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Foto e video di Simone Incicco
RIPATRANSONE – È avvenuto alle ore 10:00 di ieri, Domenica 21 Luglio 2024, all’ingresso del centro storico, in piazza Marconi, la seconda tappa dell’ingresso itinerante dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri nella Città di Ripatransone. Ad accogliere Mons. Palmieri sono state le note allegre del Corpo Bandistico Città di Ripatransone, che hanno conferito ancora maggiore solennità al momento storico in corso.
Dopo la visita agli ospiti e agli operatori della RSA Ripatransone e alla famiglia Veccia, il nuovo vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto ha incontrato le autorità civili della Città in una cornice magnifica, nella piazza del borgo che dà l’accesso al corso principale del paese e che è deputato proprio all’accoglienza dei nuovi vescovi. E, come è avvenuto per gli altri presuli che lo hanno preceduto, anche mons. Gianpiero, in quel luogo carico di storia, è stato accolto dalle più alte autorità civili locali: il primo cittadino del Comune di Ripatransone, Alessandro Lucciarini De Vincenzi; il vicesindaco Roberto Pasquali; il presidente del Consiglio Comunale Stefano Fraticelli; gli assessori Stefania Bruni, Leonardo Perozzi e Magda Verdecchia; i consiglieri Alessandro Ricci e Roberta Capocasa. Presenti anche le autorità militari: la Comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto, capitano di fregata Alessandra Di Maglio; il Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, il luogotenente Vincenzo Paoletti; gli agenti della Polizia Locale di Ripatransone Massimiliano Albani, Federico Latini e Alessandro Pennesi.
Il sindaco Lucciarini De Vincenzi ha dato il benvenuto all’arcivescovo Palmieri, portandogli il saluto di tutte le rappresentanze cittadine convenute all’ingresso del Corso. Oltre al parroco don Nicola Spinozzi, al vicario parrocchiale don Tommaso Capriotti, ai sacerdoti originari di Ripatransone don Silvio Giampieri e don Claudio Capecci, ai membri del Consiglio Comunale ed alle autorità militari già elencate, Lucciarini ha menzionato anche altre realtà significative del territorio che amministra. Prima di tutto gli studenti e le docenti dell’Istituto Comprensivo di Ripatransone e delle Scuole Superiori. Poi la Corale Madonna di San Giovanni che di lì a poco avrebbe animato la celebrazione in Duomo. Infine alcune associazioni molto attive sul territorio che il primo cittadino ha ringraziato per il tempo di cui privano i loro affetti a favore del volontariato: la Pubblica Assistenza Croce Azzurra di Ripatransone-Cossignano, l’AVIS, l’AIDO, l’Archeoclub, il Centro Sociale Belvedere del Piceno, le associazioni San Savino e Valtesino.
Lucciarini De Vincenzi ha poi ripercorso brevemente alcuni momenti salienti della storia della città: “Siamo città vescovile dal 30 Luglio del 1571, grazie all’accoglimento del desiderio che già dal secolo XIV la nostra terra aveva manifestato alla Santa Sede. A ispirare il santo pontefice Pio V a concedere questa istituzione ecclesiale furono propizie due circostanze eccezionali.
La prima: l’intercessione del grande San Filippo Neri, suo confessore ed amico, che aveva tra i primi due compagni della congregazione dell’oratorio i fratelli Alessandro e Germanico Fedeli di Ripatransone. Tramite loro, si tramanda una nota affermazione del Santo: ‘Ripatransone, di averla a cuore con singolare affetto’. Ci auguriamo che questo affetto di cui parlava l’Apostolo di Roma, possa provarlo anche lei che rappresenta la successione degli apostoli presso di noi, ora, per la nostra Città.
La seconda: l’influsso di Ascanio Condivi, artista e biografo di Michelangelo Buonarroti, molto accreditato presso alcuni cardinali della Curia Romana, che portarono poi lo stesso Pontefice a dire ‘l’essere quel popolo incorreggibile ci da tutta la volontà ad assegnargli un proprio pastore’. San PioV elevò quindi Ripatransone a Città, accogliendo l’ostinata aspirazione della libera comunità ripana, che ebbe anche l’autonomia da Fermo nonostante molte opposizioni. E le assicuro, Eccellenza – ha scherzato il primo cittadino ripano -, che quell’essere un popolo incorreggibile è tuttora valido!
