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FOTO e VIDEO Festa Madonna della Marina, Vescovo Gianpiero: “La tua vita è preziosissima”

Un secondo video della processione: https://www.facebook.com/reel/792488112739920

Le foto

 

 

 

Foto e video di Simone Incicco

DIOCESI – Si sono conclusi ieri, Domenica 28 Luglio, i festeggiamenti dei fedeli della Parrocchia di Santa Maria della Marina in onore della loro Patrona, la Regina del Mare. Le manifestazioni religiose sono infatti terminate con la Processione alle ore 18:30 dal porto fino alla Cattedrale e la celebrazione della Santa Messa alle ore 19:30 all’aperto in piazza Nardone, presieduta dal nuovo vescovo diocesano, mons. Gianpiero Palmieri, e concelebrata dai sacerdoti e dai diaconi della città rivierasca: don Patrizio Spina, parroco della comunità, nonché vicario generale; don Luciano Paci e mons. Romualdo Scarponi, entrambi parroci emeriti della Marina; padre Mario Amadeo, parroco della comunità di San Giuseppe; don Ulderico Ceroni, parroco della comunità di San Pio X; don Guido Coccia, parroco della comunità di San Benedetto Martire; don Gianni Croci, parroco della comunità di San Filippo Neri; don Emmanuele Iotti, appartenente al Cammino Neocatecumenale,  originario di San Benedetto del Tronto ed attualmente incardinato nella Diocesi di Cartagena, in Spagna, come vicario parrocchiale in una parrocchia della città di Murcia; i diaconi Walter Gandolfi, Emanuele Imbrescia e Pietro Mazzocchi.

Presenti, oltre ai numerosi fedeli, anche molte autorità civili e militari: l’Onorevole Lucia Albano; il Consigliere della Regione Marche Andrea Assenti; il Sindaco di San Benedetto del Tronto Antonio Spazzafumo; il Vicesindaco Tonino Capriotti; le Assessore Laura Camaioni, Cinzia Campanelli e Lia Sebastiani; le Consigliere Barbara De Ascaniis, Sabrina Merli e Elena Piunti; la Comandante della Capitaneria di Porto Alessandra Di Maglio; il Comandante della Compagnia di Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto Tommaso Manfra e la Comandante della Sezione Operativa Volante della stessa Compagnia Lucrezia Ceccarelli; il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto Francesco Tessitore; il Comandante della Stazione dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto Pasqualino Palmiero; il Commissario della Polizia di Stato di San Benedetto del Tronto Andrea Crucianelli; il Comandante della Polizia Locale Pietro D’Angeli; alcuni rappresentanti del Gruppo ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) di San Benedetto del Tronto. Presenti anche alcune esponenti del Gruppo Folkloristico Sambenedettese, che per l’occasione hanno indossato gli abiti tradizionali locali.

Come da tradizione, la comunità dei fedeli si è radunata numerosa presso la Banchina Malfizia per dare vita alla consueta processione per le vie della città con l’effigie di Santa Maria della Marina trasportata su una barca colma di fiori e scortata da alcuni pescatori e da alcune giovani leve della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto. Il tragitto, animato con la preghiera e la musica della Banda della Città di San Benedetto del Tronto, si è concluso presso piazza Nardone, davanti alla Cattedrale Santa Maria della Marina, dove si è celebrata la Santa Messa alla presenza dei fedeli e di tutte le autorità intervenute.

