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Foto e video di Simone Incicco
RIPATRANSONE – “Eccoci con gioia, insieme, nel primo giorno di un cammino che ci coinvolge tutti! Un cammino che vede oggi la mia presenza qui per la prima volta, ma il vostro è un cammino di Chiesa che dura non solo da tanti anni, ma da tanti secoli, da quando è nata una comunità diocesana a Ripatransone. E noi camminiamo insieme a tutte le altre Chiese del territorio: Montalto, San Benedetto, Ascoli. Tutte insieme! E viviamo questo tempo con una grande fiducia nel Signore“.
È con queste parole semplici, ma cariche di significato e di gioia, che l’arcivescovo Gianpiero Palmieri ha iniziato la sua prima omelia rivolta ai fedeli delle comunità ripane riunite Domenica 21 Luglio, alle ore 11:00, presso la Basilica Concattedrale Santi Gregorio Magno e Margherita in Ripatransone per la solenne celebrazione eucaristica che ha sancito l’ingresso del nuovo vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto nella città che divenne vescovile con papa Pio V nel 1571.
La Santa Messa, presieduta da mons. Gianpiero, è stata concelebrata dal parroco don Nicola Spinozzi, dal vicario parrocchiale don Tommaso Capriotti, dal vicario generale della Diocesi don Patrizio Spina, dal vicario foraneo della Vicaria Madonna di San Giovanni a cui le comunità di Ripatransone appartengono, don Federico Pompei, da don Silvio Giampieri, ripano di origine, da padre Derick Kpuyuf Banin, dai diaconi Walter Gandolfi ed Emanuele Imbrescia, oltre che da tutto il popolo di Dio riunito.
Numerose le autorità civili che hanno partecipato alla celebrazione, a partire dal primo cittadino del Comune di Ripatransone, Alessandro Lucciarini De Vincenzi, accompagnato dal vicesindaco Roberto Pasquali, dal presidente del Consiglio Comunale Stefano Fraticelli, dagli assessori Stefania Bruni, Leonardo Perozzi e Magda Verdecchia, dai consiglieri Alessandro Ricci e Roberta Capocasa. Presenti anche le autorità militari: la Comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto, capitano di fregata Alessandra Di Maglio; il Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, il luogotenente Vincenzo Paoletti; gli agenti della Polizia Locale di Ripatransone Massimiliano Albani, Federico Latini e Alessandro Pennesi.
Presenti infine anche i priori ed una rappresentanza delle cinque Confraternite cittadine: C. della Misericordia e Morte, C. del Sacro Cuore di Gesù (detta “dei Sacconi”), C. del Santissimo Sacramento di San Niccolò (detta del Gonfalone”), C. del Santissimo Sacramento di San Michele Arcangelo, C. Madonna di San Giovanni.
Ripercorriamo insieme le tappe salienti dell’ingresso del nuovo vescovo Palmieri nella città di Ripatransone. In una mattinata dalle temperature proibitive, mons. Gianpiero è andato a “visitare il Popolo di Dio, là dove vive”, come egli stesso aveva affermato: “L’episcopio non è lì dove il vescovo aspetta che lo vadano a trovare, bensì lì dove il vescovo si avvicina e incontra le persone”. È quindi con questo spirito che, prima di giungere nella Concattedrale, il nostro nuovo vescovo ha vissuto due momenti significativi.
Il primo è avvenuto con il mondo della fragilità. A partire dalle ore 8:30 in poi, il vescovo ha visitato la RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) di Ripatransone, una struttura che offre alle persone non autosufficienti, che non sono curabili a domicilio, una certa assistenza medica, infermieristica, riabilitativa, tutelare e alberghiera. Qui mons. Gianpiero ha incontrato gli anziani, i malati e anche il personale che li assiste, ascoltando la loro storia di vita e portando parole di speranza. Ha poi proseguito il suo cammino andando a trovare una famiglia della parrocchia che purtroppo da molti anni sperimenta una situazione di malattia rara che ha colpito i due figli della coppia, di due e sedici anni. Un momento toccante, molto ricco di ascolto, condivisione ed empatia.
Il secondo momento di incontro con la comunità è avvenuto all’ingresso del centro storico, in piazza Marconi, ovvero il luogo che dà l’accesso al corso principale del paese e che è deputato proprio all’accoglienza dei nuovi vescovi. E, come è avvenuto per gli altri presuli che lo hanno preceduto, anche mons. Gianpiero, in quel luogo carico di storia, è stato accolto dalle autorità civili e militari, dai vertici della Banca di Ripatransone e del Fermano, dai rappresentanti di tutte le Confraternite cittadine e dal Corpo Bandistico Città di Ripatransone.
