GROTTAMMARE – Da pochi giorni l’imprenditore ed inventore grottammarese Daniele Spina ha ricevuto il riscontro positivo dell’Ufficio Brevetti Europeo per la sua invenzione denominata “Dub4H2”, una centrale idroelettrica che promette energia infinita dalle onde marine. Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio la sua storia e la sua invenzione.
Intanto complimenti per il suo brevetto! Come si diventa un inventore?
Sinceramente un po’ capita e un po’ si sceglie. Io sono da sempre un imprenditore. Sin da giovanissimo, infatti, ho amministrato l’azienda di famiglia attiva nel settore della stampa. Negli anni ho coltivato diverse altre attività che mi hanno consentito di acquisire molte esperienze sia in Italia che all’estero. Anche grazie al mio lavoro, sono sempre stato appassionato di tutto ciò che è tecnologia, processi industriali, innovazione. Il lavoro mi ha condotto anche a cercare di migliorare i prodotti che produciamo e a trovare soluzioni innovative che possano risolvere problematiche comuni esistenti. In particolare sono inventore di un brevetto mondiale in PCT, già protetto in tutto il mondo, che consente una regolazione attiva di caldo, freddo, umidità e ventilazione all’interno delle calzature, attraverso un device affogato nella suola della scarpa, gestito da un’app per smartphone. Ma indubbiamente il brevetto di cui sono più orgoglioso, anche per la portata innovativa e rivoluzionaria, è senza dubbio quello che lei ha citato e che attualmente è in patent pending. Certamente la recente “Written Opinion” emessa dall’Ufficio Brevetti Europeo, che ha accettato tutte le mie rivendicazioni, dichiarandole “nuove” ed “inventive”, mi fa ben sperare in un successivo passo in avanti.
Ci può spiegare in cosa consista l’invenzione brevettata?
Con piacere! Si tratta di un “impianto idroelettrico a inseguimento di onde marine e di marea con riempimento di serbatoio in quota e relativo metodo di posizionamento”. Può essere installato sul fondale oceanico di poche decine di metri ed è in grado di convertire tutta l’energia delle onde marine in avvicinamento verso la costa. Le onde vengono convogliate su un lato dell’impianto a pianta quadrata oppure rettangolare da due paratoie, che intercettano orizzontalmente una sezione di onda ben più estesa. Essa sarà costretta a concentrarsi e quindi a sollevarsi, perché è stata predisposta una sorta di battigia artificiale che si eleva bruscamente, fino in corrispondenza del colmo della sponda mobile di un grande serbatoio.
Quindi lei pensa di riuscire a sollevare ulteriormente l’enorme massa dell’acqua delle onde per ottenere energia gravitazionale?
Sì. Accadrà esclusivamente grazie alla conversione delle energie cinetica e potenziale che ogni singolo metro orizzontale di onda ha ricevuto dal vento. Come lei saprà, l’acqua viene colpita in un dato luogo dell’oceano da enormi masse d’aria in movimento, in altre parole dal vento. Quell’energia trasferita (e non l’acqua) comincia a viaggiare per migliaia di chilometri, con una scarsa dissipazione, fin quando non “rompe”, principalmente a causa dell’innalzamento del fondale, scaricando violentemente la suddetta energia contro le coste, al termine della sua lunga corsa.
Proprio come accade, ad esempio, ad una frusta, alla quale viene impressa all’impugnatura una forza, la quale viaggerà nelle onde della corda ma si scaricherà solo in punta. La frusta non ha viaggiato, mentre l’energia sì. Ecco, noi abbiamo creato l’ostacolo orizzontale e verticale che consente all’energia delle onde di focalizzarsi e incanalarsi come nelle rapide di un torrente di montagna.
Il flusso dell’acqua dell’onda, “rotta” dal nostro ostacolo, non può che assumere la forma del contenitore, che, stringendosi lateralmente e sollevandosi dal basso, costringerà quella massa d’acqua, al termine della sua corsa, ad innalzarsi e a sversare nel serbatoio.
Una volta riempito il serbatoio in quota, cosa accade?
Il fondo del serbatoio, costituito dalla somma delle testate di speciali turbine, è bucato in corrispondenza dei versanti produttivi dei due rotori di ciascuna turbina. Quando l’onda che ha riempito il serbatoio sarà passata, il cavo dell’onda consentirà all’acqua intrappolata nel serbatoio di precipitare verso i rotori posti in basso, i quali grazie alla forma propria inizieranno a ruotare, azionando un alternatore che altro non è che un generatore elettrico al contrario.
Se ipotizzassimo un serbatoio quadrato in mare di 50×50 metri, avremmo in condizioni ideali 5.000 metri cubi di acqua (5.000 tonnellate) che cadrebbero a piombo sulle turbine posizionate in batteria da un’altezza media di circa 6 metri per ogni singolo periodo dell’onda, che è di circa 10 secondi. Idealmente ciò accade più di 3 milioni di volte all’anno. Un’enormità di Joule e di conseguenza di kW!
L’energia che lei produrrebbe dovrebbe essere trasferita sulla terraferma e immessa nella rete elettrica di un paese rivierasco, magari modesto, che potrebbe non averne bisogno. Cosa se ne farebbe dell’energia in avanzo?
Ho pensato anche a questo e per tale ragione l’idea è quella di convertire tutta l’energia delle onde, sempre variabile ed incostante, per alimentare in loco un impianto elettrolitico in grado di separare e immagazzinare, di giorno e di notte, per 365 giorni all’anno, i due gas che compongono l’acqua: l’ossigeno, ma soprattutto l’idrogeno. Neanche un watt di energia andrebbe sprecato ed otterremmo l’unico carburante che, dopo l’utilizzo, attraverso una reazione elettrochimica, produce acqua pura come residuo. L’idrogeno verde sarà il carburante del futuro, in grado di alimentare navi, aerei, automobili, industrie, senza emissioni nocive di alcun tipo. Ma nel nostro caso rappresenterebbe anche il miglior mezzo per trasferire, dove serve, l’energia prodotta in mare e – perché no! – riconvertirla in elettrica.
Ha considerato che il livello degli oceani e dei mari, specialmente lungo le coste, varia costantemente a causa delle maree?
Le superfici oceaniche sono divise in aree a diversa altezza di marea. Esse possono elevarsi fino a 16 metri dal livello del mare calmo nella baia di Fundy in Nord America. Mediamente, però, ad esempio nel Nord Atlantico, in prossimità delle coste si raggiungono picchi di marea di 3 o 4 metri due volte al giorno, ad eccezione delle aree costiere dall’aspetto morfologico particolare dove la marea è più alta (macrotidal). Quasi tutti gli impianti installati nel mondo per lo sfruttamento delle onde marine sono di tipo galleggiante, cosa che consente ad essi il giusto posizionamento verticale sfruttando la legge di Archimede, ma al contempo essi non sono in grado di sfruttare la quasi totalità dell’energia dell’onda emersa e soprattutto neanche di quella sommersa, che semplicemente scivola sotto. Al contrario la nostra centrale elettrica, fissata al fondale, è studiata per permettere sia alle turbine (e di conseguenza al fondo del serbatoio), sia alle sponde del serbatoio, sia alla battigia artificiale, di sollevarsi lentamente per 6 ore circa, di abbassarsi altrettanto lentamente per le successive 6 ore e di ripetere l’operazione 2 volte al giorno, perché 2 sono le maree nelle 24 ore.
Computando le maree di ciascun giorno, le condizioni meteomarine, la velocità, il tipo e l’altezza dell’onda e moltissimi altri dati, un sofisticato software sarà in grado di raggiungere in autonomia il più produttivo posizionamento dei componenti dell’impianto in ogni istante.
Quanta energia verde ritiene si possa produrre con queste ipotetiche centrali?
Infinita! Consideriamo inoltre che un impianto occuperebbe solo lo 0,0025 kmq di mare, mentre ad esempio il parco eolico Hornsea 2 nel Mare del Nord occupa ben 462 kmq. Senza parlare dei costi e della resa! La nostra centrale Dub4H2 potrebbe essere replicata un indefinito numero di volte nella stessa area di oceano.
Quali sono i punti di debolezza del progetto?
I principali problemi, tutti superabili, risiedono nella difficoltà di operare nelle aree più energetiche degli oceani, che approssimativamente sono quelle a Nord e a Sud del pianeta. L’altro problema risiede nella solidità necessaria per la realizzazione delle strutture dell’impianto, che dovranno affrontare le forze della natura, che talvolta ed in alcuni luoghi sembrano mostruose. Non esiste un elevato numero di soggetti al mondo in grado di realizzare l’impianto. Per questo motivo l’investimento economico iniziale sarebbe alto, ma aggiungo che sarebbe abbondantemente ripagato dalla produzione di energia pulita in tempi relativamente brevi.
Perché ha battezzato la centrale “Dub4H2”?
Perché l’impianto idroelettrico nella sua dicitura inglese – “Watt from Windgenerated Water Waves For Hydrogen” – è composto da 4 parole che iniziano con la lettera W (“Double U” in inglese, oppure informalmente “Dub”), e il 4 (four) suona anche come “for” (che significa “per”) H2, ovvero con la finalità di produrre molecole d’idrogeno gassoso.
Qual è il suo sogno?
Vorrei vedere realizzata la mia idea, ma soprattutto mi piacerebbe contribuire ad abbassare la soglia dell’inquinamento prodotto dai combustibili fossili, che stanno distruggendo il nostro meraviglioso pianeta. L’idea che già esistano navi o aerei con propulsori ad idrogeno, che al pari degli altri svolgono lo stesso servizio all’umanità ma anziché avvelenare emettono acqua come prodotto di scarto, mi fa associare il lavoro di questi nuovi motori al fantastico lavoro degli alberi, che catturano l’anidride carbonica e ci regalano ossigeno come sottoprodotto della fotosintesi. Credo che saranno proprio le onde, insieme alle piante, a salvare il mondo!
Marianna
congratulazioni Daniele Spina, sperando ardentemente che il suo progetto non venga ostacolato da niente e nessuno, attendo con gioia la sua realizzazione.
Giuliana Ferraro
Congratulazioni
Pietro
Congratulazioni Daniele
Mario Capriotti
Sinceri complimenti per la tua invenzione e tantissimi auguri per la sua realizzazione.
PAOLO MENCARINI
complimenti e come al solito siamo noi italiani a inventare il mondo...
Bisnca Favale
Conoscevo già l’utilizzo delle onde per creare energia.ma questa soluzione risolve anche altre problematiche molto importanti.
GILBERTO SANTACATTERINA
Ok l'idea è fantastica ma per la realizzazione bisogna passare da ENI ENEL e simili che controllano il prezzo finale e noi pagheremo caro e pagheremo tutto! Detto questo per l'Italia circondata dal mare sarebbe eccellente.
Daniele Spina
Molte grazie, Marianna!
Daniele Spina
Grazie, Giuliana e Pietro!
Giorgio
congratulazioni Daniele spero tanto che possa realizzare il suo progetto il prima possibile
Gian Piero Forzinetti
Finalmente qualcuno ci è arrivato da sfruttare l'energia delle maree e delle onde. Sono anni che pensavo anch'io che sarebbe stato possibile sfruttare tutta questa energia. Bravo
Giorgio
salve, Le auguro che il suo progetto voli in alto...altro che ponte.. Bene vento in poppa e ci metta al corrente di quando sarà quotato in borsa.
Marzio
grande, grande, grande !!!
Enrico Pedercini
Spero che il suo progetto abbia successo e valuti che la sua invenzione nonostante sia tecnologica possa essere anche una forma d'arte.
Antonio Manigrasso
sarebbe una cosa bellissima che purtroppo metteranno i bastoni fra le ruote, le multinazionali petrolifere è burocrazia
Luigi
Complimenti, altra eccellenza Italiana, che spero trovi investitori Italiani. Una domanda: come si contrasta in tale progetto la formazione delle naturali incrostazioni del mare che nel tempo limiterebbero il corretto funzionamento?
rodolfo delmonte
geniale l'idea di creare un ostacolo con battigia artificiali insomma di trasferire quello che avviene a riva in mare aperto. Proprio la semplicità fa la differenza e qui ci vuole fantasia oltre a competenze e i meridionali ne hanno da vendere...
Dino B.
C'è sempre bisogno di pionieri del buon vivere.
Andrea Antonio PANICO
complimenti veramente geniale. Integrare le attività dell'uomo per la produzione di energia pulita , con residuo H2O a quella degli alberi che assorbono CO2 , con residuo O2 , sembra veramente il max. Futurista l'invenzione; Futurista il Paradigma. Veramente complimenti
Marco Viteri
lo sfruttamento delle onde per la produzione di energia elettrica non è una novità, esistono da anni impianti a serpente già operativi che la producono. interessante invece è la produzione d'idrogeno legata a questo sistema, più facile da stoccare rispetto alla corrente che deve essere immessa, stoccarla ha prezzi troppo alti, l'idrogeno invece è facilmente stoccabile ed utilizzabile all'uopo per produrre energia elettrica alla bisogna, con costi infinitesimali rispetto allo stoccaggio della corrente. Bellissima idea.
Mario
congratulazioni, un idea fantastica da realizzare al più presto ,tutti vorremo poter contribuire in qualche modo per vederla realizzata.
Daniele Spina
Ogni singola turbina è facilmente asportabile per manutenzione con un semplice carroponte. L'impianto è essenzialmente composto da una serie di turbine affiancate, soggette a manutenzione preventiva proprio per risolvere il problema. Complimenti per aver evidenziato la weakness!
manieri Simonetta
Complimenti spero proprio si possa dare al più presto’
Giulio Teodoro Maellaro
il progetto è identico al progetto SEWAT già brevettato dalla soc. GECO -Global Engineering Constructions srl di Brindisi. (gecobr@libero.it cell 3400626023). Il progetto è in fase di sperimentazione, è stata validata l'idea com test suodelli ed è stata verificata la funzionalità del sistema con un prototipo installato in mare nel comune di Torchiarolo . il progetto è risultato vincitorr in molti concorsi di idee a livello internazionale.
Luciano
caro Daniele nn ci sono parole per apostrofare il tuo intuito, la tua competenza, la tua professionalità ecc. ecc. Veramente complimenti però voglio anche essere realista e ti chiedo a mo di provocazione: perché le guerre nn finiscono mai? perché in Amazzonia ettari ed ettari di foreste bruciano?, perché ancora esistono autovetture la cui autotrazione viene alimentata dai carburanti derivati dal petrolio? ..... perché tutto ciò garantisce l'arricchimento globale e smisurato di pochi a discapito del resto del mondo. Avrai sicuramente capito dove voglio andare a parare. Buona strada e che Dio ti benedica e soprattutto apra gli occhi a quei "discepoli di Emmaus" che hanno il potere di cambiare le cose.
GIUSEPPE GIARRIZZO
Complimenti Dott. Spina, l'Italia ha bisogno di queste invenzioni e inventori. Auguro che nulla ostacoli la realizzazione del progetto.
Daniele Spina
Gentile Giulio Teodoro Maellaro Affermare che "il progetto è identico al progetto SEWAT già brevettato dalla soc. GECO - Global Engineering Constructions srl di Brindisi" non corrisponde al vero. Ho trovato su internet il progetto S.E.WA.T della Geco-Global Engineering Constructions (https://gecobr.wixsite.com/sewat). Ottimo per la difesa costiera dai marosi, prevede però l'utilizzo di microturbine, quindi di piccolissime rese. Ciascuna delle turbine nel mio Case Study, al contrario, misura circa 10*5 metri alla base, per un'altezza di 4,5 metri, e sono in numero di 50 unità sotto al serbatoio di 5.000 metri cubi d'acqua scaricata ogni 10 secondi, 3.000.000 volte l'anno in alcune aree oceaniche. Lascio a lei il piacere di calcolare i GW teorici. Non ho controllato il brevetto di quella società (ma lo farò domani) e quali e quante rivendicazioni siano state concesse in sede PCT, perché conosco bene l'identico principio del Tapchan, attivo dal 1985, che presenta anch'esso tutti i limiti legati alla sua staticità, che al contrario la mia invenzione ha superato. La mia in realtà è una macchina in perenne movimento sul piano verticale, controllata da un potente software che recepisce milioni di dati al secondo. Dia un'occhiata qui di seguito... TAPCHAN. (http://homework.uoregon.edu/pub/class/es202/out202/wdevice.html) A tapered channel named TAPCHAN was constructed in 1985 for demonstration purposes at Toftestallen (40 km far from Bergen, Norway). It lifted water up into a reservoir 3 meters above sea level. At the backside of the reservoir the water returned to the ocean through a conventional low-head turbine with drove a 350 kW generator. The generator was connected to the grid in Nordhordland. The Pros and Cons of the TAPCHAN Device include the following: This kind of project could be incorporated into new kinds of seawall or jetty or harbor protection projects. The TAPCHAN itself could just be integrated into the structure. The average wave energy must be high in order to push all of the water into the reservoir or drainage channels. The reservoir needs to stay full and can't drain at low tides. This means at high tides a lot of the water pushed in will simple spill over the top of the structure Projects like these have significant capital coast and if located directly on the short have a large footprint per MW generated since the depth of the reservoir will necessarily be shallow.
Sergio
Daniele...non posso che augurarti tantissima fortuna per questo tuo progetto, e che la sua opera benefici tutti i paesi di questo bellissimo mondo. GRAZIE!!
Giuliano
questo è salvare il pianeta e aiutare la gente !!!
Rosario
Ho letto con attenzione il progetto che appare veramente innovativo rispetto ad altri sistemi che sfruttano il moto ondoso di superficie. Mi chiedo se questo suo brevetto, può essere impiegato anche in situazioni tipo il canale di Sicilia, dove mi risulta ci sono correnti marine piuttosto impetuose. Grazie e complimenti per il suo splendido lavoro.
sebastiano niglia
Ho sempre sperato che qualcuno riuscisse in un progetto del genere. io sono per tutte le invenzioni che possano essere utile all'umanità. Grazie per la sua invenzione sperando che possa continuare in questo grande progetto.
Giancarlo Negri
Disponibile a collaborare nello studio del complesso strutturale.
Paolo Di Ruzza
Complimenti per l'ottima idea. Le auguro di tutto cuore di poter costruire almeno un primo impianto pilota, dato che le premesse sono eccellenti!
Tommaso d’ Alessio
É possibile organizzare un crowdfunding per la realizzazione del prototipo?
Fernando Capula
Daniele Spina sei un cervello da premio Nobel, anch'io sono un piccolo inventore per le energie rinnovabili e altro mi piacerebbe conoscerti per dimostrare a tutto il mondo quanto siamo bravi,io sono torinese ma vivo in Abruzzo costa dei Trabocchi,un grande abbraccio Nando.
Salvatore
Ingegnere Spina tanti auguri per la sua invenzione. le faccio miei migliori. Auguri, da Collega e da cittadino. inventore, di Progetto di Piattaforma galleggiante.marine Già Brevettato. spero di incontrarla per una Collaborazione Marine. ⚓❤️
Giulio
Grazie sig. Daniele. Spero vivamente che si possa sperimentare sul campo al più presto. Temo sarà più facile trovare fondi dall'estero che in Italia, purtroppo. Spero di sbagliarmi., Giulio
Daniele Spina
Gentile sig. Rosario, il bello dell'impianto è che può essere modulato in funzione del moto ondoso statistico di ciascuna area di mare. L'intero progetto parte dal diametro dei rotori delle delle turbine che si andranno ad installare, e di conseguenza del "salto" massimo verticale che riusciremo ad ottenere, calcolato in base allo studio idrodinamico dell'onda focalizzata in quei mari. Otterremo sempre la massima conversione energetica dal moto ondoso rispetto agli altri sistemi fin qui realizzati, ma potendo scegliere, se poi mi chiedesse dove converrebbe posizionare la centrale, lei capisce che a parità di costi le indicherei senza dubbio le immense aree oceaniche a Sud e Nord del pianeta. Per quanto riguarda il Canale di Sicilia, così come le coste occidentali della Sardegna, credo che siano le zone più adatte in Italia. Le ricordo che la finalità è quella di produrre Idrogeno e stoccarlo in sito, anziché immettere l'elettricità nella rete nazionale, pertanto vanno benissimo anche le isolette sperdute. L'impatto ambientale sarà bassissimo, considerato che spesso l'intero impianto (50x50 metri) verrà sommerso dalle creste delle onde in avvicinamento, scomparendo. Tenga presente che il diametro di un aerogeneratore (pala eolica) può raggiungere i 150 metri per un'altezza di circa 120 metri da suolo a mozzo.
Andrea
"Ma quanta energia produce?" "Ah, infinita!" a meraviglia proprio.
giuseppe
anziché scapocciarsi in queste invenzioni che non risolvono nulla, abbiamo un'energia pulita la cui fonte di approvvigionamento è stata già sperimentata , collaudata ed è già in funzione dove svolge un servizio encomiabile: L'ENERGIA NUCLEARE. Serviamo di questa a mano bassa
Sergio
Non ho parole per dirti grazie per l'impegno che hai messo nel progettare questa nuovissima e utilissima idea (per cambiare finalmente tutto ciò che funziona a combustione e quindi con il profitto speculativo dei grandi produttori di energia). Sono contento che la scienza che il Padre eterno ti ha dato sia servita ad uno scopo altruistico piuttosto che il contrario. Ti incoraggio/incoraggiamo a perseguire con il tuo grande obiettivo.
Francesco.
E' meraviglioso e fantastico. Spero di riuscire a vedere la realizzazione di tutto questo! In bocca al lupo. Francesco.