Successivamente la Diocesi, così chiamata ‘dei due santi’, con il suo Vescovo, iniziò a svolgere la sua funzione, arricchendo il nostro territorio di una presenza vicina ai fabbisogni della popolazione, intervenendo sul tessuto urbano, sugli aspetti architettonici, sul paesaggio e sulla rete viaria (con la realizzazione, ad esempio, della via Cuprense). L’introduzione per la prima volta di nuove coltivazioni, così come nelle difficoltà dei tempi duri delle carestie anche l’aiuto dei quattro monti frumentari che sono stati le fondamenta dell’attuale Banca di Ripatransone e del Fermano, sono solo alcuni aspetti legati alla presenza del vescovo in mezzo a noi, facendone parte attiva della nostra storia.
Dal punto di vista spirituale è incrementato il numero dei monasteri degli ordini religiosi, ben quattordici. Sono ancora oggi presenti sul nostro territorio due monasteri di vita contemplativa, che sono di riferimento anche per i fedeli dei comuni circostanti, e l’Istituto delle Suore Teresiane, che dà un grosso e prezioso contributo alla Diocesi dal punto di vista educativo e anche missionario, vista la loro presenza nelle Filippine.
Per questo, a memoria di chi ci ha preceduto e consegnato questo immenso patrimonio culturale, umano e sociale, siamo chiamati a camminare insieme, unendo ciò che ci accomuna, per fare sinergia e dare quel valore aggiunto a beneficio delle persone, partendo da quelle più deboli fino a coprire tutto il comparto sociale, assistenziale, scolastico educativo, associativo, lavorativo e del mondo del volontariato. Ci auguriamo che la bellezza, non solo fisica del nostro centro storico, inserito nel suo caratteristico paesaggio a mosaico coltivato eroicamente dalle numerose aziende agricole (Ripatransone è infatti il comune più vitato delle Marche), ma anche umana, possa presto conquistarla!
Oggi insieme la ringraziamo per il suo messaggio di misericordia, così ben rappresentato nel suo stemma vescovile, e siamo desiderosi di conoscerla, apprezzando moltissimo la sua volontà di farsi presenza in mezzo a noi. Sappia che Ripatransone è anche la sua città! Abbiamo anche l’onore di custodire nel Duomo dei Santi Gregorio Magno e Margherita ( e ci risulta che lei sia diventato parroco proprio in una parrocchia dedicata a San Gregorio Magno), l’immagine della Patrona della Diocesi, la Vergine Lauretana che noi veneriamo con il titolo di Madonna di San Giovanni. Un dono condiviso a livello diocesano e prezioso per tutti noi. La invitiamo, ogni volta che vorrà, a venire a pregare, come fanno tanti Ripani, ai piedi di questo bel simulacro, con l’augurio che possa ispirarle sempre fiducia e speranza rinnovate.
Comprensivi della difficoltà che comporta la cura di un territorio ancora più vasto nel Piceno in un tempo difficile e lacerato da divisioni, siamo sicuri che dall’ascolto e dal confronto potranno scaturire le premesse per nuove proposte per il bene della collettività.
Benvenuto tra noi e grazie per tutto quello che farà per noi!”.
Queste le parole che il vescovo Gianpiero ha rivolto agli amministratori presenti: “Saluto tutti quanti con grande affetto, con un abbraccio reale, non virtuale o di circostanza, ma pieno, come se volessi abbracciare ciascuno di voi e lo faccio davvero. Si può abbracciare in tanti modi, ma è attraverso l’incontro e l’ascolto che si vive l’abbraccio più bello. La promessa che Alessandro mi vuole strappare è esattamente l’atteggiamento con cui sono venuto, quello di conoscerci, di incontrarci, ma non solo per curiosità, bensì – come ha detto lui – con la voglia di camminare insieme. Che cosa può offrire un vescovo ad un territorio? Cosa può offrire la Chiesa ad un territorio? Prima di tutto il tesoro più bello e prezioso che ha e che ha plasmato la cultura di cui è fatta anche la vostra Città, cioè il Vangelo. Il Vangelo ha conquistato il cuore degli uomini e delle donne del mondo intero, ha conquistato il vostro cuore e lo ha trasformato in tante iniziative di solidarietà, di coesione sociale, di umanità. Una ricchezza profonda, perché la Chiesa chiede di incarnarsi. Gli stessi monti di pietà, i monti frumentari che sono stati ricordati prima, ma anche l’attenzione agli ultimi attraverso gli ospedali, la venerazione per i defunti attraverso i cimiteri: tutto questo nasce da una civiltà segnata dal Vangelo, come la nostra. Allora per noi, queste radici evangeliche non siano soltanto nostalgia del passato, bensì il tentativo di darci un futuro. Perché qualunque futuro noi possiamo costruire insieme, potremmo farlo solo su queste basi solide. Non sul conflitto, sulla violenza, sull’affermazione dell’uno sull’altro, sugli egoismi di parte. Queste cose non ci porterebbero da nessuna parte. Al contrario, possiamo costruire solo su tutto quello che ci cementa e a cui siamo abituati, anche il Vangelo”.
