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La fede di don Francesco Sciocchetti, mentre ci prepariamo alla festa della Madonna della Marina

Pietro Pompei

DIOCESI – Ancora oggi, a distanza di più di centoventi anni, dobbiamo riconoscere la giustezza delle osservazioni di don Francesco Sciocchetti, lu Curate, per antonomasia, in merito alla tradizionale Festa della Madonna della Marina, riportate sul n. 30, anno III, 28 luglio 1907, del “l’Operaio”, il giornale da Lui fondato:
“Certe tradizioni sono così tenacemente legate ai costumi del popolo da divenire quasi un elemento necessario nell’ingranaggio della vita comune, ed acquistano un carattere così deciso ed una fisionomia così individuale da farle distinguere di primo acchito, anche all’occhio dell’osservatore meno esercitato. Così è della festa dedicata alla Madonna della Marina”. E mentre ci prepariamo a celebrare questa solennità, ci piace ritrovare il senso vero di questa festività nelle parole de lu Curate che volle “la Chiesa Nuova”, oggi Basilica-Cattedrale, e che si adoperò, anche manualmente insieme alla popolazione, che fosse innalzata.
Ci sono dentro tutta la fede e tutta la devozione verso la Madonna di don Francesco che va riscoperto nella sua dimensione non soltanto religiosa, ma civile ed educativa per l’apporto dato ai nostri padri, anche sul piano degli aiuti materiali, negli anni turbolenti del prima e dopo la prima, guerra mondiale. A rileggere quella vita c’è veramente da stupirsi come possa essere riuscito a fare tante opere, con una genialità e laboriosità veramente eccezionali. Senza tema di smentite, possiamo tranquillamente affermare che don Francesco Sciocchetti è stato il più grande personaggio della nostra storia di tutti i tempi.
E lu Curate, in merito alla festa, aggiungeva: “E chi potrebbe rassegnarsi a fare a meno di questo giorno insolito, in cui all’azzurro del Cielo e del mare, risponde una gioia comune, un palpito umano concorde ove si fondono coi sentimenti più vari le dolcezze delle famiglie, riunite completamente sotto gli occhi del padre a cui la vita perigliosa dell’acque ruba le soavità del santuario domestico e spesso dà sussulti di trepide angosce?”.
Va ricordato che la Festa della Madonna della Marina era anche il giorno de “lu Rolle”, uno dei quattro conti trimestrali, insieme alla Pasqua, al Natale e alla Festa della Madonna della Vittoria ( o del Rosario). Era quindi una delle poche festività in cui alla possibilità di una certa disponibilità di denaro si univa la gioia familiare di poter stare tutti riuniti.
Nelle parole di don Francesco, un’esortazione ci sorprende più di altre per la sua attualità, nonostante i molti decenni trascorsi: “Ma la tradizione dev’essere animata da quello spirito che la fece sorgere, altrimenti non rappresenta che un simulacro, un cadavere, una forma vuota di senso. Ora alla genesi della cara festa noi troviamo la fede viva, la religione sentita dei nostri padri che stretti intorno a Maria, rifugio nelle tempeste, raggio di sole nelle tenebre, stella del mare, provarono il bisogno di attestarle solennemente il loro grato affetto, e impegnarne la bontà materna a pro dei tanti bisogni spirituali e temporali. È questa scintilla di fede che noi dobbiamo ridestare sotto la cenere dell’indifferenza comune. È questo slancio religioso che deve rivivere nelle anime nostre, perché la festa non si riduca unicamente ad un po’di chiasso e ad una parata inutile.
Prepariamoci perciò alla solenne ricorrenza in una forma degna di Colei che fu la più pura fra le creature e la più buona tra le madri; purificando le anime nostre, e ridestando la coscienza dei nostri doveri, con sani propositi di riforma morale.
Solo allora sarà grato l’omaggio della nostra festa a Maria: ed Ella accogliendo i voti dei vecchi e dei giovani, le trepide ansie delle fanciulle, e l’abbandono fidente dei marinai, avrà per tutti una parola buona, un sorriso di pace, un raggio di speranza e d’amore” (Fides).

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