Il vescovo Palmieri si è poi diretto verso la Basilica Concattedrale, percorrendo le vie della città insieme ad un folto corteo di fedeli ed autorità, accompagnato dalle liete musiche che il Corpo Bandistico suonava in segno di festa per il suo ingresso. La città, per l’occasione, era vestita a festa: dalle finestre pendevano drappi color rosso granata rifiniti con raso dorato, due colori che richiamano lo stemma cittadino; lungo le rue del centro storico erano appesi anche altri drappi e bandiere processionali contenenti l’immagine del leone, anche questa ripresa dallo stemma cittadino; due striscioni di benvenuto al vescovo Gianpiero campeggiavano, infine, nel sagrato del Duomo.
Tra gli applausi dei fedeli, l’arcivescovo Gianpiero è entrato in Cattedrale, dove ha celebrato la Santa Messa, animata dal Coro Madonna di San Giovanni, diretto dal compositore Federico Carboni e presieduto dalla prof.ssa Franca Basso. La celebrazione ha registrato la partecipazione, oltre che delle autorità già menzionate, anche di alcune associazioni molto attive sul territorio: la Pubblica Assistenza Croce Azzurra di Ripatransone-Cossignano, l’AVIS, l’AIDO, l’Archeoclub, il Centro Sociale Belvedere del Piceno, le associazioni San Savino e Valtesino. Presenti infine anche alcuni studenti dell’Istituto Comprensivo di Ripatransone e del Liceo Scienze Umane e del Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate Mercantini, diretto dalla preside Sabrina Vallesi. Alla Messa hanno partecipato anche la prof.ssa Alessandra Fiorentini, facente parte del team della Vicepresidenza, e la prof.ssa Giuseppina Mozzoni, docente di Religione.
Questi i passaggi salienti dell’omelia, detta a braccio da Mons. Palmieri.
Prima di tutto, commentando il brano evangelico del giorno (Mc 6,30-34) sulla figura del pastore, ha affermato: “Attraverso il Vangelo di oggi, Gesù ci vuole dire in modo particolare che Egli tiene a ciascuno di noi. Questa convinzione dobbiamo averla profondamente nel cuore. Noi non gli siamo indifferenti. Che noi ci siamo o non ci siamo non è la stessa cosa. Che noi decidiamo di partecipare alla vita di una comunità cristiana o decidiamo di sottrarci non è la stessa cosa. Il Signore è il buon pastore, quindi non si stanca di venirci incontro. Non aspetta che noi veniamo in chiesa per lavorare nel nostro cuore nella potenza del Suo Spirito. Non si aspetta che noi apriamo la Bibbia pe rivolgerci la Sua Parola. Egli si inventa mille modi per venirci incontro attraverso la vita. Ma quanto è più bello, se noi consapevolmente decidiamo di camminare insieme come comunità, di ascoltare la Sua Parola, di vivere in ascolto e nella partecipazione al Suo Corpo e al Suo Sangue? Ma quanto è più bello?! Quanto è più ricco?! Quanto permette al nostro cuore di rimanere fedele a quell’Amore di Dio che non si stanca comunque di venirci incontro?! Il Signore, dunque, non aspetta noi, bensì ci viene incontro e agisce nei nostri cuori nei modi che Lui sa, attraverso il Suo Santo Spirito. Ma quanto è bello quando siamo noi a vivere consapevolmente la vita della comunità cristiana, ad ascoltare la Sua Parola, a celebrare l’Eucaristia, a lasciarci guidare nelle scelte della vita da quello che Lui dirà?!”
Mons. Palmieri ha poi proseguito: “E come è bello quando una comunità cristiana decide di testimoniare questo amore di Dio intorno a sé nei mille modi in cui la vita ci chiama a vivere, nei mille modi in cui la testimonianza può raggiungere gli altri?! Talvolta basta un sorriso, talvolta una carezza, talvolta basta dire ‘Ci sono!’. In quel momento noi diventiamo un popolo di pastori! Perché il pastore è così, come Gesù, che va incontro agli altri, va alla loro ricerca e non si ferma. E, anche quando è stanco e viene raggiunto dalla folla, sebbene si sia messo in disparte con gli altri discepoli – stanchi pure loro – non rifiuta l’incontro, perché sa che è un dono prezioso quando sono gli altri che ti cercano. Gesù vede queste persone che sono pecore senza pastore, ovvero senza nessuno che faccia il primo passo per andare a testimoniare l’amore di Dio. Quante pecore senza pastore ci sono ancora oggi!”