Queste le parole del vescovo Gianpiero Palmieri durante l’omelia: “È molto bello celebrare qui, nella piazza davanti alla Cattedrale, dopo aver vissuto una processione insieme all’immagine della Stella del Mare. Come ci siamo detti anche ieri, celebrando l’Eucaristia al porto, Maria ci aiuta ad alzare lo sguardo. E lo fa personalmente, con ciascuno di noi, ma anche a livello comunitario, come Chiesa. Ci fa guardare le cose con un’orizzonte più ampio, ampio come quello del mare, evitando di ripiegarci nel dolore, nell’autocommiserazione, nell’essere presi da tante cose. Maria ci insegna questo perché il Signore lo ha fatto con Lei, proprio nel momento del dolore, sotto la croce, quando Gesù le ha detto di alzare lo sguardo, perché il suo dolore si sarebbe trasformato in una maternità universale, grande come il mare. Noi, come Chiesa, siamo chiamati ad imitarla: anche noi siamo chiamati ad essere madre, ad aver cura di tutti gli uomini, per mandato del Signore, continuando la Sua opera. Per questo è bellissimo girare con Maria e il Signore per le strade e sentire che niente di ciò che gli uomini e le donne vivono ci è estraneo, niente di quello che avviene nelle strade, nelle piazze, nelle case della nostra città, nel cuore di tutti gli abitanti, di chi ci vive e ci lavora, di chi ci passa per un caso o ci rimane per vacanze,  ci è estraneo. E siamo chiamati ad annunciare, a  testimoniare a tutti l’Amore, la tenerezza di Dio, attraverso parole di accoglienza e di speranza“.

Il vescovo Palmieri ha poi proseguito commentando le letture del giorno: “Il brano del Vangelo che abbiamo letto oggi ci dice che c’è sete di vino buono. Le donne e gli uomini hanno fame e sete di senso per le loro vite. Non si accontentano di tirare a campare, non si accontentano nemmeno di un po’ di benessere superficiale, cercano qualcosa di più, vogliono qualcosa di più. Gli adulti spesso con il tempo non si fanno più tante domande, perché hanno imparato ad accontentarsi. I ragazzi, invece, se le fanno le domande! E quello che è davvero incredibile è che trovano spesso adulti afoni, malati di afasia, che non hanno niente da dire, che non hanno parole per rispondere a queste domande. ‘Vorrei essere felice. Da che parte devo cominciare?’ Chiede un ragazzo. ‘Vorrei essere capace di vivere una relazione di comunione profonda con gli altri. Vorrei sapere amare ed essere amato. Mi insegni come si fa? E tu, che sei mia madre, e tu, che sei mio padre, ma davvero mi ami?’ Chiede un altro. Ma i ragazzi trovano adulti che li amano davvero, non come proiezione dei propri egoismi? Che mettono i figli al primo posto, che morirebbero d’amore per loro?  ‘Avrò un futuro? Che cosa significa nascere? Che cosa significa invecchiare? Che cosa significa diventare adulto? Cosa significa morire? E dove va uno, quando muore?’ Spesso a queste domande non c’è alcuna risposta! Perché ci si accontenta di stare bene un po’. Arrivo a 30 anni, poi a 40, poi a 50, poi 60. Sento inevitabilmente il declino all’orizzonte e gioco a fare l’eterno giovane: insieme a mio figlio o mia figlia adolescente gioco ad essere ancora giovane, ad avere gli stessi interessi e la stessa voglia di divertirmi, perché non voglio invecchiare, perché non so dare un senso alla vecchiaia, figurarsi alla morte! E mio figlio o mia figlia mi vede con stupore fare il ragazzino! Questa è la sete che hanno i giovani e, mentre gli adulti si accontentano di vivacchiare, i giovani ci dicono che la fame di risposte e la sete di senso c’è e ce la portiamo dentro. Questo senso lo troviamo nella Parola di Dio, che ci dice quanto la nostra vita sia preziosa. Nella seconda lettura, Paolo ci dice che c’è una testimonianza che lo Spirito di Dio ci dà nel cuore: tu sei figlio di Dio, la tua vita è preziosissima, sei un figlio libero ad amato di Dio. Non sei nel mondo per caso, non sei gettato nell’esistenza per caso, come dicevano alcuni filosofi. No, tu sei un figlio libero, amato da Dio. L’opposto di figlio è schiavo, schiavo dei condizionamenti, degli eventi che non riesci a spiegarti, delle situazioni che non padroneggi, del tempo che passa. Questo è il vino buono che il Signore ti vuole dare, che forse all’inizio della vita non riesci a capire, perché il vino buono arriva ad un certo punto, non subito. E allora ne bevi tanto  e finalmente trovi una risposta. E sarebbe bello se questa risposta la dessi anche ai ragazzi, ai giovani!”.

