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Il Vicario foraneo don Marco Claudio Di Giosia presenta la Vicaria Santa Maria in Montesanto: “La storia benedettina ha trasmesso alle generazioni il senso cristiano della vita”

DIOCESI – In occasione dell’ingresso del vescovo Gianpiero Palmieri nella Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone -Montalto, riscopriamo le Vicarie della nostra diocesi.

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Per la Vicaria “Santa Maria in Montesanto”, abbiamo intervistato il Vicario foraneo, don Marco Claudio Di Giosia. Riportiamo di seguito l’intervista integrale.

Ci descrive la sua Vicaria?
La nostra Vicaria è un’isola posta nell’entroterra Abruzzese rispetto alla Diocesi marchigiana di San Benedetto – Ripatransone – Montalto. Il territorio faceva parte della Diocesi di Ascoli ma fu attribuita da Papa Sisto V, nel 1586, alla nascente diocesi di Montalto, sua patria. L’intento fu quello di dotare la nascente diocesi dei proventi necessari per l’edificazione della Cattedrale di Montalto che, fra l’altro, era destinata ad accogliere il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Tuttavia Sisto V vide sfumare il suo progetto: In quel tempo la Terra Santa cadde completamente in mano agli arabi e non si poté più avere accesso a Gerusalemme.
Il territorio è un luogo fertile della Val Vibrata. Il torrente Vibrata nasce infatti dal versante della Montagna dei Fiori (1815 sul livello del mare) appartenente alla Vicaria di Montesanto. Il monte è nel Comune di Civitella del Tronto. Poi il torrente Vibrata declina a valle nel Comune di Sant’Egidio alla vibrata.
La Vicaria ha al centro l’abbazia di Montesanto, di origine Benedettina. Notizie certe della sua esistenza giuridica risalgono all’anno 1000. Ma si ritiene che sia ben più antica, se si pensa che Norcia almeno in linea d’aria è assai vicina. Tutti i comuni della Val Vibrata infatti erano all’origine piccoli castelli con chiese benedettine dipendenti da Montesanto. Sono stati i monaci , infatti, a rendere fertile un territorio acquitrinoso e assai malsano. Gli odierni centri della Val Vibrata sono noti per la loro laboriosità e questo viene certamente dai monaci e dal loro programma di vita: ora et labora. Attualmente l’Abbazia di Montesanto è direttamente soggetta al Vescovo di San Benedetto che ne è l’Abate.

Questo l’elenco delle Parrocchie.
Civitella del Tronto:
Santa Maria del Carmine in f.ne Villa Lempa e San Pietro Apostolo in Cerqueto: parroco don Stefano Iacono.
Santa Maria in Montesanto e Sant’Angelo a Ripe di Civitella: parroco don Elvezio Di Matteo.
Sant’Egidio alla Vibrata:
Sant’Egidio Abate, nel centro della città di Sant’Egidio alla Vibrata: parroco don Luigino Scarponi.
Santa Maria della Misericordia a Faraone: parroco don Elvezio Di Matteo.
San Giuseppe in Paolantonio: parroco e vicario foraneo don Marco Claudio Di Giosia.
A coadiuvare i sacerdoti della Vicaria c’è il diacono Giovanni Scarciglia che, oltre ad essere docente di Religione, presta il suo servizio in tutte le parrocchie, a seconda delle esigenze contingenti.

Sul territorio della Vicaria, precisamente a sant’Egidio alla Vibrata, c’è anche l’Istituto Religioso delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione (Concezioniste), guidate da suor Graziana Funari.

Dal 30 Giugno è avvenuto quasi un ricongiungimento storico: con l’inizio del mandato dell’Arcivescovo Gianpiero Palmieri nella Diocesi Truentina, in qualche modo noi, della Vicaria di Montesanto non saremo più un’isola, perché confineremo con la Diocesi gemella di Ascoli Piceno, almeno per i Comuni di Folignano, Maltignano, Ancarano e Valle Castellana; fino a lambire il Fiume Tronto.