Mons. Gianpiero ha aggiunto: “Carissimi, oggi viviamo un tempo della Chiesa straordinario, meraviglioso, perché c’è una fame in giro, una fame di senso per la vita, una fame di amore enorme. Persino le indagini statistiche rivelano che nei ragazzi il bisogno di spiritualità è aumentato a dismisura. I giovani oggi cercano un senso alla loro vita e trovano di fronte degli adulti afoni, malati di afasia, che non hanno risposte per le domande grandi della vita e sono pecore senza pastore, sbandati, che cercano un senso e nessuno glielo dice, che cercano una direzione e nessuno gliela offre, che si chiedono il senso del nascere, del morire, dell’amare, del soffrire e trovano adulti che balbettano, che rispondono ‘Boh!’ Ma come boh?! Guardate, noi siamo un popolo di pastori. Io sono il buon pastore, insieme a don Nicola, perché noi abbiamo il dovere del primo passo verso tutti. Ma tutti abbiamo questo compito. Ecco, questo oggi è il nostro compito: dare risposte di senso, soprattutto ai ragazzi. Dobbiamo stringerci, confrontarci e dare ai nostri giovani ‘pane solido’, come dice San Paolo. Testimoniare con l’intraprendenza, associarsi, lavorare, mettere al primo posto i più fragili e i poveri e dare insieme una risposta alle domande di questo tempo: a questo siamo chiamati. L’individualismo, il menefreghismo, infatti, fanno come prime vittime i più fragili, i più poveri e i malati. Noi allora non possiamo sottrarci a vivere la comunità cristiana: è questa la sfida del Signore“.
Dopo i riti di Comunione, il parroco don Nicola Spinozzi ha effettuato alcuni ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito a rendere bello ed accogliente l’ingresso dell’arcivescovo Palmieri a Ripatransone. Poi, a nome della comunità, gli ha donato un’opera dell’artista Mario Vespasiani, il quale ha spiegato così il significato del maestoso dipinto: “La mia opera rappresenta due momenti importanti della vita di Cristo: il Battesimo, posto all’inizio della predicazione di Gesù, e l’Ascensione, che si colloca alla fine della sua vita. Nel Battesimo Gesù è circondato da una folla anonima, rappresentata con colori tenui. Nell’Ascensione, invece, tutto si infiamma. La vita di Gesù, infatti, è stata ormai una testimonianza che chiunque ha potuto ricevere ed è per questo motivo che, chi ha deciso di seguire i suoi insegnamenti, porta con sé la stessa fiamma di vita del Signore. Ogni volta che guarderemo questo quadro, ci ricorderemo che Gesù è in ciascuno di noi e che, se vogliamo, possiamo seguirLo e divenire fiammella per chi ci è vicino. E magari ci chiederemo se staremo seguendo i suoi insegnamenti oppure no. Il quadro, dunque, sviluppa il senso della verticalità, caro all’iconografia classica, che rappresenta lo Spirito che scende ad abbracciare l’umanità, ma al contempo sviluppa anche un certo senso di orizzontalità: intorno alla mano, infatti, si formano un cerchio ed una croce che si allargano verso i pari”.
A seguire anche il giovane M° Federico Carboni, che ha composto tutti i brani eseguiti durante la Celebrazione Eucaristica, ha consegnato un omaggio al nuovo vescovo: la sua ultima composizione dal titolo “Mistero della Cena“, che è stata cantata durante l’Offertorio.
Al termine della Messa, mons. Gianpiero si è recato a pregare nel Santuario della Madonna di San Giovanni, patrona della città, della Diocesi di Ripatransone dal 1893 e, dal 1988, patrona anche della Diocesi unificata di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
La mattinata si è conclusa con il saluto che il vescovo Palmieri ha rivolto ai fedeli all’esterno della Basilica Concattedrale, dove per l’occasione è stato allestito un gustoso aperitivo per far vivere a mons. Gianpiero un momento di convivialità insieme a tutti i partecipanti alla celebrazione.
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eccellenza complimenti lei è un bravissimo vescovo, è stupendo!
Stupendo lavoro curato in ogni suo aspetto,che permette di rivivere i momenti salienti anche con un curato servizio fotografico.I più vivi complimenti al giornale e all' autore. Sarebbe opportuno lasciare una testimonianza cartacea con un numero speciale.Grazie
Un vescovo , l'uomo giusto al momento giusto , che dimostra di mettere i suoi talenti a disposizione della comunità, la più bisognosa, la più umile , la più dimenticata ! Un grazie di cuore alla sua umanità e delicatezza! Rivolgere lo sguardo ai più fragili, dare una carezza ,un sorriso, un' attenzione in più alla parte più fragile, nel tessuto sociale e rappresenta davvero un salto di qualità! La sua semplicità d' approccio , la sua umiltà, la comprensione profonda della delicatezza degli incontri, fanno rinascere la speranza nei cuori provati da sofferenza , dolore, solitudine! Grazie ! Il Signore continui a guidare i suoi passi su questa strada poco praticata ,ma molto affollata da " una sete d' amore e di attenzione"!