Vincent Ifeme e don Luca Rammella.

La celebrazione è stata animata dal gruppo di animazione liturgica diocesano, rappresentato da esponenti di  diversi movimenti ed associazioni della Consulta Laicale Diocesana, e dai cori riuniti della Diocesi, diretti dal M.° Massimo Malavolta ed accompagnati all’organo dal M.° Filippo Sorcinelli. Il servizio d’ordine è stato affidato ai volontari dell’Azione Cattolica e dell’Agesci diocesani. La diretta tv è stata invece affidata al Giornale diocesano L’Ancora in collaborazione con Radio Ascoli: a raccontare l’ingresso nella Diocesi Truentina sono stati la giornalista Carletta Di Blasio, il direttore della Scuola di Formazione Teologica don Lorenzo Bruni e il direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali Fernando Palestini.

Al termine della Celebrazione, Mons. Gianpiero ha salutato i fedeli presenti in Cattedrale e poi si è recato in piazza Nardone per incontrare anche le numerose persone giunte ad accoglierlo. La serata si è così conclusa con un momento di convivialità.

Come raccontato anche durante la diretta, due sono stati i tratti di Mons. Gianpiero che hanno colpito i fedeli: il sorriso aperto e sincero, che esprime la gioia del cuore, e la semplicità dei modi, che ne rivela l’umiltà. A lui vanno gli auguri di buon cammino da parte di tutta la redazione del Giornale Diocesano L’Ancora e di tutta la comunità diocesana.

Di seguito le foto della celebrazione di Alessandro Testatonda e Simona Rossi

 

Redazione:

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  • Cerimonia commovente. Bella scorrevole... Avevamo bisogno di un raggio di sole... Grazie Signore per avercelo mandato... ❤️