Quali sono punti di forza e quali le difficoltà riscontrate sul vostro territorio?
La Vicaria di Montesanto viene da una tradizione benedettina che aveva proprio nell’Abbazia il suo centro di irradiazione del monachesimo, che ha forgiato la fede e la cultura italiana ed europea in seguito alla caduta dell’Impero Romano. La storia benedettina ha certo trasmesso alle generazioni il senso cristiano della vita. Con una particolarità: il territorio, di per se luogo di storici confini (fra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa, fra le Marche e l’Abruzzo, fra il Teramano e l’Ascolano), ha sempre spinto i residenti al commercio, se non al contrabbando. Così, ancora oggi, le parrocchie sono luoghi di appartenenza cristiana, con una spinta all’imprenditoria. La Val Vibrata è stata fino a pochi anni fa conosciuta per l’industria delle confezioni. Sconta però un momento di fragilità economica da quando l’industria del vestiario, prima fiorente, ha visto dislocare il lavoro nei paesi emergenti, dall’est Europa alla Tunisia.
Tutto questo ha portato, prima, ad un riversamento di popolo dalla zona montana alla valle. Ora sembra che la valle stia cominciando a cedere residenti in favore della costa Adriatica con un vistoso stallo demografico e conseguente invecchiamento dei nostri piccoli centri pedemontani.
Noi Presbiteri della Vicaria siamo quindi impegnati nel curare le tradizioni religiose, con uno sguardo preoccupato alle nuove generazioni che, a differenza dei loro genitori, lasciano i luoghi natii per rivolgersi altrove. È un sottile esercizio fra il tenere la tradizione e lo sperimentare nuovi percorsi di evangelizzazione.
In questo senso, i Presbiteri della parte montana, cosparsa di piccoli centri di 100 – 300 persone, fanno un lavoro estenuante per servire tutte le chiese distese lungo la statale 81 (Ascoli – Teramo) nel comune di Civitella del Tronto. Merito di Presbiteri generosi e presenti, quali don Elvezio e don Stefano, che la Domenica corrono da una celebrazione all’altra con l’aiuto anche dei francescani di Civitella, Santa Maria dei Lumi. Tuttavia i tre quarti della popolazione vive nel Comune di Sant’Egidio alla Vibrata, nelle tre parrocchie di: Sant’Egidio centro, Faraone e Paolantonio. Anche qui si cerca di servire una popolazione non più fiorente riguardo la vita civile ed imprenditoriale e con grande disagio dei giovani che non vedono chiaro nel loro futuro.

Com’è la partecipazione dei fedeli, in particolare dei giovani, alla vita della Chiesa nelle varie Parrocchie?
Nella parte civitellese, la popolazione giovanile è in calo, ma i giovani godono ancora di un ambiente rurale in cui i genitori seguono i figli. Ed i figli, almeno fino alla maggiore età, respirano ancora la fede genuina di una volta. Cristo è ancora parte della vita delle famiglie. Tuttavia, non sempre i giovani, quando partono per l’Università o il lavoro, reggono il confronto con i coetanei già intrisi del cosiddetto Pensiero moderno, che in realtà nasconde un ritorno al paganesimo. Nella valle Vibrata, comune di Sant’Egidio alla Vibrata, invece la popolazione giovanile, seppur diminuita, mostra già tutti i problemi della contemporaneità: una mancanza di lavoro e di prospettiva. Un rifugio nelle gang e nel consumo di droghe. Una parte di immigrati di seconda generazione che non sempre sono integrati. Noi presbiteri (don Luigino, don Elvezio, don Marco ed il diacono Giovanni) cerchiamo di reggere con la pastorale sacramentale. Siamo meglio aiutati dalle aggregazioni laicali come il Cammino Neocatecumenale, i Percorsi catechetici del Movimento in Direzione Cristiana, i gruppi di preghiera ecc. Certo, i tempi hanno portato ad un veloce cambiamento di costumi e non sempre la partecipazione al Giorno del Signore da parte dei giovani risulta determinante.

Che tipo di collaborazione c’è con le Istituzioni locali?
Le Amministrazioni Comunali di Civitella del Tronto e Sant’Egidio alla Vibrata, nella persona dei sindaci che si sono succeduti, sempre hanno mostrato attenzione alle Parrocchie. E noi abbiamo sempre offerto una leale collaborazione con le istituzioni politiche e scolastiche. Chiediamo per il futuro maggiore attenzione per la cultura ed il pensiero cristiano perché sono queste le nostre radici.

Quali sono i cambiamenti previsti o auspicabili per il futuro?
Trent’anni fa, il Vescovo Giuseppe Chiaretti prevedeva, per le Parrocchie della Vicaria, più che una semplice collaborazione, due grandi aggregazioni (oggi si chiamano unità Pastorali): una a monte ed una a valle. Ci stiamo arrivando!

Cosa pensa di questo cambiamento così importante riguardante le due Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto ed Ascoli Piceno che sono state riunite in persona episcopi?
Abbiamo detto che il futuro sarà delle Unità Pastorali. Ma è arrivata prima l’Unità delle due Diocesi! Unità che sono dettate dagli inevitabili cambiamenti storici. Con la diminuzione del clero, sono una necessità più che una strategia pastorale.