Il vescovo Gianpiero ha poi concluso la sua omelia con un monito a riscoprire il senso autentico e profondo di quello che facciamo, anche delle tradizioni parrocchiali: “Nel Vangelo delle nozze di Cana, i fedeli ad un certo punto si rendono conto che certe cose non funzionano più. Le sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei non bastano più: non basta più osservare i precetti per dare un senso alla vita, non basta più una religione formale, non basta più una religione superficiale. E, se anche abbiamo le nostre tradizioni, o scopriamo un senso nuovo, o diamo loro un senso nuovo, oppure non ci basteranno più! I ragazzi ci vedranno passare per le vie del paese e diranno: ‘Quelli sono vecchi dentro. Sono attaccati a tradizioni di cui neanche loro sanno il senso!’. Tutto questo non basta più. Se lo sposo dà il vino buono e quello della festa non lo dà, allora significa che è Gesù lo sposo vero, quello che dà il vino buono, quello che dà senso alle nostre vite. Carissima Chiesa di Dio, la Parola di oggi dunque ci dice due cose: che tutti siamo chiamati ad avere sete di Dio (perché chi non ha sete, incontra soltanto i riti; chi ha sete, invece, incontra Gesù) e che tutti siamo chiamati a riconoscere la stessa sete negli altri (perché scopri che più pensi solo a te stesso e più sei infelice; invece più ti accorgi dell’altro, della sete dell’altro, più sei felice)“.

Al termine della celebrazione eucaristica il parroco don Patrizio Spina ha voluto esprimere la sua gratitudine e riconoscenza verso coloro che hanno contribuito a realizzare una festa gioiosa e ricca di momenti da ricordare: “Al termine della Festa ringraziamo il Signore e il nostro vescovo Gianpiero, che ci ha aiutato a vivere due giornate bellissime.
Questa è l’occasione per ringraziare anche tutti coloro che hanno reso possibile questa edizione della festa: gli operai del Comune, che sotto il sole cocente in questi due giorni hanno sistemato le sedie per le celebrazioni; i collaboratori parrocchiali, che hanno sistemato gli altari delle due Messe, al porto e sul sagrato della Cattedrale; le varie Associazioni, come il Gruppo Folkloristico Sambenedettese, l’Associazione Marinai d’Italia, La Banda Città di San Benedetto, la Misericordia.
Ringrazio poi le autorità civili e militari presenti, a partire dal nostro sindaco Antonio Spazzafumo. Ringrazio la rappresentanza sambenedettese che è in Parlamento nella persona dell’On. Lucia Albano. Per quanto riguarda le autorità militari, ne ringrazio una su tutte: la Comandante della Capitaneria di Porto Alessandra Di Maglio, con la quale abbiamo concertato questo evento. Grazie di cuore. Grazie davvero.
Ringrazio infine tutti i presbiteri di San Benedetto, che sono venuti qui a rendere ancora più bella questa celebrazione”.

Un modo per conservare queste celebrazioni e fare memoria di quanto vissuto è anche quello di custodire il palio della Madonna della Marina a bordo delle imbarcazioni – ha concluso il vicario generale della Diocesi – , che dall’ultimo motopeschereccio in cui è stato ospite, il Rapepe di Pietro Ricci, viene ora consegnato al prossimo motopeschereccio che lo custodirà, l’Umberto Padre di Pietro Merlini. Il palio, per tutto l’anno, verrà di volta in volta consegnato alle varie imbarcazioni presenti in mare per la processione, che quest’anno erano veramente tante. Ringrazio davvero tutti i pescatori“.
Pietro Ricci ai nostri microfoni ha dichiarato: “Lo scorso anno in mare erano presenti solo sei imbarcazioni, quindi ogni peschereccio ha potuto tenere il palio per un periodo di tempo più lungo. Quest’anno, invece, le imbarcazioni sono state una trentina, quindi i tempi di custodia del palio si ridurranno. Sarà comunque un onore per tutti portare a bordo il palio e rinnovare il nostro affidamento alla Madonna della Marina”.