Poi, sorridendo, Palmieri ha aggiunto: “Non vi meravigliate per il fatto che un papa abbia deciso di intervenire su persone incorreggibili creando una Diocesi e che adesso un altro papa dica che, per dare futuro alla ricchezza del territorio, è necessario mettere insieme. Viviamo in tempi diversi. Non basterà ognuno concentrarsi ognuno sulla propria identità locale, bensì è soltanto facendo rete, che abbiamo futuro, da tutti i punti di vista: economico, sociale, culturale. Soltanto così possiamo custodire la ricchezza di ogni tradizione locale. Papa Francesco ha detto delle frasi molto belle su questo. Questa è la sfida che ci attende: tutta la ricchezza di cui siamo portatori – e che si vede nelle mura o nei vestiti delle confraternite, ma viene fuori anche dai volti – cresce e si sviluppa nel momento in cui impariamo a vivere in rete con gli altri. Mi sembra che questo sia il cammino che ci attende: affondare le radici nel Vangelo e guardare al futuro con creatività, facendo rete con tutti. Grazie per l’accoglienza straordinaria che mi avete riservato!”.
Il sindaco Lucciarini De Vincenzi ha poi omaggiato il vescovo Palmieri con due doni significativi che celebrano l’eccellenza ripana: un acquerello che rappresenta la città di Ripatransone, dipinto dall’architetto ed artista Eugenio Cellini, e il libro dei Canti Mercantiniani. Ricordiamo che il ripano Luigi Mercantini è stato un esponente importante della poesia lirica di ispirazione patriottica: “L’Inno di Garibaldi” e “La spigolatrice di Sapri” sono infatti tra le composizioni più note di tutto il Risorgimento italiano.
A dare il benvenuto al vescovo Palmieri, come sottolineato dal sindaco Lucciarini De Vincenzi nel suo discorso di apertura, anche i vertici della Banca di Ripatransone e del Fermano, che nella città ha la sua sede storica: il direttore generale Vito Verdecchia, il consigliere Francesco Massi, il consigliere Alessio Rubicini e la componente del Collegio Sindacale Donatella Simonetti. Quest’ultima, a nome della Banca, ha donato al vescovo Palmieri la pubblicazione delle foto storiche del magistrato ripano Edmondo Bruti Liberati, già procuratore della Repubblica di Milano e presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, e la copia anastatica della Spigolatrice di Sapri, il cui originale è custodito nel caveau della Banca.
Il vescovo Gianpiero ha poi ripreso il cammino verso la Basilica Concattedrale dei Santi Gregorio Magno e Margherita, accompagnato in corteo dal Corpo Bandistico della Città di Ripatransone e dai priori e dalle rappresentanze delle cinque Confraternite cittadine: C. della Misericordia e Morte, C. del Sacro Cuore di Gesù (detta “dei Sacconi”), C. del Santissimo Sacramento di San Niccolò (detta del Gonfalone”), C. del Santissimo Sacramento di San Michele Arcangelo, C. Madonna di San Giovanni. La città, per l’occasione, era vestita a festa: dalle finestre pendevano drappi color rosso granata rifiniti con raso dorato, due colori che richiamano lo stemma cittadino; lungo le rue del centro storico erano appesi anche altri drappi e bandiere processionali contenenti l’immagine del leone, anche questa ripresa dallo stemma cittadino; due striscioni di benvenuto al vescovo Gianpiero campeggiavano, infine, nel sagrato del Duomo.
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