Che messaggio di saluto vuole mandare al vescovo Carlo Bresciani?
Grazie Vescovo Carlo. Questi 10 anni sono frutto del “Si” che ha rivolto al Signore, che l’ha chiamata, ed a Papa Francesco, che l’ha nominata. Non è scontato nemmeno per i Presbiteri offrire la propria vita in questo modo così totale.

Cosa chiede al vescovo Gianpiero Palmieri per la sua Vicaria e cosa gli augura per il suo cammino pastorale nella nostra Diocesi?
Grazie Vescovo Gianpiero, perché anche Lei ha dovuto dire due volte “Si”: al Signore che l’ha chiamata ed a Papa Francesco, che l’ha nominata per le due Diocesi. Non abbiamo altro da chiederle. Abbiamo il dovere di offrirle gratitudine e sostegno nella Preghiera. Questa Vicaria le sarà vicino spiritualmente. E se si troverà in Ascoli invece che a San Benedetto durante la settimana, si ricordi che questa Vicaria dista dalla Sua persona solo 10 – 14 Kilometri!

Quali sono i punti di forza e quali le difficoltà riscontrate sul vostro territorio?
La storia benedettina ha trasmesso alle generazioni il senso cristiano della vita e anche una spinta alla laboriosità. Negli ultimi anni, però, stiamo cedendo residenti in favore della costa. A Civitella ci sono comunità esigue, ma abbiamo presbiteri generosi che, con l’aiuto anche dei francescani di Santa Maria dei Lumi, cercano di servire tutte le chiese. Il grosso della popolazione vive invece a Sant’Egidio, dove noi preti cerchiamo di servire una popolazione non più fiorente riguardo la vita civile ed imprenditoriale e con grande disagio dei giovani che non vedono chiaro il loro futuro.

Com’è la partecipazione dei fedeli, in particolare dei giovani, alla vita della Chiesa nelle varie Parrocchie?
Nella parte civitellese la popolazione giovanile è in calo, ma fino alla maggiore età respira ancora la fede genuina di una volta; a Sant’Egidio, invece, mostra già tutti i problemi della contemporaneità: mancanza di lavoro e di prospettiva, rifugio nelle gang e nel consumo di droghe; una parte di immigrati di seconda generazione che non sempre è integrata. Cerchiamo di reggere con la pastorale sacramentale e con l’aiuto di aggregazioni laicali, come il Cammino Neocatecumenale, i Percorsi catechetici del Movimento in Direzione Cristiana, i gruppi di preghiera ecc. Certo, i tempi hanno portato ad un veloce cambiamento di costumi e non sempre la partecipazione al Giorno del Signore da parte dei giovani risulta determinante.

Che tipo di collaborazione c’è con le Istituzioni locali?
Le Amministrazioni dei due Comuni hanno sempre mostrato attenzione alle Parrocchie e noi abbiamo sempre offerto una leale collaborazione con le istituzioni politiche e scolastiche. Chiediamo per il futuro maggiore attenzione per la cultura ed il pensiero cristiano, perché sono queste le nostre radici.

Quali sono i cambiamenti previsti o auspicabili per il futuro?
Trent’anni fa, il vescovo Giuseppe Chiaretti prevedeva, per le Parrocchie della Vicaria, più che una semplice collaborazione, due grandi aggregazioni (oggi si chiamano unità Pastorali): una a monte ed una a valle. Ci stiamo arrivando!

Cosa pensa di questo cambiamento così importante riguardante le due Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto ed Ascoli Piceno che sono state riunite in persona episcopi?
Abbiamo detto che il futuro sarà delle Unità Pastorali. Ma è arrivata prima l’Unità delle due Diocesi! Unità che sono dettate dagli inevitabili cambiamenti storici. Con la diminuzione del clero, sono una necessità più che una strategia pastorale.

Che messaggio di saluto vuole mandare al vescovo Carlo Bresciani?
Grazie, vescovo Carlo! Questi 10 anni sono il frutto del “Si” che ha rivolto al Signore, che l’ha chiamata, ed a Papa Francesco, che l’ha nominata. Non è scontato nemmeno per i Presbiteri offrire la propria vita in questo modo così totale.

Cosa chiede al vescovo Gianpiero Palmieri per la sua Vicaria e cosa gli augura per il suo cammino pastorale nella nostra Diocesi?
Grazie, vescovo Gianpiero, perché anche Lei ha dovuto dire due volte “Si”: al Signore che l’ha chiamata ed a Papa Francesco, che l’ha nominata per le due Diocesi. Non abbiamo altro da chiederle. Abbiamo il dovere di offrirle gratitudine e sostegno nella Preghiera. Questa Vicaria le sarà vicino spiritualmente. E se si troverà in Ascoli invece che a San Benedetto durante la settimana, si ricordi che questa Vicaria dista poco dalla Sua persona!