“Speriamo e preghiamo affinché tuo figlio e tutti gli ostaggi possano presto essere liberati e ogni violenza possa cessare, desideriamo ringraziarti perché la tua testimonianza ci insegna la strada della pace, che desideriamo percorrere insieme”.
È il messaggio, datato 8 luglio, che il card. Matteo Zuppi e i partecipanti al pellegrinaggio di ‘comunione e di pace’ in Terra Santa (13-16 giugno), promosso dall’arcidiocesi di Bologna e guidato dallo stesso porporato, ha inviato a Rachel Goldberg-Polin, madre di Hersh, uno degli ostaggi ancora in mano ad Hamas, ricordandone la testimonianza offerta in un incontro a Gerusalemme. In quella occasione la donna israeliana disse: “Non c’è competizione nel dolore, tutti gli esseri umani provano dolore. La cosa pericolosa e lacerante è credere che ci sia una competizione fra questi due dolori. Non esiste competizione tra la sofferenza dei civili che vivono a Gaza e quella di coloro che sono stati trascinati dentro Gaza”. Il gruppo dei pellegrini si è riunito, il 7 luglio, a Bologna per un momento di condivisione e di progetti durante il quale sono state più volte ricordate le parole della donna, in prima linea con gli altri familiari degli ostaggi, nel chiederne la liberazione.
A stretto giro è giunta la risposta di Goldberg-Polin, dove si legge: “Caro card. Matteo, è con profondo piacere che leggo il suo bellissimo messaggio. Il suo gruppo di pellegrinaggio mi ha dato tanto conforto e ha aiutato il mio cuore a sentire un sussurro di sollievo. Per favore continuate a pregare affinché Hersh rimanga forte, sopravviva e torni a casa vivo e immediatamente. Lasciamo che tutti gli amati ostaggi tornino a casa adesso. E possano tutte le migliaia di civili innocenti che soffrono terribilmente a Gaza possano ricevere conforto. Che tutti noi possiamo avere pace, redenzione e grazia. Non vedo l’ora di visitare la vostra meravigliosa comunità a Bologna quando Hersh tornerà a casa. Fino ad allora, possa Dio benedirvi tutti, proteggervi e far risplendere il Suo volto su di voi”.