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Massimone (l’uomo atermico) il ricordo della famiglia che l’ha accolto 16 anni fa: “Un gesto di amore”

RIPATRANSONE – Sono stati celebrati ieri pomeriggio, Mercoledì 31 Luglio 2024, nella Chiesa Parrocchiale “Madonna di Fatima” in Valtesino di Ripatransone i funerali di Massimo Caporaso, da molti conosciuto a San Benedetto del Tronto, negli anni 70 / 80, come “l’Uomo Atermico”, protagonista di scene mitologiche e leggendarie che sono ancora impresse nei ricordi di coloro che lo hanno conosciuto in quegli anni. Lo si vedeva, infatti, passeggiare per San Benedetto in pieno inverno e con la neve vestito solo con deii pantaloncini corti insieme al suo inseparabile cane e poi fare il bagno in mare nell’acqua gelida. Oppure, d’estate, lo si vedeva tranquillamente andare in giro vestito con camicia, cravatta e abito elegante.

Massimone, come era conosciuto in Valtesino dove si era stabilito ormai da alcuni anni, aveva 89 anni e viveva ospite di Alessandra, Massimo, Deborah e Loris, quella che ormai era la sua famiglia che lo ha accolto ed accudito come un nonno. Amava dire “Mi hanno imitato, ma non mi hanno mai eguagliato” ed ha sorpreso e stupito tutti prima per questa sua capacità di sopportare il freddo o di ignorare il caldo ma, poi, ha saputo stupire tutti ancora di più per la sua umiltà, la sua bontà e la sua generosità.

Al termine della Messa, presieduta da Don Andrea Spinozzi, la sua famiglia ha voluto salutare Massimone e condividere con i presenti la loro esperienza di accoglienza vissuta grazie a lui.

“Grazie a tutti per la vostra vicinanza e la vostra presenza. Grazie di cuore a ciascuno di voi.

Quando abbiamo conosciuto Massimone era fragile e debole. Si pensava che dovesse lasciarci dopo pochi mesi. Lui chiedeva insistentemente se avevamo un posto per lui nella nostra famiglia. Sconvolgendo tutta la nostra vita e anche la vita dei nostri figli, che erano poco più che adolescenti, pensando ad una scelta che sarebbe durata qualche mese, abbiamo deciso di dire sì al suo grido di bisogno.

Da quel sì, sono passati 16 anni.

Per molti potrebbe sembrare un gesto incomprensibile o eroico, ma in realtà si tratta di un gesto molto semplice che nasce da una consapevolezza: noi ci riconosciamo amati da Dio e riconosciamo di essere fatti per amare. L’esperienza della Fede consiste principalmente in questo. Da questo sentirsi amati in maniera gratuita e incondizionata nasce la vocazione di accogliere chi non ha nessuno e di dare una famiglia a chi non ce l’ha.

Ecco quello che vogliamo raccontare di questi 16 anni con Massimone: l’esperienza e la bellezza del Bene e dell’Amore.

Ringraziamo tanto per la loro pazienza, coinvolgimento e sostegno i nostri figli Deborah e Loris, e anche Cristina.

Ringraziamo tutti quegli amici che hanno condiviso questa esperienza di Bene, la Comunità Papa Giovanni XXIII nella quale viviamo questa vocazione, gli amici di Fides Vita, gli amici della Parrocchia, i nostri vicini e tutti voi.

Per concludere vorrei leggervi il pensiero che nostro figlio Loris ha scritto:

“Sarai lì, scalzo con i piedi nella neve, i tuoi cani che scodinzolano al tuo fianco, procedendo lentamente verso il mare.

Ci hai lasciati dopo un pranzo conviviale, dopo il dolce e il tuo solito caffè, come a dirci “Son satollo, posso andare, starò bene, non preoccupatevi per me”.

Quando il sangue le persone non le lega, è l’amore a suggellare quel legame.

Un posto letto che cercavi nella notte, una famiglia che hai trovato nella luce”.

Addio Massimo, riposa in pace e prega per noi”.