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Don Lorenzo Bruni ci presenta la Vicaria Beata Maria Assunta Pallotta: “Gente dalla tempra robusta”

DIOCESI – In occasione dell’ingresso del vescovo Gianpiero Palmieri nella Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone -Montalto, riscopriamo le Vicarie della nostra diocesi.

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Per la Vicaria “Beata Maria Assunta Pallotta”, abbiamo intervistato don Lorenzo Bruni, parroco delle parrocchie di Montalto delle Marche,  sede della concattedrale tanto desiderata da papa Sisto V per la sua “patria carissima“. Riportiamo di seguito l’intervista integrale.

Ci descrive la sua Vicaria?
I confini della Vicaria ricalcano in gran parte il territorio dell’antica sede vescovile di Montalto.

Le parrocchie sono 13, di cui 5 riunite in unità pastorali.

Montalto delle Marche:
Santa Maria Assunta nella Basilica Concattedrale
Santa Maria in Viminato nella frazione di Patrignone
Santa Lucia nella frazione di Porchia
San Pietro Apostolo in contrada Lago, nel cui territorio insistono anche porzioni dei Comuni di Montelparo e di Montedinove.
Tutte le parrocchie montaltesi sono guidate dal parroco don Lorenzo Bruni, con la collaborazione del diacono Natale Flaviano (Natalino) Marinozzi.
Montelparo, unico Comune del Fermano:
San Michele Arcangelo: parroco don Giorgio Carini; qui risiede anche padre Giovanni (Guerrino) Mazzoni dei Padri Salvatoriani.
Montedinove:
San Lorenzo Martire: parroco padre Gabriele Lupi.
Rotella:
San Lorenzo Martire: amministratore parrocchiale don Vittorio Cinti.
Castignano:
San Pietro Apostolo: amministratore parrocchiale mons. Vincenzo Catani, originario di Castignano, come anche don Gabriele Silvestri da qualche anno ospite della Casa di Riposo di Offida.
Unità Pastorale Force – Comunanza – Montemonaco:
parroco e vicario foraneo don Luca Rammella, vicario parrocchiale don Giuseppe (Pino) Raio
Force: San Paolo Apostolo
Comunanza: Santa Caterina d’Alessandria
Montemonaco: San Benedetto Abate nel capoluogo, San Giorgio Martire all’Isola e Santi Pietro e Paolo in località Ferrà.
Qui risiede anche padre Maurizio Fioravanti, tornato in patria dopo una vita spesa nella missione.

Due gli istituti religiosi presenti: 
Frati Minori Conventuali, che custodiscono il Santuario di San Tommaso Becket a Montedinove e che sono guidati dal guardiano fra’ Gabriele Lupi;
Suore Missionarie della Fanciullezza, che sono guidate da suor Cristina Di Paolo e custodiscono la casa natale della loro fondatrice, Madre Flora Pallotta, a Force.

Tra le realtà presenti sul territorio ricordo anche il distaccamento di Caritas Diocesana presente a Comunanza, guidato dal diacono Marinozzi, e l’O.D.A., che gestisce la Casa di Riposo di Comunanza, Casa Gioiosa di Montemonaco e le altre strutture ricettive della montagna, sotto la presidenza del vicario foraneo don Rammella. In diverse realtà parrocchiali sono presenti anche un certo associazionismo cattolico e diverse confraternite.

Quali sono punti di forza e quali le difficoltà riscontrate sul vostro territorio?
Negli ultimi anni il terremoto e la pandemia hanno evidenziato da un lato la tempra robusta della nostra gente, dall’altro hanno però accentuato anche alcune fragilità dovute alla conformazione del territorio e alle distanze tra le realtà cittadine e parrocchiali dal centro della Diocesi.

Com’è la partecipazione dei fedeli, in particolare dei giovani, alla vita della Chiesa nelle varie Parrocchie?
Negli ultimi decenni si è osservata una diminuzione nella partecipazione attiva alla vita delle comunità cristiane; bisogna però anche tener presente i fattori di una scarsa natalità e di un lento ricambio generazionale.

Che tipo di collaborazione c’è con le Istituzioni locali?
Nei periodi di maggior difficoltà tutte le Amministrazioni si sono interfacciate con i parroci e le comunità ecclesiali per rispondere al meglio alle esigenze materiali e spirituali del nostro popolo. A volte la collaborazione ha dato risultati molto fruttuosi.

Quali sono i cambiamenti previsti o auspicabili per il futuro?
Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad una progressiva unificazione di alcune realtà dal punto di vista pastorale. Probabilmente qui si avverte più pungente il calo delle vocazioni al sacerdozio, seppur ben supportato da laici formati alla corresponsabilità e con una spiccata sensibilità umana e cristiana.

Cosa pensa di questo cambiamento così importante riguardante le due Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto ed Ascoli Piceno che sono state riunite in persona episcopi?
L’unione nella persona del vescovo Gianpiero, se da una parte risolve annose questioni di identità, dall’altra spinge in avanti il cammino delle due Diocesi nei territori della zona interna marchigiana, già accomunati dalle medesime ricchezze e povertà.

Che messaggio di saluto vuole mandare al vescovo Carlo Bresciani?
Un saluto che si fa ringraziamento, dal momento che fin dall’inizio del suo ministero pastorale il vescovo Carlo non ha mai fatto mancare la sua vicinanza alle nostre comunità. Il suo impegno per la ricostruzione (decisiva per la nostra zona), oggi inizia a mostrare i suoi frutti, riaprendo il cuore della gente alla speranza e alla fiducia nella Chiesa.

Cosa chiede al vescovo Gianpiero Palmieri per la sua Vicaria e cosa gli augura per il suo cammino pastorale nella nostra Diocesi?
Ben consapevole della nuova situazione che il vescovo Gianpiero va ad affrontare, confido nel fatto che papa Francesco abbia richiesto di svolgere questo prezioso servizio a una persona certamente formata per una tale complessità e spero che il nostro nuovo pastore possa avere tempi e spazi da dedicare a sacerdoti e comunità, innanzitutto nella sua preghiera, curando spiritualmente la relazione con essi. La ricchezza poi della nostra Chiesa locale, anche nell’associazionismo e nel volontariato, lo sostenga nell’azione pastorale.