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Intervista a don Lele (Gabriele) Quinzi: “Il vescovo Gianpiero sa entrare in relazione con estremo tatto e delicatezza”

DIOCESI – Nato nel lontano 31 Marzo del 1966 da Mimmo e Nunzia, è primo di tre fratelli (i minori sono Stefano e Sabrina) in una famiglia di pescatori di Porto D’Ascoli. Nel 1987, dopo il ritorno dal servizio militare e l’assunzione a tempo indeterminato come disegnatore meccanico in una industria, inizia a frequentare assiduamente – su invito di alcuni carissimi amici – la parrocchia di Cristo Re, ove risiede e ha quindi ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Da lì a poco, a seguito di un fuoco evangelico che lo anima e a cui non può resistere, dopo opportuno discernimento e con tutta la inconsapevole e tracotante forza giovanile, lascia tutto e nel 1988 inizia l’esperienza del Seminario Regionale a Fano.

Il 29 Giugno del 1994 diventa presbitero, per l’imposizione delle mani di Mons. Giuseppe Chiaretti, per la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. Rimasto in Diocesi come vicario parrocchiale, si muove tra l’impegno della Docenza universitaria a Roma (impegno prioritario per il volume di tempo che lo occupa) e il servizio pastorale in varie comunità ecclesiali fino al 2011. In quello stesso anno, col permesso del compianto Mons. Gervasio Gestori, entra nel noviziato di Pinerolo e nel Settembre del 2012 diventa religioso salesiano.
Si tratta di don Gabriele Quinzi, volto noto ai fedeli della Diocesi Truentina e amico di vecchia data di Mons. Palmieri.

Lo abbiamo intervistato per aiutarci a conoscere meglio il vescovo Gianpiero.

Quando e come vi siete conosciuti?
I nostri cammini si sono incrociati mentre ero Docente alla Facoltà di Scienze dell’Educazione, presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Nei primi anni del 2000, vivendo a tempo pieno l’impegno universitario e risiedendo proprio lì, avevo chiesto di fare servizio pastorale nelle vicinanze. Fu così che fui assegnato alla popolosissima parrocchia romana di San Frumenzio, che all’epoca contava oltre trentamila fedeli ed aveva come parroco don Gianpiero.

In cosa è consistita la vostra collaborazione e come è nata la vostra amicizia?
All’inizio il mio servizio pastorale era davvero piccolo: consisteva, infatti, nel celebrare Messa il Sabato sera o la Domenica, anche perché c’erano molti vicari parrocchiali che aiutavano in parrocchia. Col tempo, però, crescendo l’amicizia e la conoscenza reciproca, don Gianpiero mi chiese altri servizi, come, ad esempio, l’accompagnamento di alcune giovani coppie sposate da qualche anno.

Come è cresciuto il vostro legame?
La stima è stata reciproca fin dai primi anni: lui avrebbe voluto assegnarmi altri progetti pastorali ed io avrei voluto accettare molto volentieri, anche in considerazione della reciproca ammirazione; purtroppo però io, oltre alla docenza universitaria, lavoravo come psicoterapeuta ed i miei impegni non mi consentivano di poter fare altro. Nonostante questo, il rapporto non si è mai incrinato. Avevamo la stessa età e condividevamo un simile cammino di vita. C’era poi una vicinanza anche per via di qualche comune legame con la terra marchigiana. Per non parlare poi di una sintonia quasi totale su aspetti pastorali, ecclesiali, teologici ed affettivi. Tra noi è scattata una sorta di alchimia ed empatia che va avanti ancora oggi. Questo rapporto è cresciuto sempre di più in profondità e in intimità.

Quando e come le vostre strade si sono divise?
Nel 2016, quando ho lasciato l’Università di Roma per trasferirmi come religioso in Veneto. Mons. Gianpiero, invece, è rimasto lì, ma non per molto tempo ancora, perché di lì a poco sarebbe divenuto vescovo.
Voglio però dire che, nonostante la lontananza fisica e dunque il non esserci visti più per molti anni, il rapporto di amicizia e di stima non è mai venuto meno, tanto che proprio pochi mesi fa mons. Gianpiero mi ha contattato per invitarmi a tenere un corso di esercizi spirituali nel mese di Agosto, presso il monastero Valledacqua in Acquasanta Terme, per i presbiteri della Diocesi di Ascoli Piceno. Una scelta provvidenziale, se penso che anche la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto mi aveva precedentemente contattato per lo stesso motivo, anche se per una data diversa. Considerato che ora le due Diocesi sono unite in persona episcopi, gli esercizi spirituali si terranno per tutti i presbiteri e i diaconi delle due Diocesi del Piceno dal 26 al 30 Agosto. Sarà un’occasione per me felice, anche perché finalmente potrò rivedere di persona il vescovo Gianpiero e anche tanti altri amici presbiteri!

Dunque, visto che lo conosce così bene, ci dica: cosa dobbiamo aspettarci dal vescovo Gianpiero?
Mons. Gianpiero è una persona molto accogliente, che si rende concava per ascoltare, capace davvero di entrare in sintonia con gli altri. Dai modi molto gentili e delicati, sa entrare in relazione con estremo tatto e delicatezza. È un uomo sincero e leale, capace di entrare in profondità e di condividere ed accogliere dimensioni personalissime delle persone con cui entra in contatto. Oltre a tutto ciò, sebbene non lo ostenti mai, ha una solidissima cultura di base ed una considerevole preparazione teologica.

Ci sveli almeno un difetto, un limite …
Come tutti, ne avrà qualcuno, anche se io non ne conosco di così rilevanti. Lascio comunque ai fedeli scoprirne qualcuno!

Quale augurio vuole rivolgere al vescovo Gianpiero e alle due Diocesi che lo avranno come pastore?
L’augurio a mons. Gianpiero è che possa vivere un fruttuoso ministero episcopale nelle due Diocesi del Piceno, che si lasci guidare dallo Spirito Santo per esser costruttore di comunione e che, seppur già ricco di talenti personali, si apra a quei doni ulteriori dello Spirito, per contribuire alla costruzione del Regno di Dio nelle due Diocesi riunite nella sua persona. A tutti i cristiani, di entrambe le Diocesi, auguro che, camminando insieme al loro vescovo Gianpiero, possano sperimentare l’amore di Dio, in uno scambio reciproco di carità e tenerezza.

Carletta Di Blasio: