(Foto Laura Caffagnini per il Sae)

Un’attività significativa nelle Sessioni di formazione ecumenica del Sae è quella che si svolge nei gruppi di studio e nei laboratori dove, a partire dalle proposte di una triade interconfessionale che conduce e modera gli incontri, avviene l’ascolto delle proposte, il confronto, lo scambio di riflessioni e il suggerimento di nuove pratiche.
Nella 60ª edizione sono stati istituiti sei gruppi di studio (“Costruire sostenibilità”; “Ambiente, religioni, culture”; “Ecospiritualità”; “Educarsi a essere creature”; “Giustizia, pace, salvaguardia del creato”; “Pastorale del creato”) e un laboratorio (“Corpi, cioè creature”) che hanno lavorato in quattro sessioni e al termine della settimana hanno restituito in plenaria le loro esperienze attraverso parole chiave. Da tutti i contesti è emersa una forte creatività e un profondo coinvolgimento. Dal laboratorio è emersa una restituzione attraverso i linguaggi dei corpi.
Tra le parole chiave è emersa, nel gruppo 1, la responsabilità, all’interno di una prospettiva circolare dove il Creato è affidato da Dio stesso all’umanità che ha il compito di proteggerlo. La bellezza è stata declinata in relazione al Creato e come vicinanza a Dio. I membri del gruppo hanno sollevato la necessità di valorizzare le relazioni e l’importanza della cooperazione. Si sente l’urgenza di un cambio di paradigma, soprattutto dal punto di vista sociale ed economico. Nelle scuole andrebbe introdotta l’educazione ecologica; le amministrazioni locali e la cittadinanza dovrebbero sviluppare e valorizzare il verde urbano.
Nel gruppo 2 sono emerse le parole nonviolenza ed ecologia, quest’ultima anche rispetto alle ricadute della guerra. Si è auspicato un disarmo delle religioni. Alcuni hanno avanzato la preferenza di utilizzare, invece di creazione, il termine natura, perché più laico e inclusivo.

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