SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Abbiamo intervistato il Sindaco di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo.
Sindaco Spazzafumo com’è la situazione nel suo Comune e quali sono i rapporti con gli altri Comuni della Vicaria (Acquaviva Picena, f.ne San Savino di Ripatransone)?
Ottimi, abbiamo frequenti relazioni perché le questioni che ci troviamo ad amministrare sono spesso comuni. Più in generale, siamo tutti d’accordo che occorra presentare all’esterno in modo coerente tutto un comprensorio e non soltanto i nostri specifici territori: così si ottiene più forza contrattuale in campi essenziali per il futuro come, ad esempio, la sanità o il turismo.
Quali sono le peculiarità del territorio che rappresenta?
Il Piceno è un luogo piacevole, caratterizzato da una qualità di vita sopra la media. In più ha un punto di forza storico nel suo mare. Qui nasce il turismo di massa, qui si sviluppa da decenni un’accoglienza professionalmente qualificata. Questo è un territorio storico della Bandiera Blu d’Europa, della bandiera Verde dei pediatri italiani come spiagge a misura di bambino, di una mobilità ciclabile grazie ad una rete di percorsi che collega tutti i Comuni costieri.
Come vede il tessuto sociale ed economico e quali sono le problematiche più urgenti ancora da risolvere?
È un tessuto fondamentalmente sano, anche se le crepe non mancano. La rete familiare ancora tiene, ma con sempre maggiore fatica. Non è peraltro un fenomeno solo nostro, è il mondo che cambia e noi non facciamo eccezione. Ci sono questioni importanti che cerchiamo di affrontare con risorse sempre più modeste, come l’emergenza abitativa o la ricerca di un lavoro, solo parzialmente attenuata dai lavori stagionali. Per non dire dei servizi sanitari che anche da noi soffrono di gravi carenze, peraltro comuni a tutto il Paese.
Quanto è importante la collaborazione tra le Istituzioni, la Diocesi e le Parrocchie?
Direi che è fondamentale l’“alleanza” tra istituzioni civili e religiose in grado di fronteggiare le crescenti diseguaglianze sociali e la solitudine. Io sostengo da sempre che dalla collaborazione tra istituzioni civili e comunità ecclesiale possa nascere un contributo importante. D’altronde, è accaduto sino ad oggi con buoni risultati: basti pensare al difficile, nascosto, ma preziosissimo lavoro che fanno i nostri servizi sociali insieme alla Caritas diocesana.
Quali attività ha previsto per i prossimi mesi?
Ci sono tantissimi progetti da avviare e altri da portare a termine sui cui ci concentreremo nei prossimi mesi. I primi che mi vengono in mente: la riqualificazione dell’area ex Ballarin, di piazza Montebello, dell’isola pedonale di viale Buozzi, di via del Mare, del lungomare, i due nuovi nidi d’infanzia, l’asfalto su tutto il tratto urbano dell’Adriatica. Anche grazie ai finanziamenti PNRR e al cospicuo avanzo di bilancio che stiamo per reinvestire, la lista si allunga ogni giorno di più. I prossimi mesi saranno decisivi per mettere a disposizione dei cittadini le opere e i servizi che abbiamo progettato finora.
Cosa chiede al vescovo Gianpiero Palmieri per la sua Vicaria e cosa gli augura per il suo cammino pastorale nella nostra Diocesi?
Nel solco dell’eredità del vescovo Carlo, sono sicuro che saprà dare continuità ad un’azione pastorale rivolta ad offrire occasioni di speranza, soprattutto ai meno fortunati, a chi teme il futuro, a chi ha imparato a diffidare della vita. Non sarà facile, dovendo amministrare una Diocesi così ampia e avendo già la responsabilità di quella ascolana. Ma lui sa che su di me e sull’Amministrazione che rappresento, potrà sempre contare.