A seguire don Spina ha lasciato la parola a Manrico Urbani, ideatore del Palio Velico dei Quartieri della città di San Benedetto del Tronto e membro del Circolo Nautico, il quale ha invitato il sindaco Spazzafumo a raggiungere l’altare per premiare, insieme al vescovo Palmieri, il vincitore del Palio Velico 2024, che per questa nona edizione è stato il Quartiere Sant’Antonio.  A ritirare il premio sono stati Tony Alfonsi, consigliere dell’omonimo Comitato di Quartiere, e il timoniere Matteo Terenzi, che vanta ben quattro vittorie su sei partecipazioni.
Alfonsi ai nostri microfoni ha affermato: “È stata una gara molto combattuta, una sfida avvincente che ha catturato l’attenzione di tutti gli spettatori. Siamo stati veramente contenti di esserci aggiudicati il palio grazie al giovane Matteo Terenzi, che è un nostro parrocchiano, ma che finora non aveva mai gareggiato per noi, perché negli anni precedenti veniva effettuato il sorteggio per abbinare i velisti ai vari Quartieri. Quest’anno, invece, tutti siamo stati concordi nel darci la possibilità di scegliere liberamente un timoniere del proprio Quartiere e di procedere con il sorteggio solo per coloro che non ne avessero uno a disposizione. E devo dire che, seppur avvezzo alla vittoria, quest’ultima per Matteo è stata particolarmente emozionante, visto che per la prima volta ha portato il palio nel suo Quartiere”.
L’intenso pomeriggio si è concluso tra gli applausi e i sorrisi dei fedeli intervenuti.

In serata si sono chiusi anche i “Giochi senza Quartiere”, che si sono rivelati essere una festa all’insegna dell’amicizia, dell’inclusività e della partecipazione. Questa la classica finale: al primo posto è giunto il Quartiere Sant’Antonio con  66 punti; al secondo posto si è classificato il team dei Quartieri Fosso Dei Galli ed Agraria con 54 punti; al terzo posto il team dei Quartieri Paese Alto e Ponte Rotto con 51 punti. Oltre ai primi tre classificati, il Sindaco Antonio Spazzafumo ha  premiato ciascun quartiere con alcuni premi speciali: il Premio Decibel alla squadra che si è contraddistinta per il maggior supporto ai propri giocatori attraverso cori, canti e “stravaganze”, vinto dal Quartiere Paese Alto e Ponte Rotto; il Premio Giovani ai quartieri che hanno affrontato la competizione con la squadra dall’età media più bassa, che è andato al Quartiere Marina di Sotto, Europa e Santa Lucia; il Premio Rosa al quartiere che si é contraddistinto per aver affrontato la competizione con il maggior numero di donne e ragazze, vinto dal Quartiere San Filippo Neri; il Premio Fair Play andato alla società sportiva di Basket e Baskin (ossia basket inclusivo) “Il Faro”, che ha sostenuto diversi quartieri nella prova dei tiri liberi della seconda sera dei giochi; il Premio Abbondanza ai quartieri che si sono contraddistinti nella gara di torte, vinto dal Quartiere Sentina e Porto d’Ascoli Centro; infine il Premio Stravaganza , andato al Quartiere Agraria e Fosso dei Galli, che, nonostante le temperature proibitive, hanno portato sul palco, completamente mascherati per la prova di ballo, un intero pollaio!

La festa si è conclusa, come di consueto, con gli spettacolari fuochi d’artificio di mezzanotte sul mare. Per rivederli, clicca qui: https://www.facebook.com/ancoraonline.it/videos/1397495004250121