Domenico Cutulle'
Complimenti vivissimi da collega inventore/progettista... Cerchiamo con la nostra inventiva di anticipare il futuro... ma ahimè siamo nati nel Paese sbagliato. Non gettare mai la spugna, ma la situazione da Meucci, Marconi e tantissimi altri non è sostanzialmente cambiata. Auguri. Domenico Cutulle' www.domenicocutulle.com
Francesco Bruno
Progetto energia del futuro dal mare
G.S.C. S.a.s. di Gianfranco e Roberto Bertagna e C.
l'inibizione della crescita di fouling si può ottenere con un impianto che rilascia cloro attivo, prodotto dall'acqua di mare con uma reazione elettrochimica. in tal caso le superfici interessate dovrebbero essere placcate di un idoneo metallo che consenta la reazione con anodi opportunamente distribuiti. il sistema potrebbe tenere sitto controllo anche gli eventuali processi di corrosione. ovviamente ci sarà un modestissimo consumo di corrente e la sostituzione periodica degli anodi.
Licia Galli
Commozione, entusiasmo, speranza...Lei dà un futuro alla Terra. Sarebbe la realizzazione di un sogno, (che però avrei chiamato con un nome italiano ). Caro Ing. Daniele pregherò perché il sogno si avveri e perché nessuno, per egoistici interessi, la contrasti. Licia Galli
Roberto
eccezionale progetto, indispensabile per produrre energia pulita, ma da circa 100 anni il mondo è in mano alle multinazionali che vedranno in questa ottima idea un ostacolo ai loro guadagni petroliferi. La stessa Eni produce idrogeno a porto Marghera per alimentare i bus a idrogeno di Venezia, ci si domanda come lo produce questo idrogeno, tramite l'elettrolisi costa molto!!! non sono polemico ma reale, la storia insegna che brevetti come questo vengono "acquistati" e poi messi in un cassetto, la storia di Nicola Tesla e tantissimi altri insegna. Diceva Rockefeller in un serial tv: se la gente per farsi la corrente pianta un'antenna in giardino io a chi vendo il kerosene? chi investe miliardi su una tecnologia deve guadagnarci ma anche ammortizzare l'investimento, così era e così sarà per sempre. Probabilmente faranno tra 5 anni una centrale di prova e nessun seguito.
Sabino D'Angelo
Egregio signori buongiorno. Ho sperimentato,costruito un prototipo e brevettato un sistema a circuito chiuso applicabile a tutte le centrali idroelettriche, per la produzione di energia elettrica senza aver bisogno di gasolio gas, carbone ecc. solo funzionante ad acqua e per chi ta solo acqua. Anni e anni di prove sul campo,notti insonni,acquisti di materiali per la sperimentazione, senza nessun contributo, progetto presentato alla grande fiera di Roma nel 2017. È a casa mia funziona notte e giorno, perché può essere montato anche sul soffitto, con una produzione oraria che può essere da tre kwh, a 20 kwh. può essere trasportato e funzionante sempre con la stessa acqua anche nel deserto del Sahara.Non sono riuscito a trovare la ditta o società che vuole costruirlo. Ho proposto a diverse ditte,Enel, Eni,costruttori di impianti eolici, produttori di pannelli solari ed altri. Nulla! Non si deve fare!!!!! Ho proposto all'Enel, con prove documentate da circa 18 anni, il miglioramento che si ha per le stesse centrali idroelettriche funzionanti con questo sistema brevettato, con palese funzionamento di qualche centrale già costruita in questo modo. Nulla!! Rispondono picche!! Adesso questo sistema lo sta applicando una società di poveracci che ha avuto dall'Inghilterra 8 milioni di dollari ed entrerà in funzione fra qualche mese. Evviva egregio ingegneri!!! In Inghilterra il progetto risulta valido, purtroppo in Italia non è valido. EVVIVA L'ITALIA!!! dei sapientoni ignoranti. Grazie
Daniele Spina
Sabino D'Angelo, complimenti per la sua invenzione. Se potesse condividerne i dettagli sarebbe meraviglioso. Il denaro, lo so è importante, ma la soddisfazione di aver fatto un qualsiasi buon lavoro, mi creda, è impagabile. Molte grazie per il suo intervento!
Emidio addazi
conosco Danile di persona e posso confermare la sua estrema determinazione e caparbietà. non so quali saranno gli sviluppi futuri di questo studio ma come tutti i nuovi progetti vanno testati e migliorati fino al prodotto finale. ma senza fondi difficilmente si arriva fino alla fine quindi spero che la cosa susciti interesse e curiosità in chi ha le possibilità economiche per realizzarlo. ps chi scrive ripara turbine e alternatori. www.abcelettromeccanica.it